Gioele Magaldi: “Mattarella? L’ha suggerito Draghi, operazione massoneria”

Gioele Magaldi: “Mattarella?

L’ha suggerito Draghi, operazione massoneria”

 

Libero (31 gennaio 2015)

 

Sergio Mattarella Presidente della Repubblica

Sergio Mattarella
Presidente della Repubblica

ll nome di Sergio Mattarella? L’ha suggerito a Renzi Mario Draghi e tutto farebbe parte di un disegno massonico. È quello che sostiene Gioele Magaldi, Gran Maestro dell’Oriente Democratico una delle logge della massoneria italiana.

È stato intervistato da Fanpage: Il giornalista ha chiesto una valutazione sulla possibile elezione di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica.

“È una operazione suggerita a Matteo Renzi da Mario Draghi, il venerabilissimo Mario Draghi è uno dei personaggi più influenti d’Europa”.

L’elezione di Mattarella secondo l’esponente della massoneria italiana sarebbe parte di un operazione più grande, “Matteo Renzi in difficoltà sul piano del consenso interno con questa operazione si accredita presso il salotto buono delle massonerie aristocratiche europee ed atlantiche”. 

Retroscena –

La fine del patto del Nazareno sarebbe –secondo il Gran Maestro– la chiusura del rapporto tra Renzi ed una parte della massoneria italiana di livello medio basso per permettere al presidente del consiglio un salto di qualità verso una prestigiosissima loggia massonica europea.

I grandi sconfitti sarebbero Berlusconi ed i suoi uomini più vicini come Gianni Letta e Denis Verdini. “Berlusconi ne esce sconfitto in maniera più simbolica che sostanziale, Denis Verdini invece era il garante del patto del Nazareno con una parte della massoneria di livello medio basso, ed è uno degli sconfitti di questa virata di Renzi”.

 

Mattarella ha avuto 665 voti, considerando la sua persona il totale è 666

Chi c’è dietro l’elezione del nuovo presidente? Sarà veramente a favore degli italiani?

 

 Mattarella al Quirinale per liquidare i cattolici

 

di Stefano Fontana

(La Nuova Bussola Quotidiana) 31-01-2015

 

Qualche giorno fa La Nuova Bussola aveva pubblicato un articolo sulle elezioni presidenziali dal titolo: “Non un cattolico”. Invece è stato eletto proprio un cattolico, Sergio Mattarella. Abbiamo quindi perso?

Certo, abbiamo perso, ma questo non significa aver sbagliato. Che un quotidiano come La Nuova Bussola chieda che al Colle non salga un cattolico è già di per sé strano e indicatore di un tempo di confusione. Che poi un Parlamento in cui i cattolici sono una sparuta e scomposta minoranza elegga proprio un cattolico è la cartina al tornasole di una anomalia ormai strutturale e fuori controllo.

Facciamo un semplice ragionamento. Stanno transitando in Parlamento molti disegni di legge che, se approvati, sconvolgerebbero in profondità – anzi capovolgerebbero – la società italiana, cominciando dalla famiglia e arrivando poi a tutto il resto. Il disegno di legge Scalfarotto, il Cirinnà e il Fedeli – solo per attenersi ai più noti – aprirebbero alla dittatura omosessualista, ai matrimoni gay con adozioni e (domani) filiazione tramite l’eterologa, all’insegnamento gender nelle scuole obbligatorio per tutti. Distruggendo la famiglia si arriva sempre ad un regime dittatoriale. Per il semplice motivo che per negare la natura ci vuole un grande potere, che solo le dittature posseggono. Ammettiamo, quindi, che tutto questo “pacchetto” – nonostante le proteste di piazza – venga approvato: tutte quelle leggi avranno la firma del nuovo Capo dello Stato Sergio Mattarella. La firma di un Presidente cattolico. Del resto, Mattarella, “uomo delle istituzioni”, non potrà farci nulla, appunto perché “uomo delle istituzioni”.

Copioni di questo genere ne abbiamo già visti molti. L’Italia cattolica non c’è più, ma i cattolici servono ancora perché sono loro che devono – da “adulti” – completare l’esodo del popolo italiano dall’Italia cattolica. Il modo migliore per fare questo è essere “uomini delle istituzioni”. Basta pensare che la Costituzione sia superiore al Vangelo e il gioco è fatto.

Sergio Mattarella è “cattolico”, ma, come si sa, di cattolici oggi ne esistono di diversi generi. Quello di Mattarella è il genere della vecchia “sinistra DC” che oggi ha come una rivincita postuma.

Postuma perché è morta come corrente, essendo transitata dalla DC alla Margherita e al Partito Democratico ed essendo approdati i suoi uomini residuali al Partito socialista europeo. Mattarella oggi non la rappresenta perché essa non c’è più. Però rappresenta una storia e una cultura, il cui scopo era la propria estinzione, diluendo il cattolicesimo democratico in una laicità accettata nella sua radicalità.

Scopo del dossettismo e di tutte le correnti della sinistra cattolica era di operare per la propria estinzione avendo come scopo la perdita di ogni connotato cattolico per accettare pienamente la completa laicità della politica, nella quale tutto è mediazione. Mattarella appartiene a questa storia e a questa cultura ed è quindi significativo che egli emerga ai massimi livelli quando la sua storia e la sua cultura sono defunte, ormai diluite nel secolarismo generale. Ecco perché si tratta di una vittoria postuma.

Tutti ricordano le famose dimissioni di Mattarella e di altre tre ministri democristiani quando fu approvata la legge Mammì che regolamentava il mercato televisivo. I tre ministri la consideravano un favore alle tre televisioni di Berlusconi e, quindi, un attentato alla democrazia. È stato un raro caso di dimissioni di politici al governo.

Però non risulta che Mattarella abbia fatto lo stesso, e nemmeno che abbia detto una parola, quando il Parlamento ha sfornato leggi ben più gravi dal punto di vista della morale pubblica, come per esempio la legge 40 o, più di recente, il divorzio express.

Tuoni e fulmini per la legge Mammì, silenzio e tutti in riga per le leggi contro la vita e la famiglia. Contro la Chiesa di Cristo.

Per la cultura di provenienza di Mattarella prendere posizione su questi temi vorrebbe dire essere ideologici, ristabilire delle verità naturali che la moderna democrazia ha ormai superato. La democrazia come metodo ha il sopravvento sulla democrazia come contenuto.

Non si sa quando finirà questa lunga fase nella quale viene affidato a dei nuovi Mosè il compito di esodare l’Italia fuori non solo dal cattolicesimo, da cui si è abbondantemente estraniata, ma anche dai fondamenti naturali della morale pubblica.

Nel nostro articolo precedente in cui chiedevamo “non un cattolico” ci si augurava che questa fase fosse finita e che avremmo potuto avere un presidente o decisamente asservito alle logiche del laicismo aggressivo o un laico ma capace di ragionare. Nel primo caso avremmo visto con chiarezza contro chi dobbiamo combattere. Nel secondo caso avremmo approfittato di una pausa di calma ragionevole per far valere alcune verità. Purtroppo, invece, continua la melassa della confusione.

Un Parlamento radicale che si nasconde dietro un Presidente cattolico; un Presidente cattolico che dirà di non essere lì in quanto cattolico ma “a servizio delle istituzioni”; un “Prodi digeribile” che garantirà il transito pacifico verso un’Italia postmoderna.

 

 

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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