Riflessioni di Paolo Pozzuoli sul nuovo anno

Fra poche ore, compiuti i quattro trimestri, le quattro stagioni, e i tradizionali 365 giorni, l’anno 2022 sloggerà per fare ‘spazio’ all’anno che, per antica tradizione, pur contandone 2023, diciamo nuovo. I conti e il bilancio dell’anno che se ne va li lasciamo a chi se ne intende. Riteniamo sempre attuale l’augurio di Frate Indovino che di seguito viene riportato: “Abbiate tutti qualcosa da amare, qualcosa da fare, qualcosa da sperareâ€. Personalmente, confortati dal reverendissimo salesiano don Franco Galeone, ci piace aggiungere: “Dobbiamo sforzarci di vivere la vita, che corre veloce ed è breve, perché – avendone sempre un motivo, dare cioè alla nostra vita un significato, un interesse, una bandiera, un ideale – è bello vivere; viviamo – dunque – e non lasciamoci incantare guardando i fogli del calendario e le lancette dell’orologio. Insomma, lasciamoci vivere dando, per quanto possiamo, un senso ai minuti delle ore, alle ore dei giorni, ai giorni dei mesi, ai mesi dell’anno, agli anni della vita. All’inizio di ogni nuovo anno, siamo spesso portati a consultare oroscopi, certi della ‘gradevole’ risposta “andrà tutto bene†oppure ricorrendo ad una interpretazione che rispecchi il nostro stile di vita. L’andrà tutto bene per tutti è sovente una pia illusione! La speranza è cosa diversa. Ci dovrebbe non solo confortare ma farne tesoro dell’antico proverbio cinese che recita: ‘Prevedi tutto, tranne il futuro’! Valga il nostro augurio a vivere bene il nuovo anno che bussa alle porteâ€. Â