AMM FERNUT E IUCÀ ( ABBIAMO FINITO DI GIOCARE )
di Andrea Dente per la dipartita del nostro amico Luigi Giardina(Giggino)
C’era una volta un gruppo di fratelli , Giggino , Fonzo  e  Ndrè .
Giggino, era Luigi Giardina , Fonzo , Alfonso Izzo  e Ndrè  Andrea Dente.
Non erano fratelli di sangue , ma fratelli di vita .
Erano professionisti seri , esperti in Consulenza del lavoro  e in relazioni industriali .
Si erano conosciuti negli anni ottanta , erano stati indicati dalla base Ordinistica Regionale Campana , come  rappresentanti della  categoria per portare avanti nelle assise nazionali,  le ambasce e le problematiche  dei colleghi  che avevano dato loro  mandato e fiducia .
Erano tutti e tre iscritti alla stessa associazione di categoria , ANCL ( Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro ).
Provenivano da Nocera ( Gigino ) da Pagani ( Fonzo ) e da Napoli ( Ndrè ).
Dei tre, Andrea era quello che per esperienza maturata sul campo era il riferimento della triade Campana  , tant’è che, Fonso , scherzosamente lo chiamava “ Ndrè o politologo “.
Prima delle assise , Andrea era solito convocare i colleghi in menzione per meglio interagire nelle discussione  onde evitare duplicazioni e/o sovrapposizione di interventi.
Questo studio di  strategia , divenne   nel tempo , un antimurale   politico per smorzare il  fronte delle   gerarchie territoriali consolidate , fu il primo passo all’applicazione del codice Cencelli .
All’inizio  dell’avventura , questi sprovveduti , partivano  e si organizzava secondo le proprie tempistiche e le esigenze di studio .
Uno stress notevole , le percorrenze venivano fatte con le proprie auto , i chilometri da percorrere erano tanti , così come pure le spese , i rimborsi non erano previsti , erano i Don Chisciotte  della situazione , andavano  incontro ai mostri che mulinavano  le pale dei loro mulini a vento .
E come il Don ,anche loro  avevano i loro  ronzini , non certo le auto Turbo Diesel dei colleghi Nordici , i nostri amici  eravamo definiti ironicamente   i Sudici .
Un atteggiamento questo , derivante della consapevolezza   della preparazione tecnico giuridica e della  confidenza che avevano i Sudici con la penna .
Quanti appellativi , ingiurie e accostamenti meschini subivano  , ma ciò dava loro ancora più forza .
I nordici , potevano anche avere lacune tecnico-politiche,  ma avevano i numeri , erano all’unisono compatti nella spartizione dei ruoli .
I sudici  però , nonostante la preparazione e le abilità tecniche , avevano il disturbo della belligeranza .
Dal Garigliano in giù ogni provincia era un tribunale , ogni regione era un senato .
Non si riusciva a mettere insieme due teste .
Questo contribuì,  per anni ad una subdola sudditanza .
Ma i nostri tre amici erano tosti , “ ferrigni “ come diciamo al sud e non si lasciavano impressionare, tenevano le palle .
Ma nonostante  gli attributi ,  dovevano combattere anche con le loro  situazioni economiche e i tempi di gestione del mandato .
Quante volte hanno  riposato nelle aree di servizio  , dormire in albergo aveva un costo , e  questo non poteva essere un carico  per le famiglie  era già troppo la loro disponibilità .
Una sera dopo un’assemblea concitante e tesa, i colleghi tutti decisero di andare a cena, erano presenti diverse decine di colleghi, Nordici e Sudici  .
Al termine della cena venne il cameriere a portare il conto .
Giggino e Fonzo  , pensavano ,   come usanza meridionale , che  il conto venisse ripartito in parti uguali tra i commensali, invece i colleghi Nordici  chiesero per ognuno di loro il conto di ciò che avevano mangiato e bevuto singolarmente .
Fu uno shock per Giggino e Fonzo , riscontrarono  nei fatti , che le nonostante la stretta di mano in quel di Teano nel  1861 , tra Vittorio Emanuele II e Don Peppino Garibaldi , la commistione tra le etnie del territorio , degli usi , costumi e ideologie dei popoli era solo “ nu†strumientâ€Â    per stronziare i colonizzati .
Ma questo è un altro argomento che verrà rimembrato e trattato a parte in un prossimo futuro .
La cena per certi aspetti fu positiva , Giggino e Fonzo  capirono   non solo le metodologie politiche di categoria ma anche i personaggi, recepirono  che  bisogna lavorare di braccia, gli scogli da superare erano  scivolosi e infidi.
All’inizio  Giggino e Fonzo erano ingessati , non si conoscevano  e  non conoscevano l’ambiente ,  erano nel pieno  del modello di DISTRICT MANAGER , con regole e registri.
Il metro cambiò improvvisamente , bastò una serata alla Grotta Azzurra , noto ristorante romano , i tre discussero le metodologie e strategia da condurre sia nelle trattative che negli , interventi .
Fu una serata stupenda , mangiarono e bevvero alla Campana , con frutti di mare , pesce fresco e vino del Volture , il ristoratore  era di Castellamare di Stabia .
Dopo pranzo i tre si inoltrarono nei vicoli di San Giovanni in Laterano , camminarono per ore,  discussero  al sapore del tabacco di Giggino  che ne aveva sempre una scorta ben fornita .
Avevano formato un gruppo , I TRE , TRE
La rappresentanza politica regionale era diventata il gruppo di famiglia .
Nei giorni a seguire , anche dopo gli impegni istituzionali i tre continuarono a sentirsi e vedersi , il contatto tra i tre,  oramai divenuto era un cordone ombelicale .
Ogni opportunità era motivo di incontro , in alternativa i cellulari diventavano di fuoco .
Non potevano stare lontano l’uno da gli altri , si vedevano o sentivano quotidianamente nonostante le distanze..
Ogni opportunità era motivo di incontro, ma  dove finivamo ? Cosa facevano ?
Le serate finivano sempre a  cena   sulla riviera di Napoli , Salerno o Pozzuoli.
Rientravano a casa  con una serenità  d’animo completa , gli argomenti vertevano sempre sulle problematiche di categoria , si parlava solo di quello .
Ma il momento più bello a fine serata era come trattenere Giggino e il suo Drink , spesso Fonzo e Ndrè lo dovevano prendere con la forza .
Per Giggino era prassi finire la serata con un po’ di allegria , era un’ira di Dio avrebbe passato l’intera vita in strada, la giornata quando stavano insieme non doveva mai finire.
Durante i convegni , i congressi e le assemblee trovare Giggino in sala era come trovare l’ago nel pagliaio .
Spesso Fonzo raggiungeva Andrea e gli domandava “ ma Giggino a do sta “ Affò a do po sta , o al bar o a chiaccherià  con qualche collega  fuori dalla sala “.
Era tremendo , si impernacchiava di tutto pizzo e andava a fare “ o farenell “ da per tutto tranne che sedersi ai lavori organizzati .
Quando poi Andrea lo cazziava per il suo comportamento  , Giggino lo guardava con quegli occhietti cerchiati dagli occhiali e gli rimandava la solita sua fragorosa risata “ ma io ero seduto la in fondo non mi avete visto ? Era nu bugiardone incallito, negava la palese evidenza .
Guardandolo non si poteva far altro che ridere, Alfonso si metteva le mani al volto e diceva “ ma chist è pazz !!
Giggino non era gestibile , Andrea era l’unico che riusciva a tenerlo al morso .
Con Alfonso era un continuo litigio , iniziavano dal mattino , ma Alfonso da buon incassatore lo mandava a fan culo delicatamente .
Giggino quando pigliava la Nziria con Alfonso era terribile , non gli rivolgeva la parola per giorni pur stando insieme le intere giornate .
Spesso quando si riferiva ad Alfonso parlava per terzi e rivolgendosi ad Andrea domandava “ vedi se  “ o racchiapampin ( era il nomignolo che aveva dato ad Alfonso)  vuole venire a prendere nu Drink .
Alfonso si infuriava “ ma perché ti rivolgi ad Andrea, tu non sai parlare? E Giggino in risposta spesso lo mandava a quel paese .
Senza parlare poi dei suoi lunghi silenzi  quando qualcosa gli andava di traverso .
Giggino è stato sempre un personaggio , aveva un caratteraccio , guai a contradirlo, ma era un simpaticone ma soprattutto era un bambinone , non avrebbe mai nociuto ad una mosca .
Aveva scatti improvvisi , ma come  venivano così gli passavano .
I tre per decenni  si sono frequentati con le famiglie hanno fatto assieme ferie , capodanni e compleanni , nonostante i continui battibeccarsi i tre si volevano un bene dell’anima .
Solo negli ultimi tempi non si sono visti, ma si sentivano spesso e si tenevano informati anche sulle questioni di salute che la maledetta vecchiaia  regalava loro .
Raccontare Giggino ci vorebbe un TIR di carta, ma Alfonso ed io unitamente alle nostre famiglie lo portiamo nel cuore anche se prematuramente la signora in nero se le preso agli affetti dei suoi cari .
Non ha fatto nulla per evitare la visita di quest’ultima , come da giovane ha continuato nel suo smodato modus vivendi .
Ma a ben pensarci forse era quello che voleva, non ha tralasciato nulla in vita è finito sazio e contento .
Anche il giorno della sua dipartita , Giggino aveva un volto sereno , sembrava stesse dormendo , aveva stampato sul viso ancora quel suo sorriso ironico  e birichino.
E stata una delle giornate più brutte della mia vita, ma ho avuto modo di accarezzarlo e baciarlo per l’ultima volta .
Alla famiglia Giardina , a nome di Alfonso e mio personale , unitamente alle nostre famiglie ,ribadiamo la nostra stima e amicizia anche se Giggino ci ha lasciato fisicamente , il suo spirito è sempre tra Noi
Ciao Giggi , ti vogliamo bene  e non ridere da lassù , tanto , prima o poi c’amm cuntrà !!
                                                               Andrea