25 maggio: NON ABBANDONA NESSUNO

 

Madonna M.SS.delle Grazie

a cura di Giuseppe Paolo

In un angolo del Cremimo, a Mosca, appoggiata al mu­ro di cinta, si trova una piccola chiesa dove si custodi­sce l’antica Icona di Maria, detta “Gioia inattesa”. Mol­te candele, giorno e notte, stanno accese davanti a quel volto oscuro, dagli occhi tanto espressivi. Si racconta che un bandito d’una crudeltà inaudita, sfuggiva a tutti gli agguati che venivano tesi. Ma un giorno fu preso, fu buttato in un sotterraneo e legato al muro con pesanti ca­tene. Quasi folle dall’ira, impotente, ad un tratto afferrò con le mani il collo della camicia e… si fermò di scat­to. Sentì una piccola crocetta retta da una catenina, quel­la del battesimo che ogni russo porta fino alla sepoltu­ra. O Signore, io sono stato battezzato! Tremava; la boc­ca non proferiva più bestemmie. Ancora uno sforzo ed un grido rauco. “Madre di Dio, aiutami! Intercedi, sal­vami dalla dannazione eterna”. Ed ecco le catene si spezzano e per misericordia divi­na appare una Icona della Beata Vergine Maria. Quando il boia aprì la porta, trovò l’assassino in orazione. Egli si alzò: “Fratello, eccomi; sia fatta la volontà di Dio”. Le ca­tene spezzate, l’assassino pareva un santo. Corsero a fare il rapporto. “Chi è stato perdonato da Dio, noi uomini non possiamo giudicare – disse il vecchio metropolita – libe­ratelo, che vada con Dio e cerchi di non peccare più”. L’as­sassino fu lasciato libero. Morì da santo. Fu dipinta un’I­cona su quel fatto straordinario, ed è quella medesima che si trova oggi al Cremlino. (V Cehunova, “Luci sull’Est”)

Fioretto: Madre dei sofferenti, donami un cuore retto in ogni momento della mia vita in modo che possa essere di esempio a quanti mi circondano.

Giaculatoria: “Dalle catene dei miei peccati – libera­mi, o Madre degli abbandonati”.

 

26 maggio: E’ SPARITA! NON C’È FIÙ!

Quel pomeriggio dell’11 luglio 1951 si stava treb­biando in un aia di Runco di Portomaggiore, un paese del­la bassa ferrarese. Un operaio stava cercando uno strac­cio per pulire le pulegge, quando, rovistando tra le robe vecchie, trovò un arazzo su cui era impressa l’immagine della Madonna col Bambino fra rami di ulivo. L’operaio, preso l’arazzo, lo legò a un braccio della trebbiatrice che continuava a sgranare spighe. Sassi, ingiurie, sputi finiro­no sull’Immagine della Madonna.

   Infine uno dei più facinorosi si fece avanti, strappò dal palo l’immagine, salì sulla trebbiatrice e con un gesto di trionfo la cacciò nella voragine della macchina, tra i denti d’acciaio che l’avrebbero maciullata. “Ecco – urlò con la bava alla bocca – la Madonna ha fatto il miracolo! E sparita! Non c’è più!”. Finì in tal modo la parodia e nes­suno più si curò dell’immagine della Madonna della Pa­ce. Ma Maria ricomparve sette mesi dopo, la sera della Fe­sta della Purificazione, il 2 febbraio 1952.

   Un bovaro stava disfacendo una balla di paglia pres­sata per fare la lettiera alle mucche. Con stupore vide fra la paglia un pezzo di stoffa. Lo estrasse e lo guardò: era l’immagine della Madonna della Pace che tornava silen­ziosamente, umilmente alla luce come Gesù tra la paglia di Betlemme. Trepidante la portò al parroco. La notizia si sparse. Accorse il popolo, intervenne l’arcivescovo e si celebrarono feste solenni di riparazione con una grande processione. Da quel giorno l’immagine della Madonna della Pace è la protettrice di Runco.

Fioretto: O Madre Santa, voglio dedicare a te questa giornata agendo e pregando nel modo migliore in ripa­razione di tanti sacrilegi.

Giaculatoria: “Verso chi si smarrisce, sii clemente e pia, Vergine Santa, dolcissima Maria”.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *