Archivio di Stato: una vicenda surreale
Nadia Verdile nel suo recente articolo è ritornata in modo impietoso sulla vicenda dell’Archivio di Stato di Caserta, che appare sempre più scandalosa e per certi aspetti surreale. Infatti, i lavori avviati nel 1995 per la ristrutturazione dell’Emiciclo Vanvitelliano allo stato sono fermi e nessuno sa dirci quando riprenderanno e potranno essere portati a termine per dare finalmente una sede dignitosa al nostro Archivio di Stato, un luogo di conservazione e di documentazione, di studio e di ricerca per la nostra memoria storica ed identità civile. Per quest’opera sono stati già stanziati oltre 15 milioni di Euro, che si vanno a sommare alle altre ingenti spese pubbliche già sostenute dalla Stato.
Con rammarico constatiamo che l’Archivio per ora non riesce a trovare una adeguata allocazione, anche se provvisoriamente è stato allocato nei locali della Reggia Vanvitelliana, dove sono in corso altri interventi di adeguamento strutturale. Ma ancor più inaccettabile il fatto risulta il fatto che il Mibac continua a pagare il fitto dei vecchi locali siti in una palazzina alla periferia della città per un ammontare che supera i 150.000 euro all’anno, senza un valido contratto di locazione dal 2014 (come è stato denunciato in vari interrogazioni parlamentari).
Come se non bastasse nel 2018 in maniera frettolosa sono stati trasferiti una parte dei documenti e dei materiali in un deposito sito nella zona del Volturno Nord (dove si paga un canone di altri 80.000 Euro annuali). E non finisce qui, in quanto il ricco patrimonio della biblioteca storica di Terra di Lavoro giace depositato in cartoni nella sede dell’Archivio di Benevento, ed attendono di essere riportati, catalogati e resi fruibili nelle nuova sede di appartenenza. Si tratta di miglia di volumi e documenti, alcuni dei quali fondamentali per la nostra storia economica e sociale, tra cui oltre 3000 volumi del fondo Paolo Broccoli, nonché quelli del fondo Giuseppe Capobianco e Mario Pignataro).
In questo modo da decenni lo Stato continua a spendere ingenti risorse senza alcuna prospettiva per la ricollocazione definitiva del nuovo Archivio di Stato. Per fare chiarezza su questo scandalo è stato richiesto anche l’intervento della Corte dei Conti per verificare come vengono utilizzati i fondi pubblici.
Come ha ribadito N. Verdile nel suo articolo su Il Mattino, è giunto il momento che il principale ente Mibac faccia chiarezza su come procede il trasferimento di una sua struttura in periferia. Ma anche altri enti pubblici sono chiamati in causa, a partire dalla Direzione della Reggia e dalla Sovrintendenza dei Beni Culturali ed Archivistici. Nello stesso tempo sarebbe utile e doveroso che anche le istituzioni locali ( il Comune e la Provincia di Caserta) si facessero sentire per fare in modo che Terra di Lavoro finalmente possa fruire di un servizio fondamentale per la comunità , ma anche per il mondo della ricerca storica.