+ VANGELO (Mc 9,2-10)
Giovedì 6 agosto 2015
XVIII settimana del Tempo Ordinario
TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE
+ VANGELO (Mc 9,2-10)
Questi è il Figlio mio, l’amato.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per Te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’Uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. Parola del Signore
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Per riconoscere Gesù come Figlio di Dio, si deve prestare attenzione alla voce che viene dal Cielo: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltateloâ€. La voce è quella del Padre e si fa sentire dopo la Trasfigurazione del Figlio, alla presenza di Mosè ed Elia, che rappresentavano per gli ebrei la Legge e i Profeti.
Come la Trasfigurazione era riservata a pochi intimi, lo stesso vale per le parole del Parole che confermano Gesù come il Messia, l’atteso delle genti. Con queste poche parole il Padre proclama solennemente adempiute le profezie dell’Antico Testamento, a beneficio di tre dei Dodici Apostoli, i pochi scelti dal Divino segreto ad assistere alla Trasfigurazione del Signore.
Se fossero stati presenti i Dodici non avrebbero avuto più dubbi su Gesù, invece la pedagogia Divina, che è perfetta, ha voluto lasciare nove dei Dodici nello stato spirituale della ricerca, Dio non voleva dare ad essi una sicurezza che non avrebbe fatto guadagnare loro molti meriti.
La scelta di Gesù, come tutte le altre, era finalizzata al bene dei nove assenti, per questo disse a Pietro, Giacomo e Giovanni di non dire nulla. “Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’Uomo fosse risorto dai mortiâ€.
Alle volte molti credenti che non ricevono subito le Grazie richieste, si lamentano e preoccupano, ma non comprendono il vero motivo della strategia di Gesù per farli crescere nella Fede, con il distacco dalle cose materiali inutili. Da sé una persona difficilmente riesce a distaccarsi da certi vizi o inclinazioni che vanno contro il Vangelo, allora Gesù li lascia nel limbo, in attesa del loro cambiamento.
Perché il desiderio di Dio è quello di renderci tutti quanti trasfigurati, vuole farci diventare simili a Lui e se lo desidera vuol dire che questo è possibile. Ci vuole elevare dalla materia e da una vita insignificante, Egli interviene mille e mille volte nella nostra vita per farci cambiare e rinnovarci intimamente.
Ma sono veramente pochi quelli che rispondono con coraggio a questo invito e spesso avviene nella sofferenza. Chi soffre è debole!
Chi non riesce a superare una prova o una malattia, ricorre a Gesù e alla Madonna, magari dopo avere interpellato tanti esperti.
Questa solenne ricorrenza della Trasfigurazione di Gesù ci ricorda che tutti siamo chiamati a modificare la nostra vita, ognuno secondo i suoi sforzi ma che ci siano giornalmente. Piccoli ma costanti. Qui si scopre la vera realizzazione della vita, in queste situazioni il cristiano scopre di essere amato da Dio e di ricevere continui aiuti dalla Madonna.
La Trasfigurazione di Gesù davanti ai tre Apostoli aveva ovviamente un fine formativo, innanzitutto erano i tre che più degli altri si erano donati interamente alla causa del Signore e meritavano di assistere alla Trasfigurazione.
Erano due fratelli e Pietro. In essi Gesù vedeva molto di più dei semplici pescatori. Gesù vede ognuno di noi non come siamo ma come vorrebbe farci diventare, quindi trasfigurarci, renderci creature nuove.
In Simone bar Jona vede Kefa, Pietro, la roccia su cui fondare la sua Chiesa; in Giovanni intuisce il discepolo dalla più folgorante definizione di Dio: Dio è Amore; Giacomo sarà “figlio del tuonoâ€, uno che ha dentro la vibrazione e la potenza del tuono.
Cosa vuole Gesù da ognuno di noi?
Lo sguardo di Gesù è uno sguardo creatore, una profezia. Lasciamoci guardare dentro da Gesù, prima però gettiamo via ciò che è contrario al Vangelo come i vizi, e riempiamoci del suo amore, della verità , della bontà , della docilità , della pazienza e dell’onestà intellettuale.