ARIENZO. PARTITO DALLA CHIESA DI SANT’AGOSTINO IL CICLO DELLE CELEBRAZIONI PER RICORDARE IL 150° ANNIVERSARIO DELL’UNITÀ D’ITALIA.
di Paolo Pozzuoli
Introdotto da Mons. Francesco Maria Perrotta, coordinato dall’Avv. Antonio Giusso, in veste anche di moderatore, ed i saluti istituzionali da parte del sindaco, Dr. Giuseppe Medici, è ufficialmente iniziato il ciclo di celebrazioni che Arienzo dedica al 150° anniversario dellÂ’Unità dÂ’Italia. LÂ’altra sera il primo appuntamento e quindi il primo convegno dal titolo <<LÂ’ALTRA FACCIA DEL RISORGIMENTO>>. Un convegno di estremo interesse storico, culturale, religioso, etico, di costume, vivacizzato dai due illustri relatori che, per le attività esercitate, opere e scritti, non hanno certo bisogno di presentazioni: lÂ’Avv. Pasquale M. Onorati ed il Prof. Pasquale Giustiniani. I quali, con stile, verve, argomentazioni di tutto rispetto e tante citazioni inedite, hanno reso vive e briose la relazione sul tema “Chiesa e Risorgimento” e lÂ’esposizione-presentazione del libro “Quando l’Italia era solo il Sud” dellÂ’On. Angelo Manna, rispettivamente, catturando lÂ’attenzione di un pubblico particolarmente interessato e concentrato che, nonostante lÂ’inclemenza del tempo, ha affollato la Chiesa di SantÂ’Agostino, sede del convegno, dal cui tetto filtravano impietosi e perversi gli effetti di un collerico giove pluvio. Diversa e contrastante – questa, in verità , la sensazione percepita – la reazione del pubblico nel prestare la dovuta attenzione sia alle parole pronunciate dallÂ’Avv. Onorati che a quelle del Prof. Giustiniani: colti momenti di reazione, un certo qual senso di disagio ed un pizzico di repulsione quando, con il primo, è stato ‘costrettoÂ’ (il pubblico) a sorbire, il controverso rapporto fra Stato Sardo ed il Papato e la Chiesa e lÂ’annosa guerra scatenata dal medesimo Stato contro gli ordini ecclesiastici per incamerarne beni ed immobili; con sollievo ed ammirazione, invece, ha appreso delle lotte, dei contrasti, degli scontri quotidianamente messi in atto sia attraverso lo schermo di Canale 21 che dalle pagine dei testi pubblicati da Angelo Manna, personaggio scomodo ma leale, sanguigno ma generoso, veemente per la vis oratoria, coraggioso nella dialettica, di vasta e profonda cultura che, spingendolo a spaziare dalla storia alla filosofia, dalla letteratura alla poesia, dallÂ’antropologia alla archeologia, lÂ’ha portato a fondersi nella politica dove riteneva di poter trovare una collocazione sublime al fine di poter giovare al ‘suoÂ’ popolo che continuava a subire, sempre più oppresso e prevaricato da intolleranti ed indebite ingerenze. In proposito, Antonio Giusso ha riferito che “Angelo Manna affermava e sosteneva con vigore che <non esistono più sudditi ma uomini e donne che inseguono diritti>”. Bene, ritornando a Mons. Perrotta, va ricordato che, dopo aver ringraziato relatori e pubblico e presentato i fratelli di Angelo Manna, Aldo, avvocato, e Nino, musicista, ne ha ‘raccomandatoÂ’ il volumetto ‘Quegli assassini dei fratelli dÂ’ItaliaÂ’, uno spaccato di tutto quello che fecero i piemontesi quando lÂ’Italia era il Sud; ha poi evidenziato come “il territorio di Suessola sia stato sempre interessato a razzie e saccheggi; prima i francesi che incamerarono tutti i beni dellÂ’A.G.P. e poi i piemontesi i quali, allontanati sacerdoti e monaci, confiscarono e quindi incamerarono gli immobili per poi ‘svenderliÂ’ avendo estrema necessità di fare soldi”. È intervenuto subito dopo il sindaco, Giuseppe Medici il quale, dopo aver ringraziato e salutato, anche a nome dellÂ’amministrazione, organizzatori, relatori e pubblico presente, ha posto lÂ’accento sui “valori veri ai quali bisogna riportarsi per poterci affrancare da angherie, soprusi, ecc.: Patria, libertà , democrazia e gioventù, consapevole, nel Risorgimento, a lottare dando il sangue e la vita”. Dotta, circostanziata ed arricchita da tutta una serie di particolari straordinari e sconvolgenti la relazione di Pasquale M. Onorati che ha messo in evidenza “le divisioni che regnavano allÂ’interno della Chiesa e lo stato di ‘necessità ’ dei piemontesi i quali, presentando un deficit di ben 721milioni di lire, emanarono, per poter rientrare, tutta una serie di leggi contro gli ordini religiosi (Â… svariati furono soppressi ex lege on. Bottazzi, patriota risorgimentale, anticlericale per eccellenza ma Â… amico di don Bosco cui, al fine di evitare i gangli delle leggi, suggerì di sostituire il nome dellÂ’ordine religioso con uno riferibile ad unÂ’associazione, quello dei sacerdoti con altri, quali ispettore, ecc., e di fare svestire a tutti lÂ’abito religioso) ed i loro rappresentanti (decine e decine furono i vescovi ed i sacerdoti processati, accusati di ‘abuso di armi spiritualiÂ’, tanti condannati ed alcuni anche fucilati) per confiscarne i beni che furono messi allÂ’asta e quasi tutti acquistati da persone facoltose, spinte dal business, nonostante la minaccia di scomunica da parte dellÂ’autorità religiosa”. Considerata la pienezza di particolari della relazione, avremmo gradito che lÂ’Onorati – lÂ’ha superato senza illustrarci i motivi – avesse trattato e quindi parlato anche delle profezie di don Bosco e delle lettere indirizzate a Casa Savoia per informarne il Re! Il Prof. Pasquale Giustiniani, a conclusione del convegno, con speciale verve che caratterizzava Angelo Manna, ne sembrava brillantemente ispirato lanciando tutta una serie di domande, audaci, provocatorie, sagaci, spudorate, alle quali dava altrettanto risposte, tutte a tono, a partire dalla prima, così formulata: sapete cosa andremo a festeggiare il 17 marzo 2011? Sono pronto a scommettere che tutti mi dite ‘il 150° anniversario dellÂ’Unità dÂ’Italia!Â’. Ebbene, il 17 marzo 1861 Camillo Benso di Cavour annunziò con sommo gaudio che era stata promulgata la legge, articolo unico, che recitava: “Il re, Vittorio Emanuele II, assume per sé e per i suoi successori il titolo di re dÂ’Italia”.
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