VOLTURNO FUORI, BREZZA ISOLATA. NESSUNA NOVITA’.
GRAZZANISE
di Peppino PASQUALINO
La notizia rimbalzata nella tarda mattinata di ieri, quella riguardante l’esondazione del Volturno, certo non ha messo in fibrillazione la popolazione di Grazzanise. Non ha fatto scalpore in una terra, questa, dei <Mazzoni> che nei secoli ha visto il corso d’acqua più lungo del meridione d’Italia esondare così come fanno tutti i fiumi del mondo quando le piogge si protraggono per settimane intere.
Il problema più grave è quello legato alla chiusura del ponte sul Volturno, denominato <Ponte Unità d’Italia>, a dispetto, forse, dei nostalgici borbonici. La struttura unisce le due sponde per favorire il transito in direzione della frazione Brezza, puntualmente rimasta isolata nel momento in cui è stata deliberata la decisione di chiuderla.
Ed è il caso di sviscerare il problema in tutta la sua ampiezza. Ormai sono anni di teatrino tra la ex provincia di Caserta (adesso città metropolitana), la Regione Campania, l’Ente di Bonifica del bacino inferiore del Volturno, tutti Enti che fanno rimbalzare tra di loro la responsabilità della gestione e la competenza della manutenzione ordinaria e straordinaria.
    Non è trascorso tanto da quando è scesa anche in campo anche la Procura sammaritana con le varie disposizioni di chiusura e riapertura. Per salvaguardare l’incolumità delle persone e autoveicoli in transito fu deciso di chiudere parzialmente il viadotto in maniera tale da consentire la marcia in un solo senso alternato con l’ausilio di impianto semaforico. Questo perché il passaggio di veicoli di grosse dimensioni, specialmente con traffico nei due sensi, faceva registrare flessioni alla struttura viaria. Per sovvenire ai tempi di studio per una efficace ristrutturazione furono anche scomodati lavori di sbancamento sul versante destro per diminuire le sollecitazioni idrauliche.
Non per aizzare polemiche ma l’esondazione poteva essere evitata, e anche la chiusura del ponte. Qualcuno direbbe: e come? Il problema stava per essere definitivamente risolto circa venti anni fa quando – finalmente – qualche politico di turno riuscì a mettere in progetto (poi abbandonato… come sempre, ndr) la canalizzazione delle acque del Volturno in quelle del artificiale Fiumarella attraverso una <chiusa>. L’apertura della <chiusa> con la <paratoia> fu costruita, il terreno sbancato all’altezza del <boschetto> sorto a ridosso del ponte stradale sul canale Fiumarella e tutto il resto abbandonato, a quanto pare per sempre.
Se i lavori fossero stati completati si sarebbe giunti alla canalizzazione delle acque in esubero del Volturno in direzione dei Regi Lagni attraverso il canale Fiumarella ed evitate le esondazioni nelle terre coltivate, l’isolamento delle aziende bufaline in golena, le forti sollecitazioni del ponte sul Volturno e l’isolamento della frazione Brezza.
Gli abitanti di Brezza ringraziano!