“La Gomorra campana contro il “pericoloso” asse del Nord”

 

La Padania 5 dicembre 2010

“La Gomorra campana contro il “pericoloso” asse del Nord

Per chi suona la Campan(i)a?

Ne la Padania del 25 novembre, Stefania Piazzo lanciava un appello:

…………APPELLO AGLI ONESTI
Se questo non è il momento perché la veterinaria pubblica onesta alzi la testa e gridi il proprio disagio, quale momento occorre attendere? Se non è questo il momento per trovare alleati nella legalità, in questa fase di accelerazione ispettiva che trova piena legittimazione nelle indicazioni del sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, che oltre ad avere le deleghe sulla medicina veterinaria e l’alimentazione, ha aperto il nuovo corso di una battaglia di trasparenza e collaborazione con la categoria, facendone  un punto imprescindibile per una vera e propria battaglia di civiltà e legalità con i Nas, quale può essere il treno che passa ancora? È vero, molti attendono e sperano nel Palazzo che la marziana bionda se ne vada presto e tutto torni come prima, per riorganizzarsi come prima, ma ormai un varco si è aperto e l’opinione pubblica non fa marcia indietro. Si è aperta un’altra pagina di storia. Indietro non si torna.

Link di riferimento

http://www.chiliamacisegua.org/2010/11/24/la-padania-25-novembre-veterinaria-campana-servono-i-caschi-blu/

VETERINARIA CAMPANA……SERVONO I CASCHI BLU

Quadro surreale nel Rapporto del ministero della Salute: «Le attività in ambito di sanità veterinaria e sicurezza alimentare non sono assicurate con evidenti rischi per la salute pubblica»

….Dio che disastro…..

Qualcuno ha sentito un onesto alzare la voce e rispondere?

Dire:” Presente!, “Si. È arrivato il momento, è’ ora di  divellere le ragnatele dell’impudicizia e della inefficienza?”,” Io ci sono, quando cominciamo?”

O siamo sordi oppure la palese evidente malasanità campana è una coperta di ferro, una coltre che non si sfilaccia, ma che riscalda facce  di bronzo inossidabili.

Un manipolo di arroganti  figure istituzionali tiene in scacco la Giustizia e la Legge, con la connivenza di chi ha, al posto delle natiche, lo stampo del cadreghino.

E invece del senso del dovere si bea del senso del potere.

Che una giornalista, Stefania Piazzo, abbia aperto un vaso di Pandora che lascia fluttuare un olezzo insopportabile e che sia lasciata sola con la sua penna  a sbrindellare una vergogna incistata da anni di tolleranza, beh, è quantomeno significativo che questa Italia, questa Campania di cambiare non ne ha nessuna voglia.

Noi di Chiliamacisegua, invece si. Ne abbiamo di voglia. Eccome. E anche di rabbia!

Tutti con Stefania Piazzo.

Giù le mani da Stefania.

……………Le inchieste de la Padania e l’attività del sottosegretario Francesca Martini contro la malasanità in Campania disturbano alcuni vertici del sistema: «Vanno fermate». L’ordine arriva da un tavolo “segreto” dei colletti bianchi per smontare il cosiddetto asse del Nord che mette il naso negli affari della Regione più disastrata, dai rifiuti all’insicurezza alimentare, al territorio non indenne da tbc alla gestione da malaffare del randagismo………

Tutti con l’on Francesca Martini.

Giù le mani da Francesca.

Ed ora tuffatevi, con la maschera da sub per evitare l’asfissia da indignazione, nei liquami della (mala) sanità campana.

Per chi suona la Campan(i)a?

Per i cittadini e per gli animali suona a morto. Per i malfattori continua a suonare… a vivo!

VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA

Chiliamacisegua

www.chiliamacisegua.org

 

 

 

La Padania 5 dicembre 2010

Viaggio nell’Italia bestiale   Sessantaduesima puntata

di Stefania Piazzo

“La Gomorra campana contro il “pericoloso” asse del Nord”

Le inchieste de la Padania e l’attività del sottosegretario Francesca Martini contro la malasanità in Campania disturbano alcuni vertici del sistema: «Vanno fermate». L’ordine arriva da un tavolo “segreto” dei colletti bianchi per smontare il cosiddetto asse del Nord che mette il naso negli affari della Regione più disastrata, dai rifiuti all’insicurezza alimentare, al territorio non indenne da tbc alla gestione da malaffare del randagismo

Che succede in Campania? Niente. La terra dell’impunibilità veterinaria detta legge. Non garantisce un territorio indenne da tbc e brucellosi, ma fa niente.
Non garantisce la tutela della sicurezza alimentare e della salute pubblica. Ma fa niente. È la patria del randagismo. E dei canili holding sotto eterna inchiesta. Ma fa niente.
 

FRONTE  SILENTE
In compenso, dopo la pubblicazione del rapporto del ministero della Salute (la Padania del 25 novembre 2010) su questa sconcertante realtà, è calato un
silenzio di piombo, nonostante l’appello agli onesti di alzare la voce.
Ha taciuto chi rappresenta e si fa garante della deontologia, dei diritti sindacali e professionali dei veterinari pubblici e di libera professione.
Non una flebile reazione ufficiale. Facciamo passare la buriana.

AMNVI A SAVIANO

 Solo Amnvi, l’Associazione medici veterinari, ha lanciato l’appello con l’on. Mancuso (al quale, senza successo, avevamo inviato l’inchiesta pubblicata dal
nostro quotidiano), appello spedito al programma di Fazio e Saviano, in cui si fornisce l’elenco dei casi di minaccia e intimidazione verso i veterinari.
Insomma, ecco la Gomorra veterinaria: si sostanzia nelle minacce ai giusti. E il resto? Zitti.

IDEM FNOVI
Silenzio su quelli che non fanno e compromettono l’immagine della professione e gran denuncia per quelli che, poveretti loro, sono sotto scacco sul territorio e
ai quali va tutta la nostra solidarietà. Due pesi, due misure. Imbarazzante  metro. Lo stesso appello per sostenere la veterinaria attaccata dalla criminalità è stato ripreso  dal sito della Fnovi, la Federazione dell’Ordine  dei veterinari. Bene, sacrosanto. Ma anche in questo caso, silenzio sulla  veterinaria pubblica  catastroficamente catalogata nel rapporto di via Ribotta. Che stranezza. Pubblica acclamazione degli eroi. Pubblico oblio delle mele marce.

VERTICE  SEGRETO
E così, anziché fare il punto contro la deriva della legalità, ci tocca registrare invece, da meri cronisti, la notizia di un vertice ufficioso, “segreto” tra uomini delle istituzioni, pezzi di Stato, contro un presunto asse del Nord, che infastidisce lo status quo dei colletti bianchi dentro il sistema veterinario.
Ma come… Anziché denunciare, ci si coalizza contro chi denuncia? Che brutta storia.
E quale sarebbe l’asse del Nord che infastidisce la Gomorra campana? La buttiamo lì o si può indovinare?
Questa è stata la sola risposta ufficiosa di vertici ufficiali di pezzi di Stato, alterati dalle impertinenti inchieste del nostro quotidiano che, piaccia o non piaccia, sta svelando i meccanismi di un apparato  inefficiente, inadeguato per mille ragioni (non siamo magistrati, registriamo i fatti), che si sono messi a tavolino per smontare, con i loro potenti mezzi, chi pubblica rapporti e chi, dentro al ministero, come il sottosegretario Francesca Martini, e alcuni suoi stretti collaboratori, lavora per dare trasparenza e la dovuta dignità al sistema veterinario, che è il cuore della medicina e della sicurezza sanitaria per tutti i cittadini.

OBIETTIVOI NSABBIARE
Il nostro appello per trovare alleati si è trasformato in piano per fermare e  insabbiare. L’attacco alla Gomorra parte dal Nord? È vero, ma dietro c’è il  Paese sano. Che cerca sponde nella sanità sana, da Nord a Sud. Un’altra  occasione persa, che non fa certo onore all’immagine di una categoria che, sul territorio, nelle aree a rischio, ha sì capitani coraggiosi, ma altrettanti capitanfindus, capibastoncino, di un sistema che si chiama malasanità. On.  Mancuso, onorevoli dottori delle categorie suindicate, perché qualcuno ne renda  conto con i propri iscritti, interrogandosi una volta di meno di cunicoltura e una volta di più di malaffare sul territorio, del deprecabile stato di deficit  di legalità ed efficienza che attanaglia il Sud del Paese, perché non inviate a  Saviano e Fazio anche quanto è stato scritto e fotografato  nel rapporto di via  Ribotta sulla salute pubblica non garantita, e magari su Cicerale, sulle eccellenze delle solite asl?

L’ASL SALERNO 3

La più grande Asl d’Italia ha preso la parola nel corso dello stupefacente recente convegno sul randagismo a Salerno. E che è andato a dire il massimo
dirigente  dell’Asl più grande d’Italia, che è anche quella che sterilizza meno cani in Italia, la disciolta Asl Salerno 3, l’Asl di Cicerale?
Il 27 novembre scorso, e la cronaca è stata abbondantemente riportata  sui network, si è svolto a Salerno un convegno per discutere, attenti bene, “Il fenomeno del randagismo in provincia di Salerno”. Un fenomeno, appunto. Ovvio che la più attesa relazione era quella dell’“ammiraglio”, dal titolo encomiabile: “L’anagrafe canina e gli interventi di sterilizzazione nell’Asl di Salerno: esperienze a confronto”.
A confronto con chi? Sentiamo il fine e sottile intervento dell’”ammiraglio” della corazzata. Poi, per chiudere, prenderemo in esame la parte del rapporto
del ministero inviato al commissario della Regione Campania, Stefano Caldoro, in cui questa Asl è al  centro di una attenta catastrofica disamina, né più né meno come il fronte della veterinaria campana: sta scritto sul rapporto che «le attività in ambito di sanità veterinaria e sicurezza alimentare, non sono assicurate, con evidenti rischi per la salute pubblica». Anche questo, magari, da inviare a Fazio e Saviano. Le associazioni veterinarie  non si disturbino, provvediamo noi a questo.

 

RISORGE L’ETICA
Dice l’ammiraglio: «In questa giornata sicuramente è stato affermato che il fenomeno del randagismo è un problema etico, un problema igienico-sanitario, di sicurezza ed economico. Allora, se tutto questo è un problema, come tutti i problemi ha una soluzione e per risolvere questo problema, i principali artefici, consentitemi, siamo noi veterinari.

RICCA OPPORTUNITÀ
Noi veterinari che il randagismo, in questo momento attuale, secondo me, è un’opportunità: non dobbiamo farcela sfuggire, perché attraverso il nostro
impegno e combattendo e riducendo il randagismo, sicuramente avremo pure il risparmio di risorse finanziarie, risorse finanziarie che noi possiamo benissimo utilizzare per scopi molto più utili, molto più etici (…). Nell’ambito dunque della SA3, il randagismo è un problema. È un problema soprattutto perché, a differenza… innanzitutto il randagismo, io ritengo che è diverso da zona a zona, da città a città, da territorio a territorio. Certamente il randagismo che  abbiamo alla SA3 non è il randagismo che ha la città di Napoli.


COLPA DEI MASSARI

Questo territorio, ed è un territorio prevalentemente di tipo rurale, quindi di conseguenza con una disseminazione di masserie, di aziende coloniche su tutto il territorio, e quindi abbiamo dei cani, soprattutto dei cani da lavoro, e quindi questi cani soprattutto alla guardia del gregge, alla guardia delle mandrie, alla guardia dell’azienda stessa, oppure sono cani da caccia, e quindi sono dei cani robusti, grandi, sicuramente molto più resistenti di un cane da compagnia ma oltre a questo, questi cani disseminati nelle masserie, vi assicuro che ce ne sono tantissimi, però sono dei cani di proprietà, hanno un proprietario, e comunque bene o male gli danno da mangiare, però vivono in libertà o in regime di semi-libertà, quindi sono liberi di allontanarsi, sono liberi di accoppiarsi e quindi di conseguenza… immaginate che una cagna può tranquillamente
partorire due volte all’anno ed abbiamo una decina, quindici cuccioli  disseminati sul territorio, e che succede?

LA CAGNA S’ACCOTA
Succede che quando (…) quando questi cani si allontanano o per mancanza di cibo o per seguire il proprio istinto sessuale, allora possono aggredire pollai,
vitelli, agnelli, capretti,  e allora i massari chiamano, chiamano il comando dei Vigili Urbani e dicono «sentite, una cagna si è “accota” nella mia masseria,
ha partorito, venitevi a piglia’ i cani». (…) Secondo dato: noi della SA3 avevamo un canile che è andato alle cronache mondiali, che tutti conoscete,
fortunatamente siamo riusciti a chiuderlo, ma questo perché le autorità, i Sindaci, l’altro punto dolente, nonostante il nostro continuo ogni giorno sollecitare, hanno fatto orecchie da mercanti (…) i Sindaci… scelgono la linea molto molto più semplice, cioè consumare i soldi nostri, arricchire le
tasche di quei pochi avveduti privati che costruiscono i canili (…). Ed io sono perfettamente in disaccordo con la realizzazione di canili indiscriminati (..). io credo che ne basta uno, è più che sufficiente (…).

SEGUIRE VIRTUTE
E a qualche collega che ancora recalcitra sull’argomento, io dico a questi colleghi “abbassiamoci, siate piuttosto umili ed accettate chi ne sa più di voi
e ci porta la conoscenza”, infatti da qualche parte si diceva “nati non foste a vivere come bruti, ma per seguire virtute e conoscenze”. (…) Abbiamo stabilito
chi in un modo, chi in un altro, di realizzare un canile sanitario ad Albanella. (…) Noi miriamo all’eccellenza, perché  mediocrità ce ne sono tante, l’eccellenza ne sono poche, e quindi noi vogliamo le eccellenze, e quindi andremo là, e quindi secondo punto del progetto: la sterilizzazione. La sterilizzazione che faremo momentaneamente in questi centri, ricovereremo il tempo necessario i cani per guarirli e poi successivamente li riportiamo sul territorio (…). Quindi faremo la gioia dei cani, perché anch’io ho un cane a casa che dorme affianco al lettino di mio figlio, e lo vedo contento (…).

100 STERILIZZATI
Ho in mente di attivare sicuramente, i controlli, dobbiamo attivare tutti i controlli, informare, educare ed agire (…). Quest’anno pur senza mezzi, pur senza strutture, pur senza sostentamento, soltanto con la loro buona volontà, siamo riusciti a microchippare più di mille cani, siamo riusciti a sterilizzare cento cani…(…)

VIVA TORRE ORSAIA
In modo particolare si è appoggiato, quindi vi parlavo di buona volontà, presso il canile Oasi Felix, abbiamo un ambulatorio privato che pure si è prestato, e pure presso il canile della comunità montana di Torre Orsaia dove c’è canile ed ambulatorio. (…).

TUTTI COL CRIUV
Ho proposto, credo che ci riuscirò perché poi sono determinato quando decido di farlo, di avere uno o due ambulatori o camper mobili dove ci recheremo noi dal proprietario a fare dunque la sterilizzazione. (…) un’altra cosa interessante ed eccellente, è quello che   fa il CRIUV, perché il CRIUV mi serve, perché io veterinario voglio che sia un’eccellenza nel campo medico.

TESTA TRAPIANTATA
Perché ripeto, le mediocrità ce ne so’ tante, io voglio dire che a quel cane ho sostituito la testa, e che i veterinari sanno sostituire e trapiantare la testa a quel cane, quindi ben venga… E nella gara di accalappiamento metteremo che il recupero delle carcasse, anziché andare direttamente all’inceneritore, passa prima per il CRIUV  e poi va all’inceneritore, perché ci dobbiamo dare quel ruolo di cui oggi si dice. Quindi il randagismo, io ritengo, per concludere, è una grande opportunità,
un’opportunità per noi veterinari,  è un’opportunità anche per degli sfortunati, utilizzando e sfruttandolo come fonte anche per la pet therapy». Stupefacente,vero? È il direttore dell’asl veterinaria. Un intervento di alto profilo.

MINISTERO SU AS3
Vediamo allora il rapporto del ministero sulla veterinaria campana. Vi si legge di «inadempienze riguardanti sia deficit strutturali che cattive condizioni di
mantenimento degli animali», con denuncia all’autorità giudiziaria per l’ipotesi di maltrattamento e uccisione di animali. Sotto sequestro sono finite Cicerale, Marigliano, Vitulano, Luogosano e Altavilla. Veniamo a Cicerale, sotto la vigilanza dell’Asl Sa3 senza dimenticare che il direttore sanitario della struttura “ mondiale” era il fratello del direttore della stessa asl.

SENZA AUTORIZZAZIONI
«Le gravissime carenze e la situazione di maltrattamento hanno riportato alla richiesta di svuotamento del canile e di revoca dell’autorizzazione sanitaria».
Che, va detto, è stata più volte chiesta di essere però riattivata dalla stessa asl. Altro che canile chiuso. «Nonché ha spinto il ministero a costituirsi parte civile nel processo nei confronti del titolare del canile», che è lo stesso che gestisce oggi Torre Orsaia, benevolmente citata dal direttore della Sa3 al convegno.
Allora, vediamo che grande opportunità rappresenta oggi il randagismo per l’Asl Sa3. Lo diciamo a Saviano e Fazio, Amnvi, Mancuso e Fnovi? Massì.

VIGILANZA DISATTESA
«Malgrado la revoca dell’autorizzazione sanitaria e il procedimento in corso, l’Asl Sa3, che ha disatteso il suo compito di vigilanza sul canile di Cicerale, ha ad oggi ancora in essere una convenzione col suddetto titolare per il servizio di cattura dei cani vaganti sul territorio.

MEZZI FUORILEGGE
Tale servizio, come documentato in maniera chiara e inconfutabile, viene effettuato con modalità e mezzi non idonei non per il trasporto di animali vivi
ma per lo smaltimento dei sottoprodotti di origine animale». La legge dice che cade l’appalto. Che fa, ammiraglio, revoca?
«Inoltre, nonostante lo svuotamento imposto, diversi comuni non hanno ancora provveduto. Si sottolinea che lo stesso titolare di Cicerale ha ottenuto, sempre dall’Asl Sa3, l’autorizzazione definitiva all’utilizzo di un impianto di incenerimento per lo smaltimento delle carcasse animali, aggiungendo un ulteriore inquietante elemento a questa già complicata situazione».

ANAGRAFE BASTARDA
Anagrafe canina… Non parliamo di cani delle masserie ma di animali sotto il controllo dell’Asl: «Per Cicerale, il mancato allineamento della banca dati, oltre a comportare la presenza di cani di cui non si conosce la provenienza, ha portato all’impossibilità di rintracciare più di 1.700 cani, tutt’ora registrati in anagrafe come soggetti ospitati, dei quali tuttavia non si conosce il destino».

LE FASCETTE AV1
Sterilizzazione. Oltre alle 100 sbandierate sterilizzazioni (ma anche meno,  volendo), «i servizi veterinari delle asl risultano spesso inadeguati. Moltesegnalazioni suffragate a volte da dichiarazioni delle asl stesse, riferiscono  di scarsa attività nonostante la finanziaria del 2007 preveda che il 60% dei fondi siano destinati al controllo delle nascite». Il servizio? Scarso e inadeguato: «Sono giunte segnalazioni corredate da foto che denunciano l’esecuzione di interventi di sterilizzazione di cani in un ambulatorio pubblico  di competenza dell’Asl Av1 effettuati con tecniche chirurgiche discutibili sia sul piano etico che dal punto di vista prettamente medico-veterinario. La stessa Asl Av1, alla quale è stata chiesta una relazione in merito (dopo inchiesta de la Padania del 5 settembre 2010, ndr), ha addirittura confermato l’impiego di fascette di nylon per le sterilizzazioni delle cagne. Tale tecnica, oltre a non essere risolutiva, mette a repentaglio la salute degli animali. In merito sono attualmente in corso indagini».

 

MA QUALE PREMIO!
E allora? Se l’ordinario fa pena, si premi lo straordinario: «È oggetto di attenzione il piano straordinario di sterilizzazione, volto ad aumentare il
numero degli interventi previo incentivo, per aumentare l’attività dei veterinari ufficiali. Si ritiene tuttavia che i livelli di attività ordinaria non siano adeguati e che quindi non debbano essere promossi ulteriori incentivi se non viene raggiunto un livello base accettabile». Insomma, è tutto vero. Il randagismo è una grande opportunità per i veterinari. Ha ragione l’ammiraglio.

E gli altri? Tutti zitti ancora?
Troppo banale un commiato con “chi tace acconsente”. Chi tace forse ha solo paura di esporsi. L’asse del Nord allora ha un messaggio da inviare a tutti,
nell’idioma che il tavolo antinord di cui sopra può comprendere: «Dicette ‘o pappice ‘nfaccia a noce: damme ‘o tiempo ca te spertoso».
s.piazzo@lapadania.net
(62-continua)

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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