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Pino Daniele
che non sia un’anticamera viziata di una barzelletta, mentre prima esisteva un tensione poetica e culturale che oggi non c’è.
Oggi il problema della musica è un problema non legato a Napoli ma all’Italia. Quello che trasmette la tv e i personaggi dei reality show rappresentano il degrado dell’arte, sono espressione di un’arte che manca totalmente.              Â
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Non strumentalizzate: non è un discorso da vecchi ma c’è una situazione allarmante della sottocultura, Non c’è un Pasolini che si leva a dire: Ma che state facendo? Così Eugenio Bennato dal Marocco ai microfoni di Radio Club 91 nel programma “I Radioattivi ” condotto da Rosario Verde e Ettore Petraroli ricordando l’amico Pino Daniele: ” Un’avventura iniziata insieme da coetanei. MRicordo un ragazzino scugnizzo, trasgressivo che veniva spesso nel retropalco dei concerti quando con musica nuova. veniva a sentire questa musica napoletana diversa finchè da quell’ascolto non esplose con una miscela miracolosa e sorprendente. Lui è riuscito ad essere profondamente napoletano e profondamente nuovo. In una città come Napoli continuare ad essere napoletani e nuovi è veramente un miracolo. Napoli ci alleva con la sua musica classica conosciuta in tutto il mondo. Pino ha aggiunto a quel repertorio un linguaggio nuovo, termini che non ho mai sentito in nessuna canzone napoletana. Quando mi è arrivata la notizia è stato terribile anche se quando ci lascia un grande artista è come se non ci abbandonasse mai azi è come se fosse ancora più vicino. Pino è un baluardo contro la volgarità per quello che mi riguarda è dalla mia parte. Cosa non c’è oggi che c’era allora, quando ha iniziato Pino? C’era una maggiore attenzione ad un’arte spontanea, una divisione netta tra la musica di consumo e la musica d’autore. Napoli viveva inoltre un fatto importante, il suo dopoguerrra si è arricchito della presenza delle truppe americane. Per cui molti musicisti sono nati in questo clima da un lato la città pittorica dall’altro la napoli inquieta in questa mistura musicale viene fuori una musica straordinaria. Oggi il problema della musica è un problema non legato a Napoli ma all’Italia. Quello che trasmette la tv e i personaggi dei reality show rappresentano il degrado dell’arte, sono espressione di un’arte che manca totalmente. Non strumentalizzate: non è un discorso da vecchi ma c’è una situazione allarmante della sottocultura, Non c’è un Pasolini che si leva a dire: Ma che state facendo? Oggi in Italia c’è una radicalizzazione, una separazione di tipologia pubblico: da un lato il pubblico rincoglionito dalla televisione e dai meccanismi perversi di tante radio commerciali e dall’altro il pubblico che sceglie. Non vorrei sembrare un eroe ma il pubblico che viene ai concerti di Taranta Power rappresentano una schiera che si contrappone alla musica di consumo, però i mass media sono assenti quindi in qualche modo quello che si rappresenta di Napoli e dell’italia è lo scempio degli showmen che salgono sul palco e non ci raccontano niente che non sia un’anticamera viziata di una barzelletta, mentre prima esisteva un tensione poetica e culturale che oggi non c’è. Pino è un personaggio geniale che si è svincolato dal suo tempo e questa è stata la sua grandezza. L’anno scorso abbiamo cantato insieme in tour mi ha colpito la sua disponibilità a suonare con grande intensità anche canzoni non sue”.
 
Francesca Cicatelli
Radio Club 91
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