Da giorni assistiamo sulla stampa e sui marciapiedi a dichiarazioni allarmistiche, ( ecoballe provenienti chissà da dove, sversamento di cisterne di percolato e liquami putrescenti, enormi cumuli di pneumatici stoccati, ceneri di Acerra, lavori di allargamento e sbancamento della cava con utilizzo di mine, ….mancano solo le scorie nucleari e poi siamo al completo) che creano davvero preoccupazione vista talvolta, la fonte da cui provengono che, per ruoli e autorevolezza, dovrebbe usare quanto meno il beneficio del dubbio o, soprattutto, corredare quanto dichiarato da documentazione attendibile.
TroppiÂ… al lupoÂ…al lupo… finiscono col rendere meno attendibile un allarme vero che nelle condizioni date non è mai possibile escludere.
Ne và della credibilità di quanti sono impegnati da anni a far valere le ragioni della verità provata al fine di controbattere le enormi menzogne, per lo più istituzionali, che hanno accompagnato l’iter dello scempio ambientale del Parco nazionale del Vesuvio.
Stamane con alcuni amici della Rete de Comitati vesuviani e non, ci siamo recati a osservare da varie prospettive l’attuale discarica Sari e la cava Vitiello ( con le relative foto che alleghiamo).
In primo luogo occorre rimarcare che allo stato l’attuale discarica è vicina al suo calmieramento come da legge, ma i conferimenti, circa 300 t a notte (18 -19 compattatori), come rilevato dai registri Sapna in Provincia, hanno di molto rallentato il conferimento (rispetto alle 1200-1300 e passa t. dell’estate-autunno scorso).
Pertanto appare verosimile lÂ’utilizzo della discarica come minimo per tutto lÂ’anno in corso.
Gli standard di adeguamento della stessa alla normativa europea prevista sono stati aumentati e dal vivo si visualizza il telone impermeabile termosaldato a contenimento della stessa, lÂ’aumento di condotte per la captazione del percolato, la copertura della stessa con terreno di riporto e lÂ’aumento della captazione del biogas in gran parte bruciato (cosa questa che lascia perplessi sul completamento del biociclo di metanizzazione del gas di risulta).
Stamane alle 11,00 am scarsa puzza e un gran numero di gabbiani nellÂ’area Sari.
Non c’è allo stato in essere alcun lavoro di allargamento dell’invaso di discarica, cosa tecnicamente impossibile, né tantomeno sbancamenti per perforare l’enorme muraglione di lava per passare ad altro invaso (cosa questa non prevista dalle normative emergenziali attuali in quanto l’area sospetta non rientra nelle disponibilità del Sito previsto dal DL 90/2008).
Sulla questione “eco balle” sarebbe utile fare un po’ di chiarezza.
L’area di stoccaggio delle circa 700 balle nei pressi della collinetta della Sari1 è stata realizzata poggiando direttamente al suolo (poroso e friabile) le balle lasciandole così per anni a percolare sul suolo vesuviano, e finanche vittime di un incendio “strano” sono rimaste lì a danneggiare irreversibilmente l’area senza che nulla fosse fatto per bonificare il luogo nonostante le pronte denuncie a tutti i livelli promosse da associazioni ambientaliste e da studiosi del territorio come il prof Genovese.
Successivamente lÂ’area fu posta sotto sequestro dalla magistratura di Nola e tutto fu messo a tacere.
Attualmente la Sapna ha deciso a suo modo di realizzare una parziale bonifica del sito su cui insistevano le “eco balle” trasferendole nell’invaso Sari certamente più protetto dal pericolo del percolato.
L’agenzia provinciale ha volontà di trasferire le balle in quanto l’Arpa Campania ( agenzia con validazione nazionale) ha caratterizzato le stesse come rifiuto tal quale ( quindi RSU) confermando quanto stabilito dai periti della Procura della repubblica di Nola che in passato avevano catalogato le balle non come CDR (come classificate dal Commissariato di governo) ma cumuli di RSU malamente triturato e impacchettato alla bell’e meglio.
Ragion per cui spostarle in un sito a migliore tenuta appare una scelta di buon senso anche se allo stato tale operazione non è stata ancora effettuata.
Certo che una qualche preoccupazione che l’area su cui insistono le balle possa essere utilizzata per altri stoccaggi  c’è tutta, anche se necessiterebbe di un’ordinanaza commissariale del Presidente regionale in quanto, da accordo ai massimi livelli, nell’area Sari possono conferire solo i 18 comuni della zona rossa dove non esistono impianti Stir o pseudo tali e quindi in quest’area non viene prodotto il “compost fuori specifica” o Fos, ad esempio, per essere sversato in area Parco, per cui appare solo velleitaria e da bloccare comunque la scellerata proposta di Sapna avvallata da qualche Sindaco “incompetente” di trasferire i rifiuti indifferenziati dei 18 comuni allo Stir di Tufino e il residuo “Fos” portarlo in discarica Sari, violando finanche l’accordo che hanno sottoscritto con la Presidenza del Consiglio, Regione, Provincia e Prefettura.
Circa lo stato della cava VITIELLO poi le foto parlano chiaro.
LÂ’abbiamo percorsa in tutti i suoi anfratti e di pneumatici, percolato, o quantÂ’altro neppure lÂ’ombra.
Rimane comunque costante l’attenzione e il controllo che si farà su quest’area per evitare e possibilmente informare per tempo di ogni azione che potrebbe aggravare il già martoriato territorio dell’area Pozzelle di Terzigno.
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Rete dei Comitati vesuviani
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per le foto vai al linck
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La Procura di Nola ispeziona la discarica ex Sari
Stamane i Magistrati della Procura di Nola hanno effettuato l’ispezione alla discarica ex Sari a seguito della denuncia di disastro ambientale associata alla richiesta cautelativa del sequestro della discarica (in seguito respinta dal Gip) a firma di Legambiente onlus per conto della Rete dei Comitati vesuviani, dei Comuni di Boscotrecase, Trecase, Boscoreale e Terzigno e dell’Ente Parco nazionale del Vesuvio.
All’ispezione a cui hanno partecipato i periti-tecnici chiamati dal PM Visone a supporto dell’inchiesta, sono stati invitati anche i tecnici nominati dalla Rete dei Comitati vesuviani che hanno potuto prendere parte ai rilievi e ai protocolli effettuati dalla Procura.
Ovviamente per ciò vige il segreto istruttorio.
Attendiamo comunque, nelle more e nelle forme che riterranno opportune, la relazione da parte del dr. Maurizio Cirillo e dell’ing. Imma Orilio.