Varitas-L’acqua è un bene comune e non può essere affidato al libero mercato.

 

Sulla base di questa convinzione il comitato per l’acqua pubblica ha raccolto oltre un milione e quattrocentomila firme a favore dei referendum abrogativi delle norme che consentono la cosiddetta ‘privatizzazione dell’acqua’, ultima delle quali è quella sui servizi pubblici locali compresa nel decreto Ronchi. I promotori del referendum, un vasto cartello di associazioni e realtà della società civile, hanno depositato le firme raccolte presso la Corte di Cassazione, che dovrà procedere alla loro convalidazione . Ma in sostanza cosa dice questo decreto che ha suscitato tanto disgusto nella società civile?
Ebbene non si privatizza l’acqua, cosa impossibile , ma il servizio ad essa collegato. In sostanza un bene essenziale , più caro del petrolio, che per definizione non potrà essere sottoposto a restrizioni di sorta ne limitato ad alcuno, ma di fatto messo nelle mani di pochi eletti imprenditori che ne faranno un business senza pari. Che dire, altra balordaggine del Governo Berlusconi.
Non si tratta oramai più di difendere a tutti i costi delle ideologie o delle visioni della politica di un colore piuttosto che un altro, ma di porsi come ultimo eremo nei confronti di chi oramai logorato dal potere ,attacca i ceti più umili e la società nel suo complesso, negandogli perfino un elemento fisiologico essenziale.
Non può ne potrà esserci una bandiera politica, sia di destra sia di sinistra o dir si voglia, che eventualmente si potesse affrancare la vittoria di uno e unico strumento democratico che hai cittadini, grazie a Dio , è rimasto: il referendum.
Abroghiamo questo ulteriore scempio legislativo con la sicura indizione delle date referendarie, e dimostriamo ai despoti del Parlamento che la loro spocchia di potere si regge su inutili e fatue realtà.
Saluti Veritas.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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