“BIKE SHARING, ANCORA TU? MA NON DOVEVAMO VEDERCI PIU’?â€
Con delibera di Giunta Comunale n. 49 del 26 marzo scorso, Del Gaudio (che, ricordiamolo, è anche assessore alla mobilità ) approva uno “schema per manifestazioni d’interesse per il servizio di bike sharingâ€. Hip hip hurrà ? Sinceramente siamo più perplessi che contenti. Il motivo è che a Caserta un servizio di “bike sharing†c’è già , almeno stando alla scritta che campeggia all’ingresso del parcheggio interrato di Piazza IV Novembre (Monumento ai Caduti). E’ gestito dalla Publiservizi (che oltre ai parcheggi a raso gestisce anche quello sotterraneo) che, nel 2010, sotto la giunta Petteruti, vinse quella gara d’appalto grazie anche all’offerta “migliorativa†del bike sharing.
All’interno del progetto tecnico presentato dall’azienda c’era un capitolo dedicato al servizio di bici condivise: doveva essere utile “per valorizzare aree di parcheggio più periferiche, incentivando in tal modo gli automobilisti a parcheggiare la propria vettura in tali aree e a raggiungere il centro città utilizzando la bicicletta, con conseguenze positive in termini di traffico e ambienteâ€. Erano previste 50 biciclette, e con dovizia di particolari erano descritti dettagli quali il sistema di bloccaggio delle bici ed addirittura il numero e la lunghezza delle «barre filettate» da utilizzare per il fissaggio al suolo delle rastrelliere. Le cinquanta umili biciclette da passeggio (sulla carta: molte sono spesso in “manutenzione prolungataâ€) che giacciono lì sotto rappresentano la fantasiosa interpretazione di quanto la Publiservizi stessa aveva scritto nel suo progetto tecnico. Sia l’azienda, sia l’allora assessore alla mobilità Vincenzo Ferraro, spiegarono in diverse sedi che quella scelta era stata basata sulla considerazione che implementare un sistema di bike sharing distribuito in città (come si fa ovunque, da Sondrio a Siracusa, aggiungeremmo noi) era troppo rischioso per l’inciviltà dei cittadini, che avrebbero sicuramente fatto durare poco bici e rastrelliere. Poco importa che quella scelta comportò un risparmio stimabile, per Publiservizi, tra i trenta ed i quaranta mila euro! Ora, tre anni dopo, evidentemente il Sindaco ritiene che la sua azione amministrativa abbia comportato, insieme a tante altre meraviglie, anche un innalzamento tale del tasso di educazione civica dei cittadini, da consentire di realizzare finalmente un “vero†bike sharing! Ce ne felicitiamo. Sinceramente avremmo preferito che l’Amministrazione costringesse finalmente, anche se è passato tanto tempo, la Publiservizi a rispettare quanto previsto dal contratto in essere, in modo da regalare (gratis e subito) a Caserta il suo bike sharing, invece di prepararsi a fare altri regali ad altri privati. Inoltre, dispiace dirlo, ma la delibera è scritta “con i piediâ€, perché il bike sharing prima viene menzionato come “ecologico†(avete mai visto una bicicletta inquinante?), poi come “elettrico†(e perché mai? E’ molto più costoso e con problemi di manutenzione, infatti finora si sceglie questa soluzione principalmente in città di grandi dimensioni o con particolari pendenze). Infine, si legge che “si intende acquisire l’eventuale disponibilità di soggetti gestori interessati a dare avvio ad un periodo di sperimentazione del servizioâ€. A parte il fatto che un servizio di bike sharing (quello vero, eh!) comporta una serie di investimenti in infrastrutture che difficilmente esiste qualcuno disposto a “sperimentareâ€, senza garanzie sulla durata dell’attività , resta da chiedersi perché da noi, quando si parla di bici, sembra sempre che si stia affrontando un argomento “nuovoâ€, “innovativoâ€, “da sperimentareâ€, come se invece ciò non fosse ormai, quasi ovunque, la quotidiana normalità . Tutte queste (tante) domande saranno formalizzate in una interrogazione consiliare dai consiglieri Apperti e Valentino, alla quale ci auguriamo voglia rispondere il Sindaco in persona, in qualità di delegato alla mobilità .
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