Roma nel Caos per il primo Angelus di Papa “Francesco”
dal nostro inviato Paolo Pozzuoli
Roma nel caos, ieri, paralizzata dalla particolare coincidenza di tre
grandi eventi: la cerimonia per il primo Angelus di Papa Francesco
(troppo piccola ormai Piazza S. Pietro, risultavano bloccati ed
intasati i Borghi e le strade circostanti, troppo pochi i maxi schermi
sui quali poter seguire l’evento; con i potenti mezzi tecnologici
a disposizione era questa l’occasione per installarne altri nei
pressi delle Basiliche ed offrire cosi’ una soluzione alternativa
e meno stressante ai fedeli ed ai tanti pellegrini), la disputa della
Maratona giunta alla 19*edizione ed infine la manifestazione per la
ricorrenza del 152*anniversario dell’Unita’ d’Italia
hanno richiamato nella Capitale migliaia di persone da Nord a Sud, da
Est ad Ovest e tanti dall’estero. Sono trascorsi meno di quattro
giorni – 87h. e 48′, a voler essere precisi – da quando e’
apparso per la prima volta vestito di bianco dalla loggia centrale
della Basilica di S. Pietro senza sovrapporsi, competere e/o entrare
in conflitto con il suo predecessore di bianco vestito che alle ore 20
dell’11 febbraio scorso scelse di ritirarsi dal mondo per poter
meglio meditare e pregare. Evento unico nella
Storia di tutti i tempi la presenza in terra, nel mondo, di due uomini,
due Pilastri della Chiesa di Cristo, con la veste bianca. Nel
Conclave conclusosi nella serata di mercoledi’ scorso alla quinta
votazione, il Cardinale Jorge Mario Bergoglio, Arcivescovo di Buenos
Aires, il ‘Carneade’ della Chiesa – con rispetto parlando –
per quasi tutti dall’inizio di questo secolo, e’ stato
ritenuto, fra gli altri, il Cardinale ideale a ”poter fare il
bene della Chiesa”. Poi, appena si e’ presentato al gran
numero di fedeli raccolti in Piazza S. Pietro nonostante
l’inclemenza del tempo e comparso sugli shermi a milioni di
telespettatori sparsi in tutto il mondo, la sua figura, bella, aperta,
armoniosa, ha preso posto nei cuori di ognuno. E’ stato visto
subito come una figura familiare. Una figura che, a ben riflettere, ci
ha fatto ricordare alcuni protagonisti di film calati nel ruolo e
nella parte del Pontefice. Ma il Cardinale Bergoglio, ora Papa, non ha
mai recitato. Non e’ mai stato personaggio da palcoscenico. E’
naturalmente cosi’. La serenita’ del volto, la mitezza dello
sguardo che riflette quella dell’anima, la gestualita’
misurata, il sorrisocontagioso sono propri di questo Papa-Uomo che ha sempre interpretato e
continua ad interpretare, con il suo amore, le sue passioni, il suo
entusiasmo, i suoi slanci, le sue inclinazioni e, perche’ no,
qualche sua debolezza, soltanto e solamente se stesso. Poche parole di
una semplicita’ estrema, alcuni aneddoti portati fuori dal
Conclave e le belle storie sviscerate quali l’innamoramento
adolescenziale messo da parte perche’ chiamato da Altro che non
poteva rifiutare, il tifo per la squadra di calcio del S. Lorenzo e la
predilezione per il tango l’hanno gia’ elevato al rango di
<Icona> familiare ed amata. Intanto, ha contribuito ad
avvicinare due mondi lontani, molto distanti, sebbene legati da tante
affinita’, dai molteplici interessi comuni. Ancora, ha fatto
passare in secondo ordine, quasi dimenticare, i gravi problemi che
affliggono il nostro Paese, a partire da quello politico per finire,
attraverso quello economico, al sociale. Il neo Vicario di Cristo,
poco noto quale ‘papabile’ anche ai piu’ noti addetti ai
lavori ed attenti vaticanisti, ha spinto tutti ad un robusto esame di
… riparazione. Una corsa – come dire – ad informarsi, a
consultare parenti ed amici ovunque sparsi, a raccogliere ogni notizia
utile, a documentarsi sul Ministero, sulla vita e sulle opere, a
leggere, ad approfondire, a conoscere qualsiasi minimo particolare del
Papa-Uomo: un vero libro aperto. In Conclave – ha riferito dalla
loggia e ripetuto ai giornalisti che ha ringraziato “per il
qualificato servizio svolto nei giorni scorsi <avete lavorato eh!,
avete lavorato!>” incontrandoli – gli ”venne al cuore
il nome che avrebbe a se’ imposto da Papa: Francesco, come il
Santo Patrono d’Italia, il Santo che ha predigato e pregato per
una Chiesa povera, l’uomo della pace: come vorrei una Chiesa
povera!”. Con l’Angelus, il riferimento alla pagina del
Vangelo della V Domenica di Quaresima “il Signore che mi ha
chiamato in questa nuova famiglia non si stanca mai di perdonare,
siamo noi che ci dimentichiamo di chiedere perdono”, ha ribadito
‘la scelta del nome Francesco anche per il rapporto con questa
terra dove sono le origini della nostra famiglia’. Dopo la
benedizione ‘Urbi et Orbi ‘, ‘buona domenica e buon pranzo
a tutti’.