IL CORAGGIO DI UNA SCELTA

DI RAFFAELE CARDILLOregione_campania

Il prossimo 31 maggio sarà presumibilmente la resa dei conti per il futuro politico ed economico della Regione Campania.

Siamo stati subissati da paurosi silenzi, da inadempienze e inoperatività che hanno messo a nudo una classe politica, tutta intenta a bivaccare e gozzovigliare nelle stanze del potere, perdendo di vista quelle che erano le sacre istanze di un popolo ridotto allo stremo e privo di interlocutori istituzionali, incapaci di promuovere delle progettualità tese a migliorare la qualità della vita o, perlomeno, fornire delle aspettative a chi è alla disperata ricerca di un futuro che possa garantirgli la sopravvivenza.

A cosa bisogna appigliarsi in un mondo dove la precarietà la fa da padrona, un insopportabile lezzo di flatus vocis dei soliti noti, che ci propinano stantii programmi di probabili resurrezioni che si rivelano, poi, delle oscene prese in giro.

Assistiamo, inoltre, allo spettacolo disgustoso del teatrino della politica, con personaggi che si piccano di interpretare Shakespeare senza conoscerne i rudimenti: delle macchiette, dei guitti della Commedia dell’Arte che affollano la platea del Parlamento, imbrattandone le pareti con atteggiamenti insulsi e provocatori, fornendo uno spettacolo indecoroso agli occhi del mondo.

Nel mentre il popolo sovrano si dibatte nell’indigenza assoluta, i nostri eroi si rimpinguano le tasche con i loro privilegi, non curandosi dello sfacelo economico che affligge il pianeta Italia, una totale assenza di solidarismo verso i fratelli più sfortunati.

Da qui l’allargamento del fossato tra il mondo politico e quello di cittadini, una frattura ormai insanabile con sbocchi futuri perigliosi.

Un quadro apocalittico a tinte fosche è quello che viene materializzandosi e al momento non s’intravede la fatidica luce in fondo al tunnel!

Quali correttivi usare, quali accorgimenti adottare?

In democrazia quando la sovranità appartiene al popolo, si ricorre all’esercizio del voto che dovrebbe stravolgere ogni palese ingiustizia e ribaltare presunti attentati agli organi statutari.

Questo almeno in teoria, ma cosa potrebbe accadere se col varo di una nuova legge elettorale non perfettamente connotata e che si presta a eventuali profili d’incostituzionalità?

Non osiamo esprimere pareri, tuttavia confidiamo nel buon senso di chi al vertice, che possa imprimere i necessari correttivi per sgombrare il campo da innominabili tentazioni.

Tornando ai fatti di casa nostra, non che la situazione sia delle più floride e non si discosta dal quadro nazionale, il copione è sempre lo stesso fatto da una miriade di candidati, taluni senza una precisa collocazione politica che pur di raggiungere l’obiettivo, si buttano nell’agone alla ricerca di un probabile risultato.

L’imbarazzo di noi elettori, nel poter esprimere liberamente l’esercizio del voto, al di là di un giustificabile credo politico, viene ad essere coartato da richieste di adesioni che fanno leva sul sentimento e altre romanticherie che naturalmente cozzano contro idee inveterate e precostituite.

Un maledetto pasticciaccio che, comunque, si debba risolvere senza che si creino turbative che possano avvelenare dei rapporti di vicinanza, instaurando un clima di reciproca comprensione facendo leva sull’intelligenza e la ragione, doti che, vivaddio, non difettano in caso di possibili conflitti dialettici.

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

Potrebbero interessarti anche...