DAL TEMPIO DELLA LIRICA A QUELLO DEL CALCIO : La Bellezza Umana e Cristiana dei ragazzi oltre le incoerenze degli adulti…

di Tiziano Izzo

Mattinata del 2 Giugno a Milano del Pontefice

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Coma già annunciato da tempo Il Santo Padre ieri ha sera ha assistito al bellisismo concerto in suo onore salutato da un goffo sovraintendente ( con alle spalle diversi matrimoni) che lo ha accolto nel Tempio della Lirica Italiana (dimenticandosi dei terremotati della Lombardia e delle oltre 100 chiese danneggiate nel Mantovano, come spesso pare dimenticarsi di alcuni diritti della di certo non serena e da molti criticata gestione della Scala).

Stamane,dopo aver riposato, ha celebrato la Messa nello Storico Episcopio della tristemente nota Piazza Fontana e ha poi raggiunto, sempre accompagnato dalla fedele ombra dei Monss. Segretario di Stato e particolare, la Cattedrale di Milano accolto dall’Arciprete Mons. Manganini e dai Capitoli Metropolitani con tutto il clero diocesano e religioso al completo tranne che per gli anziani e ammalati che hanno seguito attraverso vari mezzi la celebrazione dell’Ora terza.

 Accolto da una serie di applausi, il Pontefice ha percorso la navata centrale trasportato sulla pedana mobile, analogamente a quanto avviene da qualche tempo nella basilica di San Pietro. Questo sia per evitare eccessivi affaticamenti al Pontefice sia per prevenire possibili gesti di malintenzionati, come l’aggressione del Natale 2010 nella basilica vaticana. ( Non sono mancate fuori il duomo piccole tensioni come un uomo buffo vestito da inquisitore con una preghiera alla Madonna sulla schiena perchè convinca il Vaticano a donare i suoi beni ai poveri).

 Nella cattedrale erano riuniti oltre cinquemila sacerdoti. Al termine della sua meditazione, Benedetto XVI è sceso dalla cattedra arcivescovile posta a lato dell’altare per dare la sua benedizione a un gruppo di anziani, disabili e malati, tutti religiosi, seduti sulle loro sedie a rotelle ai lati dell’altare. Il Santo Padre ha ribadito l’importanza del Celibato Sacerdotale e dei Voti di Castità per i religiosi come ebbe a farlo alla fine dell’Anno sacerdotale definito da Lui stesso Anno ferito per le numerose vicende riguardanti i cleri diocesani e religiosi su pedofilia e mancato rispetto degli impegni sacerdotali. Vicende che hanno minimamente scalfito la diocesi Ambrosiana la quale cerca di mantenere forte la logica della coerenza evangelica e della trasparenza nella diversità pastorale e caratteriale dei grandi pastori che l’hanno sempre guidata e nella vastità dei suoi territori e delle sue menti lungimiranti.

Il Cardinale Arcivescovo ha preso la Parola e tra le parole di benvenuto non sono mancati oltre il riferimento alla gloriosa Storia della Arcidiocesi di Milano, ha accennato all’importante cammino pastorale che la diocesi porta avanti in particolare per l’iniziazione cristiana e alle eredità lasciate da Martini e Tettamanzi.

Il presule ha parlato di una missio ad gentes che per coloro che hanno letto l’articolo di ieri ben si inserisce nella Milano delle 170 provenienze.

Ecco alcuni passi del discorso di Benvenuto nella Cattedrale Ambrosiana:
“Sulla scia di Ambrogio e di Carlo, ma anche dei suoi più recenti pastori, i fedeli ambrosiani, anzitutto i fedeli consacrati, hanno sempre coltivato con consapevole intensità il legame con Pietro. È questo legame che da secoli assicura il respiro cattolico alla nostra Chiesa. La sua apertura missionaria non si vede solo nell’imponente contributo alla missio ad gentes, ma mostra tutta la sua fecondità nell’assunzione del compito della nuova evangelizzazione ormai imprescindibile anche in queste nostre terre. A partire dall’eredità del lungo e ricco ministero del Cardinale Carlo Maria Martini e da quella del Cardinale Dionigi Tettamanzi che ha profeticamente voluto a Milano questo VII Incontro Mondiale delle Famiglie, si stanno attuando in Diocesi un ripensamento della modalità dell’iniziazione cristiana, una nuova configurazione della presenza capillare sul territorio, forme rinnovate di inserimento e di formazione dei sacerdoti novelli, mentre continua l’impegno della riforma liturgica del rito ambrosiano. Questi sono solo gli esempi più manifesti della sagace azione ecclesiale che ho ricevuto e che sto facendo mia nell’assunzione del compito che la Santità Vostra ha voluto affidarmi. In questi impegni sono specialmente coinvolti gli uomini e le donne dedicati a Dio nella verginità e nel celibato che, lieti e riconoscenti, sono qui convenuti per celebrare l’Ora Media in rito ambrosiano con la Santità Vostra”.

Successivamente il Pontefice ha raggiunto lo Stadio San Siro gremito da giovani ragazzi e adolescenti che quest’anno riceveranno la cresima e delle migliaia di oratori presenti nella diocesi più grande del mondo riuniti dalla Fondazione Oratori Milanesi.

Uno straordinario scenario di coreografie, canti e preghiere vestite dai colori dell’Arcobaleno guidati dal giovane presbitero don Samuele Marelli, accompagnato da una rappresentanza per nulla retorica di genitori, educatori, catechisti e parroci.

Il Santo Padre definito “allenatore e giocatore” dello Spirito e delle coscienze ha poi preso la parola e si è concesso delle parole a braccio durante la preghiera allo Spirito Santo dove ha parlato che la vocazione non è affare per grandi ma come un pittore inizia a dipingere da piccolo così l’amicizia con Gesù è da coltivare fin da piccoli come ha fatto lui.

L’autorevolezza dei ragazzi di San Siro parla molto più delle polemiche di questi giorni che riguardano Stato, Chiesa e Sport e in un luogo simbolo della Città di Mezzo “Mediolano”, essi ribadiscono la loro limpidità e coerenza con queste parole: “Oggi però non siamo qui per una partita di Calcio ma per un evento più bello, più grande e più importante”.

E’ notizia di ieri l’evento luttuoso intriso di commozione umana e cristiana che ha colpito il Campione di Italia Luca Toni all’inizio dei tanto criticati Europei da alcuni e delle taciute polemiche sul Calcio dove l’Italiano medio sembra prendersela solo con Stato e Chiesa e ha ancora molta difficoltà a fare rivoluzioni verbali sul Calcio. Anzi forse ci sarebbero sommosse popolari se venisse annullato, come proposto da Monti, il campionato di Calcio, dimostrando forse di avere uno spirito critico a compartimenti stagni. Il lutto e la solidarietà nello Sport oramai pare si siano ridotti alla fascia sul braccio e ai tornei di beneficenza aumentando il business quasi immorale di alcune gestioni e retribuzioni calcistiche in tempo di forte crisi tradendo la fiducia e i sogni di tanti ragazzi e di chi ragazzo lo è ancora davanti ad un pallone da calcio.

Lo Stadio San Siro gremito di Ragazzi pare chiedere alle istituzioni Italiane compreso la Chiesa la tutela del loro futuro e della loro Speranza, i ragazzi vogliono essere voluti bene e aiutati a capire la volontà di Dio sulla loro vita. Ricordiamo che la diocesi Ambrosiana come fu esente da mani Pulite pare essere quasi esente dallo scandalo pedofilia frutto di un lavoro di attento discernimento e di pedagogia di alto livello umano che allo spostare il problema preferisce l’affrontarlo in tutte le sue sfaccettature.

Bellissimo il dialogo a braccio tra l’Arcivescovo e i ragazzi in principio preparato, poi anche lui si è definito parlando a braccio “il nonno” dei ragazzi che attraverso i suoi collaboratori non senza i naturali timori che attraversano la vita di un prete alla guida di quasi 5 milioni di persone e fedeli. Il suo segreto consegnare ogni sera alla Madonna la sua vocazione e le sue fragilità con una Ave Maria.

Il Vangelo della Vocazione sembra risuonare con forza nello Stadio San Siro dove siamo abituati a vedere partite e concerti dove non di rado risuonano parole e note di Odio e di violenza oltre che buona musica .

L’evidente contrasto risalta all’occhio dello scrivente proveniente da terra di Lavoro che Ambrogio Vescovo di Milano definì “Porto di tranquillità” e dello spettatore il quale, fuggendo ogni forma di bacchettonismo e moralismo, si domanda come le Chiese del Meridione, un tempo molto vicino a al Santo patrono Milanese che nel 392 presiedette il Concilio Mariano di Capua, possano ritrovare quella vitalità dello Spirito che manifestandosi nelle diverse realtà è sempre UNO e lentamente cerca di trovare spazi anche nei piccoli e talvolta angusti luoghi degli oratori locali che cozzano con quelli della tradizione ambrosiana, ad onor del vero a Capua e altrove qualcuno cerca di attuare i format milanesi, ma non è questo il problema bensì quello di rimettere al centro i ragazzi nelle comunità ecclesiali e sociali anche riscoprendo la propria storia locale alla quale sembra talvolta essere attaccati più con retorica e nostalgia del passato che con amore che genera grandi tradizioni come quella Romana, Romagnola, Triveneta e Mediolana, Palermitana e non senza fatica quella Campana.

Talvolta la comunità cristiana è chiamata a supplire ai servizi sociali a scapito di altri suoi compiti ma sempre obbedendo al comando dell’Amore.

Ecco alcune parole del Pontefice prese in diretta dal sottoscritto:

“Imparate a dialogare con il Signore, confidatevi con Lui…..cari amici voi siete fortunati perchè nelle vostre parrocchie ci sono gli oratori….gli oratori come dice la parola è il luogo dove si prega ma anche luogo dove si cresce insieme….in famiglia siate obbedienti ai genitori, ascoltate le indicazioni che vi danno per crescere come Gesù….infine non siate pigri ma ragazzi giovani impegnati in particolare nello studio in vista del futuro….siate disponibili…vincendo la tentazione di mettere al centro voi stessi perchè l’egoismo è nemico delle gioia….Gesù vi riempirà il cuore per tutta la vita…tutti potete arrivare ad un alta misura, non solo alcuni, siate santi, ogni età è matura per il Signore, la Santità è la via normale per ogni Cristiano non è la via riservata per pochi eletti…e con la guida di nostra Madre la Vergine Maria.”

La Santità è per tutti anche per le numerose famiglie dei ragazzi che rispecchiano le diversità della diocesi ambrosiana a cui accennavamo prima, diversità spesso oggetto di divario sociale ed economico e spesso ferite da numerosi problemi relazionali, affettivi, economici e sociali poichè non sempre regna l’idillio della famiglia unita e all’altezza del proprio compito.

Insegnanti, educatori, preti e catechisti ogni giorno fanno i conti con le domande di questi bellissimi ragazzi che si confrontano con una società ricca ma altrettanto problematica e con i problemi della secolarizzazione dell’incarnazione del Vangelo nella loro storia personale ricca di talenti ma non priva di ferite. Rimane a tutti comunque la passione di una risposta ad una Comune chiamata a cui si è fatto spesso riferimento in questo incontro. I ragazzi perciò diventano ( mi si passi un concetto per alcuni forse alto e strano) i formatori in formazione della Chiesa, della Società, dello Sport a cominciare dai loro educatori. Questa è la nostra Speranza come credenti e come Cittadini all’alba di questo due Giugno festa della Repubblica Italiana spesso ferita negli anni che è stata voluta della passione di giovani e meno giovani che hanno speso la loro vita per ideali grandi, tra questi vorrei ricordare la bella figura di Giuseppe Dossetti poi diventato Sacerdote e vorrei far notare come i laici articoli della nostra Costituzione possano essere letti anche in Chiave Cristiana. L’Articolo 11 che ripudia la guerra di certo per i Cattolici è incarnazione della Beatitudine della Pace che auguro all’Italia in questo momento di confusione e di sfiducia nelle parti, pace che pare fosse stata conquistata con la liberazione dal Nazifascismo ma che la Storia sociale e spirituale della Nazione e di ciascuno ci ricorda essere realtà che nasce dall’interno e nel tessuto relazionale quotidiano.

TIZIANO IZZO

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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