Frequentando le rive del Volturno, principale corso d’acqua dell’Italia meridionale, nella zona che va dal ponte Quattroventi a valle, da qualche anno la vita animale in ogni sua forma è finita. Per rendersene conto basta costeggiare il Volturno nel tratto che ba
gna i comuni di Alife, Baia e Latina, Dragoni, Alvignano e praticare alcune specifiche località , come ad esempio Boscarello, Fontana Canapa, Ponte Margherita e S. Simeone. Si trova di tutto
, ma ciò che è più grave bisogna munirsi di mascherina per accedere in quei luoghi che una volta rappresentavano un posto di svago per i tanti appassionati di canna ed amo. Il colore dell’acqua assomiglia molto a quella di una cloaca a cielo aperto e non potrebbe essere altrimenti considerato che vi si trovan
o rifiuti di ogni genere, carcasse di animali e liquami che, molto probabilmente, alcune aziende agricole presenti sul territorio scaricano direttamente nell’alveo del fiume. Proprio per questi motivi i volontari del WWF della provincia di Caserta domenica 2 maggio, nell’ambito della campagna Liberafiumi 2010, hanno ritenuto opportuno partecipere al monitoraggio dello stato di salute del fiume Volturno. L’iniziativa prevede di verificare, attraverso la compilazione di apposite schede, lo stato delle sponde del fiume, delle zone di esondazione, l’urbanizzazione presente, le situazioni a rischio e lo stato de
lla biodiversità , in particolare delle comunità ittiche (i pesci, infatti, sono efficaci indicatori biologici). I primi risultati del censimento verranno comunicati il 16 maggio, durante la Giornata nazionale delle Oasi. La raccolta dei dati sarà anche l’occasione per fare dei paragoni tra la situazione attuale e quella censita ben nove anni fa durante la prima edizione della campagna.La situazione dei nostri corsi d’acqua è infatti critica a causa del diffuso dissesto idrogeol
ogico, della non buona qualità delle acque e della progressiva perdita di biodiversità , evidenziata dall’elevato numero di pesci delle nostre acque interne in pericolo di estinzione. Il WWF Italia, che già negli anni passati ha realizzato campagne sui fiumi con grande mobilitazione di volontari (1980,1990, 2001 “WWF Liberafiumiâ€) e il coinvolgimento di molti soggetti (Parchi, Associazioni di categoria, ANBI, UPI, ANCI, ecc.), vuole con forza richiamare l’attenzione di tutte le istituzioni
affinché si possa garantire il mantenimento o il raggiungimento del “buono stato ecologico†degli ecosistemi d’acqua dolce entro il 2015, come previsto dalla Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE.
Pietro Rossi