Il 16 marzo i dipendenti della Banca d’Italia incroceranno le braccia.
 Lo sciopero è stato dichiarato per le Filiali di Agrigento, Ascoli Piceno, Avellino, Caserta, Caltanissetta, Como, Cosenza, Cuneo, Grosseto, La Spezia, Latina, Lecce, Livorno, Messina, Novara, Pesaro, Pescara, Pisa, Ragusa, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Sassari, Siena, Sondrio, Taranto, Trapani, Treviso, Udine, Varese, Vicenza, Viterbo.
Si tratta di una prima iniziativa, hanno dichiarato i Segretari Nazionali di Falbi-Confsal, Fisac-Cgil, Fiba-Cisl e Uilca, a cui faranno seguito ulteriori scioperi e manifestazioni, incontri con le Autorità locali, con le Associazioni che tutelano i consumatori e i cittadini, con gli operatori pubblici e privati.
ll Vertice dell’lstituto deve rinunciare al pericoloso progetto di smantellamento delle Filiali da cui discenderebbero gravi e irrimediabili ripercussioni sui servizi resi gratuitamente ai cittadini e si evidenzierebbe una perdita di ruolo e di credibilità per tutta l’Istituzione.
Alle 33 Filiali chiuse nel 2007, se ne aggiungerebbero altre 22.
E ciò quando, invece, la domanda che viene dai cittadini e dalle imprese è di ben altro segno e spessore.
Ancora più grave è l’arretramento della Banca d’Italia riferito alla gestione del contante che è un’attività strategica per il Paese; se passasse il progetto del Vertice assisteremmo a uno scadimento dell’efficacia e della sicurezza del servizio reso. Un abbandono del territorio danneggerebbe anche i controlli sugli operatori del contante che, sempre più, sono sconvolti da scandali di proporzioni
crescenti.