ARTICOLI VARI A CURA DI PAOLO POZZUOLI
La Voce del Volturno
“La sicurezza e il sistema sanitario nazionale”
È STATO IL TEMA DEL SEMINARIO TENUTOSI A
MACERATA CAMPANIA NELLA SEDE DELLA FORMEDIL,
SCUOLA EDILE DELLA PROVINCIA DI CASERTA.
PARTICOLARMENTE INTERESSANTE ED APPLAUDITO L’INTERVENTO DEL DR. ALFREDO GIORDANO, DIRETTORE DELLA SEDE PROVINCIALE DELL’INAIL (ISTITUTO NAZIONALE PER L’ASSICURAZIONE CONTRO GLI INFORTUNI SUL LAVORO).
‘Prevenzione e Sicurezza’: da cenerentole a principesse negli ambienti di lavoro! Da oggi, prima di calpestare la terra battuta dei cantieri edili e respirarne ed ingoiarne subito la polvere sollevata, ciascun lavoratore deve frequentare un corso di formazione di 16 ore. Questa volta a parlarne, estendendo il campo agli infortuni sul lavoro che – nonostante un sensibile calo – sono una palla di piombo al piede della Nazione e dello stato sociale (siamo ancora molto distanti dal ‘pensiero’, dalla ‘idea’ dell’illustre prof. Giovanni Greco il quale, intervenuto ad un recente convegno, esordì dicendo di “non vedere l’ora di chiudere l’INAIL e mandare in pensione i magistrati del lavoro; la possibilità teorica è quella di abbattere tutti i rischi per debellare gli infortuni sul lavoro riducendoli a zero’), è stata la Formedil, la Scuola Edile della nostra Provincia, i cui rappresentanti, avvalendosi di qualificati ed esperti partner e collaboratori, nella Sala conferenze della sede in Macerata Campania, hanno tenuto un interessante seminario sul tema “La sicurezza e il sistema sanitario nazionale”. I lavori, introdotti dal padrone di casa, il Presidente geom. Giovanni Mincione che ha curato anche la presentazione del seminario stesso, sono stati condotti dal dr. Francesco Di Chiara, Direttore Formedil. Di spessore tutti gli interventi.
Particolarmente interessante quello del Direttore della sede provinciale dell’INAIL, dr. Alfredo Giordano, che ha calamitato l’attenzione del numeroso pubblico presente in sala. Accompagnato dal team sulla sicurezza costituito dai funzionari di amministrazione, rag. Pasquale Della Valle e dott.ssa Elisa Lombardi, il dr. Alfredo Giordano, ha rimarcato il nuovo ruolo assunto dall’INAIL nel campo assicurativo, ‘inglobato com’è nel sistema della prevenzione, fa sì che diventa necessario e indispensabile formare i lavoratori per una vita umana sicura; resta drammatico – nonostante in fase calante – il problema degli infortuni sul lavoro il cui costo rimane sempre elevato e, laddove attenuato, potrebbe liberare notevoli risorse economiche da destinare ad altri indirizzi’. Continuando, il direttore dell’INAIL, ha posto l’accento sul ‘fenomeno lavoro sommerso – una ulteriore piaga della nostra società – che va combattuto e non sottovalutato: trova, purtroppo, terreno fertile nell’edilizia e nell’agricoltura dove spesso e volentieri si producono infortuni invisibili ma vengono a galla solo i più gravi e/o i mortali’. ‘L’INAIL’ – ha concluso Alfredo Giordano – ‘si sta attrezzando per fare prevenzione: dalla scuola alla casa; i nostri primi interlocutori sono gli studenti perché possano coniugare cultura tradizionale e cultura lavorativa e poi coloro i quali sono addetti alla faccende domestiche; un ambiente sicuro vuol dire meno infortuni e mette al riparo ogni datore di lavoro da eventuali rivalse, significa un abbattimento dei costi e consente una riduzione del premio da versare all’INAIL, che, attraverso incentivi e finanziamenti, aiuta economicamente le imprese a poter fare prevenzione nei luoghi di lavoro’.
Paolo Pozzuoli
La Voce del Volturno
UN EVENTO LA “PRIMA CONFERENZA PROVINCIALE SICUREZZA SUL LAVORO” AL GRAND HOTEL VANVITELLI
Una élite del clero, della politica, della giustizia, della salute, dei ministeri del lavoro e delle politiche sociali, dell’istruzione, dell’università e della ricerca, dell’imprenditoria, dell’industria, del sindacato, di vari ordini professionali, dell’associazionismo, degli istituti assicurativi e previdenziali (don Antonello Giannotti, Vincenzo De Luca, Francesco Paolo Sisto, Lucio Romano, Maria Antonietta Troncone, Carlo Fucci, Ida Affinito, Giancarlo Ricciardelli, Dino Musmarra, Maria Suppa, Luisa Franzese, Renato Pingue, Giuseppe Piegari, Vincenzo Correggia, Luciano Morelli, Enrico Errichiello, Armando Zambrano, Gianpiero Giovannetti, Michaela Suppa, Giuseppe Parisi, Giovanni Letizia, Daniela Ferrante, Aldo di Biase), è stata impegnata presso il Grand Hotel Vanvitelli in un convegno fissato sulla sicurezza sul lavoro.
Promosso dagli Ordini provinciali degli Ingegneri, degli Architetti P.P.C. (Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori), dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali, dai Collegi dei Periti Industriali e Periti Industriali Laureati e Periti Agrari e Periti Agrari Laureati, la collaborazione dell’ASL (Azienda Sanitaria Locale), della Direzione Territoriale del Lavoro, dell’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro), del VVF (Vigili del Fuoco), della Confindustria, della Camera di Commercio, dell’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili), dell’ANMIL (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi sul Lavoro), della CGIL (Confederazione Generale Italiana del Lavoro), della CISL (Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori), dell’UIL (Unione Italiana del Lavoro), della CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato), della Confedilizia, del CPT (Centro di permanenza temporanea), e con il Patrocinio del Comune di Caserta è titolato “PRIMA CONFERENZA PROVINCIALE SICUREZZA SUL LAVORO”.
Da quanto appreso e da quanto riportato nel programma, dopo i saluti delle autorità e dei presidenti degli ordini professionali (… ci sarà anche il dr. Valentino Attilio Difalco, dirigente della sede provinciale dell’INAIL) si prevedono due giornate, moderate da Francesca Nardi e Ferdinando Luminoso, di particolare intensità e sicuro interesse per gli argomenti trattati dai relatori [“20 anni di vigilanza in materia di prevenzione e sicurezza ed infortuni sui luoghi di lavoro: dall’ex ENPI (Ente Nazionale per la Prevenzione degli Infortuni) al servizio SPISAL (Servizio di Prevenzione, Igiene e sicurezza ambienti di lavoro) dopo l’avvento del D. Lgs. 758/94, quale il ruolo dell’UPG (Ufficiale di Polizia Giudiziaria) dell’ASL; Evoluzione delle modalità di gestione delle indagini per malattie professionali alla luce dei Protocolli d’Intesa stipulati con l’INAIL e Procura; Attuazione degli indirizzi del MLPS (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali) nella sorveglianza territoriale sulla sicurezza sul lavoro e sui dati occupazionali; La sicurezza sul lavoro e le problematiche sociali; L’applicazione del D. Lgs. 758/94 in provincia di Caserta; Obiettivi e azione di Confindustria per il miglioramento della sicurezza sul lavoro; L’importanza della bilateralità e l’esperienza dei CPT (Centro di permanenza temporanea); La formazione professionale degli RSPP (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione) alla luce delle nuove frontiere sulla sicurezza: quali competenze?; La normativa e l’evoluzione dei controlli degli impianti elettrici – gli organismi notificati; L’individuo al centro del concetto di sicurezza globale: benessere sui luoghi di lavoro e corretti stili di vita; Attività promozionali messe in campo dall’INAIL a sostegno delle imprese; Incontro con invalidi sul lavoro; Il ruolo centrale della colpa: negligenza, imprudenza, imperizia – Riflessioni su scelte normative di sistema e orientamenti giurisprudenziali; I sistemi di gestione come strumenti di prevenzione; Proclamazione di un documento di politica territoriale condiviso da tutte le parti sociali. Istituzione della Consulta Provinciale di Caserta”] ed oggetto di dibattito nel corso di una tavola rotonda (“Traguardi raggiunti e obiettivi mancati: cultura della sicurezza o interpretazione della norma?”). Un excursus dalle prime disposizioni in materia di igiene e prevenzione di cui al D.P.R. (Decreto del Presidente della Repubblica) 547/1955 fino agli interventi dell’INAIL a sostegno delle imprese che investono in sicurezza, attraverso il Testo Unico (T.U.) n.1124/1965 ed i vari decreti legislativi promulgati nel corso degli ultimi anni a seguito del numero sempre crescente di infortuni sul lavoro che, dopo una lenta e costante diminuzione, è di nuovo lievitato nonostante la serrata – anche di grossi nomi – di aziende industriali insediatesi nelle nostra provincia, da Aversa a Caserta, da Maddaloni a Marcianise, da Capua a Sparanise, da S. Maria C.V. a Calvi Risorta, da Pastorano ad Alvignano, da Pignataro Maggiore ad Alife, da Vitulazio a Piedimonte Matese, da S. Maria a Vico a Cellole, a Sessa Aurunca.
Nel corso degli anni abbiamo registrato che ad un numero sempre più elevato di infortuni sul lavoro è seguito un inasprimento delle sanzioni a carico spesso di nullatenenti (… mai previsti e praticati sconti e/o condoni, toccati – la notizia è di alcuni giorni fa – ad un eccellentissimo Capo di Stato) che creano soltanto un incredibile contenzioso per poi concludersi – dopo anni – con l’abbandono del credito (… in epoca non sospetta, abbiamo scritto che la “nostra Repubblica più che sul lavoro sembra fondata sulle sanzioni”).
Igiene, prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro, per gli addetti ai lavori sono sempre state materie privilegiate, e come tali oggetto di trattazione e discussione in ogni convegno, in ogni assemblea che si presta sull’argomento.
Tempo fa, nella ricorrenza della 66^ Giornata Nazionale per le Vittime degli Infortuni sul Lavoro, se ne è discusso nel Teatro ‘don Salvatore Izzo’.
E ancora una volta è stata rilevata la poca attenzione prestata agli sconti sul premio ed all’erogazione, in danaro, che l’INAIL, ogni anno, concede alle aziende virtuose ed eroga a chi investe in sicurezza.
Insomma, la cultura dell’igiene, della prevenzione e della sicurezza sui luoghi di lavoro è poco avvertita se è vero come è vero che sono ancora tante le aziende che non ritengono conveniente investire in sicurezza (… una delle cause potrebbe essere attribuita all’aggravio fiscale che – come rilevato dalla CGIA (Confederazione Generale Italiana dell’Artigianato) di Mestre – sfiora il 50 per cento e molto probabilmente – aggiungiamo – finisce per alimentare il cosiddetto lavoro nero?).
E, a proposito di lavoro nero e/o di lavoro non autorizzato, ecc., la settimana scorsa un parrocchiano di don Antonello che, da volontario, si prestava a rendere fruibile la piazza raccogliendo residui dei “brindisi notturni” ed eliminando erbacce, veniva diffidato e allontanato.
Stando sempre alla cronaca, nel mese di marzo del 2014 – a Bologna – un ispettore del lavoro multava “i volontari Auser”; a marzo 2015, in una vigna del cuneese (Castellinaldo d’Alba) il proprietario, pensionato di 63 anni, fu multato (19.500 euro) per aver invitato e quindi coinvolto due amici nella vendemmia; a Gombito, comune sull’Adda di 600 abitanti circa, qualche giorno prima di Caserta, il sindaco è stato multato per aver impegnato in alcuni lavori nel parco cittadino un assessore e un consigliere come volontari senza la prescritta formazione professionale.
La sicurezza sui luoghi di lavoro è stata sempre una ‘rottura’. Vittime, per averne parlato (correva l’anno 1962 e l’episodio costò loro l’epurazione dalla Rai-TV), anche Dario Fo e Franca Rame. In quell’anno (oltre tre anni prima dell’entrata in vigore del T.U. INAIL n.1124 del 30-6-65), la celebre coppia – che conduceva in TV la trasmissione «Canzonissima» – ebbe la (in)felice idea di presentare uno sketch centrato su un costruttore edile che si rifiutava di adottare nel suo cantiere le norme previste in materia di prevenzione e sicurezza.
Ne scaturì una censura. La risposta: abbandono della trasmissione (… il ritorno in TV nel 1977, dopo ben 15 anni di ‘esilio’ ). Riportiamo lo sketch censurato:
«IMPIEGATO: Ecco il preventivo delle strutture di protezione per gli operai. INGEGNERE: Sono sei milioni per far funzionare ’sta baracca…, io un po’ giù che avrei bisogno di riposarmi e tu mi vuoi far buttar via sei milioni. Per chi poi? Ma dico, da quando in qua si usano i poggiamano, le balaustre?
IMPIEGATO: Ma veramente le altre imprese…
INGEGNERE: Le altre imprese, le altre imprese. Basta con ’ste ciance.
IMPIEGATO: Allora non se ne fa niente… nemmeno della rete? INGEGNERE: La rete? Ma uè, e che, siamo al circo equestre… con la rete e senza rete? Ma cosa vuoi che ci compresa la rete. Facciamo l’ordinazione?
INGEGNERE: L’ordinazione di sei milioni, ma dico siamo rinscemiti. Ma come io sto qui che ho una faccia un metta, anche la banda, il trapezio e le ballerine sul filo? Così, tanto per fare un po’ di scena? Ma basta, andiamo! Siamo seri.
RAGAZZA: Antonio io sono ancora qui.
INGEGNERE: Bel stellin… Guarda lei. Scusa di prima sai… ma ecco è stato un momento di debolezza. Ma adesso guardami, sono ritornato un uomo. Vieni vieni che ti porto dal ciafferaio.
RAGAZZA: Da chi?
INGEGNERE: Dal gioielliere a riprenderti un bell’anellino e che crepi la miseria… per la miseria.
RAGAZZA: Oh caro!
INGEGNERE: Ehi, fai avvertire gli operai che il primo che casca gli spacco il muso».
Paolo Pozzuoli
La Voce del Volturno
CASERTA. UN SUCCESSO IL CONVEGNO TENUTOSI ALL’UNIONE INDUSTRIALE SUL TEMA ‘IL COSTO UMANO DEL LAVORO – MORTI BIANCHE – SPERANZA TECNOLOGICA’.
HANNO RELAZIONATO: IL PROF. GIOVANNI GRIECO, AUTORE DEL TESTO ‘Il costo del lavoro – Morti bianche e speranza tecnologica’,
IL S. PROCURATORE DELLA REPUBBLICA, DR. DONATO CEGLIE, IL DIRETTORE DELLA SEDE PROVINCIALE INAIL
(ISTITUTO NAZIONALE PER L’ASSICURAZIONE CONTRO GLI INFORTUNI SUL LAVORO), DR. ALFREDO GIORDANO.
Un pubblico oltremodo curioso, attento ed interessato ha preso parte al convegno – perfettamente riuscito, organizzato in ogni minimo particolare dalla dott.ssa Remigia Cavazzuti della EVENT PROMOTION SOCIAL di Casagiove nella sala riunioni dell’Unione Industriali, condotto e moderato con grande professionalità da Raffaele Balletta – sul tema ‘Il costo umano del lavoro – Morti bianche – Speranza Tecnologica’. Dopo il saluto di rito da parte delle autorità intervenute, l’Assessore al Comune di Caserta, Nello Natale, il dr. Giuseppe Liguori, sub Commissario straordinario alla Provincia, l’arch. Massimiliano Santoli, Presidente Gruppo Giovani Imprenditori di Caserta, l’ing. Michele Landolfi, V. Presidente A.N.C.E. (Associazione Nazionale Costruttori Edili), il convegno è entrato subito nel vivo con la relazione del S. Procuratore dr. Donato Ceglie, il quale, nell’evidenziare che ‘il lavoro è alla base della nostra Repubblica ma anche delle nostre sofferenze in quanto le cifre degli infortuni mortali e di eventi traumatici in un mondo del lavoro in furibonda evoluzione, sono drammaticamente elevati’, ha invocato – ponendo l’accento su di una ‘insufficienza dei controlli sui luoghi di lavoro’ – l’istituzione di una ‘Procura nazionale per la sicurezza al fine di rendere omogenei i controlli sui vari territori’. È quindi intervenuto il dr. Alfredo Giordano, Direttore della Sede provinciale dell’INAIL, che ha esordito evidenziando ‘un lavoratore perduto per il lavoro è un insuccesso per la società’ e l’accertato notevole calo – negli ultimi tempi – degli infortuni denunciati ‘probabilmente dovuti alla crisi produttiva ed occupazionale; si registra, tuttavia, un notevole aumento degli infortuni verificatisi sulla strada, sia ‘in itinere’ (effettuando il percorso casa-lavoro e viceversa) si in attualità lavorativa (classici infortuni quelli subiti dagli autotrasportatori e da lavoratori investiti da automezzi in attualità lavorativa)’. Continuando, il dr. Giordano ha informato gli astanti che il nuovo obiettivo dell’INAIL è quello di ‘aiutare le aziende a fare prevenzione, a diffondere sicurezza, a restituire i soldi anticipati’. Ha, infine, concluso annunciando la ‘costituzione di un qualificato team, formato da professionisti preparati che si dedica alla prevenzione ed ai corsi di formazione’. Affidata al prof. Giovanni Greco, autore del testo ‘Il costo umano del lavoro – Morti bianche e speranza tecnologica’ presentato nell’occasione, la chiusura degli interventi. L’illustre docente universitario, un po’ sornionamente, un po’ utopisticamente, un po’ goliardicamente, un po’ seriamente, un po’ facetamente, con la vis oratoria e la verve che gli si riconoscono, ha subito detto che non vede ‘l’ora di mandare in pensione l’INAIL ed i magistrati del lavoro; la possibilità teorica è quella di abbattere tutti i rischi per debellare gli infortuni sul lavoro riducendoli a zero’. Ha poi continuato con un’analisi suggestiva e passionale, propria del politico di lungo corso, dello scienziato, del filosofo, del sociologo, dell’antropologo, sul percorso effettuato dall’uomo nel corso dei secoli lungo la strada del lavoro ed ha terminato consigliando e suggerendo cosa fare e cosa evitare.
Paolo Pozzuoli
La Voce del Volturno
Lunedì 30 aprile 2012, 19.00
1° maggio 2012 di Paolo Pozzuoli
Se è vero come è vero che maggio è il mese dei fiori e dei canti, il mese più bello dell’anno, tutto dedicato alla Madre celeste, il mese che ci dovrebbe arricchire spiritualmente, è altrettanto vero – laicamente parlando – che il 1° maggio è sempre il 1° maggio nonostante, nel corso degli anni, siano stati totalmente stravolti i motivi ed il significato che ne hanno caratterizzato l’istituzione della festa e quindi le manifestazioni che si sono succedute, diffuse e rappresentate in tutto il mondo, eppure proibite con l’avvento del regime fascista. Chiariamo subito che non è stato il 1° maggio a snaturare e a disattendere una tradizione che spiccava per il profondo significato, legato alle lotte per l’affermazione di diritti, per il miglioramento delle condizioni sui luoghi di lavoro ed altre rivendicazioni un tempo impensabili ed improponibili. Siamo stati noi a cambiare come popolo e a trasformarci in quanto persone.
Eravamo additati come un popolo di santi, di poeti, di artisti, di eroi, di navigatori, di emigranti. Qualcosa è rimasto ma, con gli immancabili mutamenti, siamo diventati un popolo di festaioli.
Proprio come registriamo e verifichiamo in certe feste patronali di nostra conoscenza dove il profilo festaiolo, ovvero esteriore, spettacolare, di facciata, ha prevalso e messo da parte l’originario aspetto religioso.
Sentiamo il dovere di auspicare ed auspicarci una massiccia e più sentita partecipazione, un minor numero di eventi spettacolari, una fede sempre maggiore ovvero priva di fronzoli. Non giovano e non servono tanti orpelli. Veniamo distratti da ruberie e tangenti eppure tassati e tartassati a più non posso.
‘La vita è tutta un quiz’ cantava ironicamente nei decenni scorsi l’immenso artista che è Renzo Arbore. Oggi, la nostra vita si affaccia su di un palcoscenico dove si recitano show a soggetto.
Assistiamo nauseati ad accertamenti fiscali che definire esibizionistici è un eufemismo: arrivano in massa – mancano solo la banda di musica ed i fuochi d’artificio – e certe volte l’ispezione si conclude recuperando pochi spiccioli. Proprio come abbiamo letto tempo fa che: ‘un imprenditore di Como, accusato di aver nascosto al Fisco 5 milioni, ha patteggiato un anno e mezzo e concordato con la pubblica accusa un risarcimento pari a 50mila euro, solo l’1% dell’evasione contestata’.
Abbiamo la sensazione di aver fatto un passo indietro di più di due secoli. Quando cioè Giuseppe Giusti, mirabile poeta, ci parlava e descriveva, con sottile ironia, un popolo che soffriva macerandosi nel ricordo di quel che aveva perduto, costretto ad una condizione di vita difficile e pronto ad obbedire perché gli veniva garantito lo stipendio.
Oggi, nonostante circondati da una massa di giovani disoccupati, di padri di famiglia cassintegrati e peggio ancora esodati, di lavoratori sottoccupati e mal pagati e di pensionati i quali, non sapendo più a quale santo votarsi, hanno imboccato la strada che porta alle mense dei poveri dove a pranzo e a cena possono contare su un pasto caldo. E, pur sempre preoccupati per un nuovo asse all’orizzonte, poco propiziatorio dal momento dal momento che ci fa tornare in mente l’infausto degli anni quaranta del secolo scorso; indignati per le ruberie e l’assoluta mancanza di senso civico e morale di tanti maggiorenti che cercano di coartarci al loro ‘stile’ di vita, pronti a farci piangere addosso per le crisi – politica, economica, sociale, esistenziale – di cui non vediamo via di uscita; non avendo certezza del domani, senza preoccuparci di una eventuale mancanza di ‘farina’, prodromo di ‘forca’ nel senso di fine, godiamo abbandonandoci alla festa-evento, giunta quest’anno alla 22esima edizione: “il Concertone di Piazza S. Giovanni a Roma, organizzato dai sindacati”. No! Non ci siamo! Almeno per due buoni motivi: primo perché ‘la festa del lavoro’ non è sinonimo di evasione, svago, divertimento; secondo perché non è questo il momento di lasciarsi tentare e cedere alle distrazioni. Di meglio, ma forse è soltanto un sogno: il raduno oceanico, un minuto di silenzio, un brindisi collettivo con la semplice, modesta, popolare gazzosa.
La Voce del Volturno
ROMA. E’ CADUTO IL SIPARIO SUL 1 MAGGIO, GIUNTO QUEST’ANNO ALLA 28^ EDIZIONE.
di Mattia Branco · Maggio 6, 2018
di Paolo Pozzuoli
ROMA. E’ caduto il sipario sulle manifestazioni che hanno caratterizzato il 1 maggio, giunto quest’anno alla 28^ edizione. Uno solo il tema, “SICUREZZA: IL CUORE DEL LAVORO”. Due le manifestazioni principali: a Prato e a Roma.
Prato, la novità. Roma la tradizione. A Prato in piazza Duomo i segretari generali della Cgil Susanna Camusso, della Cisl Annamaria Furlan, della Uil Carmelo Barbagallo.
C’è chi ha detto che «La somma di mancati investimenti e precarietà ha determinato disattenzione alle norme di sicurezza sul lavoro e, nonostante tanta tecnologia, non la si usa per creare le condizioni di sicurezza. Inoltre c’è tanta ricattabilità che deriva dalla disoccupazione e dalla precarietà», sicchè, «L’aumento dei controlli è una delle strade per risolvere il problema».
E c’è chi ha sottolineato che «Ci sono troppi morti per il lavoro, troppi lutti nelle famiglie. È una cosa inaccettabile, è un bollettino di guerra che nessuno può più accettare; per questo, più investimenti per la sicurezza, più prevenzione e più controlli».
E c’è chi, ancora, nel ricordare che «Oggi siamo allo stesso livello di mortalità del 1911 e questo vuol dire che non stiamo facendo nulla», ha affermato che «Si mette al primo posto il profitto trascurando, omettendo di investire di più sulla sicurezza sul lavoro, e comunque è necessario aumentare le sanzioni».
E, in ultimo, c’è anche chi ha rammentato che «La crescita del lavoro e la sua qualità restano necessariamente centrali per ogni strategia di governo. Il lavoro è la priorità».
Infine, Papa Francesco, nel ricordare che la chiesa celebra la festa di San Giuseppe Lavoratore, ha osservato che ‘garantire l’accesso al lavoro resta l’obiettivo prioritario; ai lavoratori e alle famiglie va data priorità e comunque “il primo capitale da salvaguardare e valorizzare RESTA L’UOMO”.
A Roma, nella piazza S. Giovanni in Laterano, in programma, come da tradizione consolidata, il “concertone”, evento dell’anno, giunto alla 28^ edizione.
Anche qui, stesso tema “SICUREZZA: IL CUORE DEL LAVORO”, ben visibile e leggibile sulla parte più alta del palco.
Ma, dalla “sicurezza” della “festa del lavoro” alla “festa della musica”, il passo è stato breve. Il palco, infatti, ha accolto due bravi presentatori (Ambra Angiolini e Lodo Guenzi), un’arpista affermata (Micol Picchioni), una famosa pianista (la coreana Sun Hee You), 50 straordinari maestri dell’orchestra filarmonica marchigiana, tanti artisti, giovani e big, per tutti i gusti delle migliaia di fan, studenti, ragazzi, adolescenti, arrivati da ogni dove per partecipare a tale evento e poter dire ‘io c’ero’.
Verso le ore 16:30, i bravi presentatori hanno scandito, snocciolando anche numeri impietosi (questi sì da far rabbrividire da lasciare l’amaro in bocca), parole di vasto e rilevante effetto senza però alcun cenno ad eventuali rimedi finalizzati – non diciamo tendenti ad eliminare ogni tipo di infortunio sui luoghi di lavoro – ma quantomeno a ridurne la portata. Tutto questo fra la totale indifferenza degli astanti, per la maggior parte giovani, venuti qui in piazza S. Giovanni per provare dal vivo l’ebbrezza, l’essenza, il significato del concertone, classico, tradizionale evento del 1 maggio.
Quasi contemporaneamente all’inizio dello spettacolo, poco più lontano, in piazza S. Silvestro, vicinissima al Parlamento, venivano posizionate centinaia di sagome, rigorosamente ‘bianche’, simboleggianti i tanti caduti sul lavoro che continuano a metterci a dura prova, a sollecitare la nostra sensibilità, a richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sugli infortuni sul lavoro e, in particolare, sugli eventi mortali che non accennano a diminuire.
Anzi, negli ultimi tempi abbiamo appreso – ed è sconvolgente, pazzesco, da rimanere allibiti, senza parole – che diversi lavoratori hanno contratto neoplasie non con l’esposizione diretta al rischio lavorativo, bensì indirettamente, attraverso cioè quei mezzi di protezione individuali di cui erano stati forniti (scarpe antinfortunistiche e taluni grembiuli anti raggi x?), rivelatisi non elementi protettivi bensì veicoli di trasmissione di agenti neoplastici.
Vanificata dunque la finalità! Come detto, dalla “SICUREZZA: IL CUORE DEL LAVORO”, si è repentinamente passati alla “festa della musica”. E la domanda, rimasta, purtroppo, senza risposta è: quale delle due è la nota stonata in questa giornata pregna di significato? Una cosa è certa: il lavoro su cui è fondata la nostra Repubblica, anche se, mai come oggi, è da creare, da inventare, comunque non può prescindere dalla sicurezza e nemmeno dalla prevenzione; pertanto, non ci può essere lavoro senza mettere in campo, attuare in parallelo le norme di prevenzione.
E neppure in quel lavoro che quotidianamente facciamo nelle nostre case, comunemente detto ‘faccende domestiche’ non possiamo non attuare le norme di prevenzione.
Da Prato ci è giunta l’eco degli interventi delle più alte cariche dei sindacati confederali. Belle parole, pronunciate con particolare enfasi ed anche con malcelato sdegno (invocato quel lavoro da anni carente, evanescente, auspicata una maggior tutela per i lavoratori sui vari cantieri, laboratori, opifici, capannoni, posto l’accento sul lavoro nero, sull’esagerato numero di irregolarità riscontrate presso numerose aziende, ecc.), atte a scatenare prolungati applausi. Per i rimedi, e senza voler guardare una volta tanto in ‘casa’ propria, il riferimento è sempre in ‘casa’ altrui: aumento dei controlli sui luoghi di lavoro con ispezioni mirate da parte dei competenti organi istituzionali ed aumento delle sanzioni. Bene. In epoca non sospetta, assistendo all’(ab)uso di statuire sanzioni sempre di maggiore entità, con un sofferto velo di ironia, proprio su questa testata, abbiamo azzardato “l’Italia è diventata una Repubblica fondata sulle sanzioni”. L’aumento o inasprimento delle sanzioni non è affatto un deterrente.
E non fa nessun effetto sull’imprenditore improvvisato, a volte soltanto un prestanome (e ci vogliono anni e processi prima di venirne a capo), un povero disgraziato quasi sempre nullatenente – e ce ne sono tanti – che dovrebbe accollarsi tutti gli oneri previsti.
Si crea soltanto un contenzioso senza soluzione pratica. L’osservanza delle norme di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro deve essere a totale carico dell’impresa che appalta i lavori. Non può cadere sulle altre piccole aziende subappaltatrici.
Certamente di grande efficacia, validità e giovamento i corsi di formazione e informazione con il solito diplomino finale. Ma la pratica? Quanti di essi vengono fatti anche sul campo, sui posti dove si è chiamati ad operare? (in proposito, si rammenta che una volta esisteva un centro formazione per le maestranze edili dove si recavano i lavoratori per sottoporsi alle prove pratiche propedeutiche alle assunzioni). E c’era anche sui cantieri edili il libro-giornale: il diario del cantiere su cui veniva meticolosamente annotato ogni minimo intervento.
Abbiamo altresì scritto – e lo ribadiamo – che soltanto e solamente un robusto sistema di videosorveglianza potrebbe essere la panacea sui cantieri di lavoro.
Ed un sincero plauso merita il Campidoglio per aver commissionato – una felice e interessante intuizione, un esempio da seguire – delle macchine che captano eventuali buchi e/o i primi accenni di presumibili frane al di sotto del manto stradale.
Ecco, il balsamo, il rimedio idoneo alla prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro: realizzare, inventare macchine, strumenti che abbiano funzioni simili alle tac e/o ai metal detector, tali da rilevare nell’immediato tutto quanto potrebbe nuocere all’integrità fisica ed alla salute del lavoratore (dalle viti arrugginite ai bulloni deteriorati e/o allentati, ecc.). Concludiamo evidenziando l’ultima piaga registrata nel mondo del lavoro: quella concernente i contratti sottoscritti dai lavoratori che entrano a far parte delle cooperative di lavoro.
Sfidiamo ad alzare la mano chi ignora cosa si cela dentro le tante cooperative di lavoro che proliferano all’interno di vasti capannoni dove vengono effettuate movimentazioni di merci (dagli alimentari ai cosiddetti prodotti per la casa, ai tanti altri prodotti con mezzi meccanici intestati ad altre aziende): tutti i lavoratori – non è escluso che, pur di essere occupati ed acquisire così una retribuzione mensile, certa ma modesta e, probabilmente senza poter rendersene conto – hanno sottoscritto contratti da soci; il che sta a significare una paga di gran lunga inferiore ai contratti sindacali e prestazioni lavorative che prescindono da ogni plausibile orario di lavoro.
E sfidiamo ad alzare la mano chi, neanche per sentito dire, ha saputo di infortuni di una certa gravità che hanno colpito diversi soci-lavoratori. Ecco, questa è la piaga, il nuovo marcio da estirpare. Chi ha facoltà, il compito di intervenire ed il potere di annullare tali contratti sottoscritti in qualità di soci-lavoratori? Purtroppo, il variegato mondo del lavoro, gli infortunati e le vittime mortali sui luoghi di lavoro non sono – come vorremmo – soggetti a quelle attenzioni quotidiane che sono dovute e meritano. Ci si ricorda soltanto due volte l’anno, in occasione di due importanti ricorrenze: 1 maggio (festa del lavoro) e 2^ domenica di ottobre (giornata dedicata alle vittime sul lavoro), indetta dall’Anmil (Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi sul Lavoro).