ROMA: GRANDE AFFRESCO STORICO DEL NOSTRO GIURISTA GAETANO IANNOTTA

In apertura del convegno sul libro “Storia e Istituzioni dell’Asia Centrale” di Carlo Marino
ROMA: GRANDE AFFRESCO STORICO DEL NOSTRO GIURISTA GAETANO IANNOTTA
Dal Grande Gioco di metà ‘800 ai giorni nostri, eccezionale la sequenza di personaggi ed eventi
ROMA (Raffaele Raimondo) – Sembra fuori discussione che il giurista e storico Gaetano Iannotta da tempo appartenga alla schiera dei più autorevoli intellettuali casertani e parimenti che egli sia ben noto per la documentata profondità sia della costante ricerca e sia delle sue opere che ormai stanno a fondamento del merito di essere considerato fra i massimi esperti italiani di oratoria forense, ma i lusinghieri commenti suscitati dal grande affresco storico da lui tracciato nella Capitale, in questa prima decade del corrente mese, hanno di fatto confermato la sua solida competenza anche nel complesso campo del retroterra che spiega l’attualità geopolitica della fascia centrale del più popolato continente del mondo.

La circostanza propizia si è delineata con la presentazione a Roma, il 5 marzo scorso, presso la sede di via Bissolati della Banca Generali, del volume “Storia e Istituzioni dell’Asia centrale: dal Grande Gioco a oggi” di Carlo Marino – giornalista della Stampa Estera accreditato presso la Sala Stampa Vaticana e Direttore di Euroasiaticnews – pubblicato dall’Editore napoletano De Frede. All’autore, omonimo del sindaco di Caserta, è stata così ricambiata la visita culturale che fece al Circolo Nazionale del nostro capoluogo di provincia, a febbraio del 2024, quando fu presentato il libro di Stefano Rossano “Praedicate Evangelium – La Curia Romana di papa Francesco”.
Stavolta, con i saluti dell’ospite ospitante Andrea Petrangeli – private banker dell’agenzia romana dell’Istituto di credito – ha avuto inizio la conferenza coordinata da Simona Agostini – presidente Pleiade International Award – cui ha contribuito, accanto all’autore Marino, l’esperta di cultura islamica Simona Travaglini.

La forbita prolusione della conferenza è stata affidata all’avvocato Gaetano Iannotta, il quale ha voluto anzitutto ricordare che, per molti secoli, l’Asia centrale fu governata da varie tribù nomadi (Unni, Mongoli, popoli turchi…) ripetutamente lanciatesi alle conquiste dei regni in aree geografiche vicine e lontane (ad esempio, Persia, Europa, India e Cina).
L’Asia centrale, pertanto, non s’è mai configurata come unico Stato e più o meno vaste superfici del suo immenso territorio sono diventate a loro volta province di imperi i cui centri si trovavano al di fuori della stessa Asia centrale (basti pensare ad Alessandro Magno e agli imperi mongolo, cinese e russo). L’accattivante oratore ha poi discettato di quel valoroso conquistatore, emulo di Gengis Khan, che fu Tamerlano. Egli, dopo aver sottoposto alla sua autorità tutta l’Asia centrale, impavidamente arrivò a conquistare anche il sultanato di Delhi: impresa che non era riuscita a compiere né Alessandro Magno né lo stesso Gengis Khan.
Continuando, ha pure delineato le bellezze di celebri città come Bukhara (le cui splendide moschee le valsero di essere risparmiata dalla furia distruttrice di Gengis Khan) e Samarcanda (patrimonio dell’umanità e tuttora rifulgente della ricchezza di un tempo che folgorò Marco Polo, il quale, essendo passato per la “via della seta”, la scolpì, nel suo Il Milione, con queste eloquenti parole: “Sarmacan è una nobile cittade, e sonvi cristiani e saracini”.

Il brillante conferenziere ovviamente ha posto in rilievo anche l’epoca del Grande Gioco, concretizzatasi nella metà del 19° secolo, che vedeva coinvolti in una guerra di posizione la Russia zarista e l’impero britannico per la contesa di quell’area del pianeta. Ha infine rievocato la dominazione bolscevica e la conquista della indipendenza, nel 1991, degli attuali Stati denominati Kazakistan, Uzbekistan, Kirghizistan, Tagikistan e Turkmenistan, purtroppo ancora oggi costretti a subire le influenze delle grandi potenze internazionali, in primis la stessa Federazione Russa, la Cina, gli Stati Uniti e la Turchia, per l’accaparramento delle loro ambìte risorse energetiche.
Fertilissima, insomma, l’avveduta ricostruzione storica cui il giurista Iannotta, da par suo, s’è dedicato ad illustrare onde far meglio luce sull’attualità! D’altronde, in un resoconto, apparso su Fb qualche giorno fa, si legge che “…il pubblico presente ha mostrato vivo interesse…; infatti, i Paesi dell’Asia centrale… condividono somiglianze culturali e storiche, affrontano sfide interne ed esterne simili e sono nuove entità geopolitiche sullo scacchiere internazionale. Indipendentemente dai percorsi di trasformazione divergenti e dalle tensioni intraregionali, una specifica identità spaziale si è sviluppata in tali Paesi sin dalla loro indipendenza nel 1991. Il volume discute gli sviluppi storici, ma soprattutto attuali, della politica, dell’economia e della società nei cinque Paesi, nonché il ruolo degli attori esterni. Durante l’evento, che ha visto qualificati interventi dal pubblico, si è discusso anche delle opportunità e dei limiti della cooperazione regionale istituzionalizzata in diverse aree disciplinari”. Segmento importante, quest’ultimo, dell’incommensurabile fronte a ridosso del quale sono allertate, nella tremenda fase contemporanea, le coscienze e le speranze di tutta l’umanità.