+ VANGELO (Mt 13,1-9)

Mercoledì 24 luglio 2019

XVI Settimana del Tempo Ordinario

+ VANGELO (Mt 13,1-9)

Una parte del seme cadde sul terreno buono e diede frutto.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a Lui tanta folla che Egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti». Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Gesù semina di continuo nel terreno che è il mondo, questa semina è la sua Parola. È un nutrimento indispensabile per chi vuole incontrare veramente Dio, solo da Lui ci arriva la pace interiore e la vera felicità.

Un nutrimento che l’anima ricerca e desidera più di ogni cosa, e solo la Parola di Dio infonde certezza spirituale nella vita e un appagamento che risulta impossibile riceverlo dalle cose materiali. L’anima anela a Dio naturalmente, Lui è il suo Creatore e questa tensione dell’anima permane nelle persone che non rifiutano Dio.

In coloro che rifiutano Dio, avviene come una «disattivazione» delle importanti funzioni spirituali dell’anima che alimentano la coscienza.

L’anima è il principio vitale comune a ogni essere vivente. Per la teologia cattolica l’anima è personale, libera di scegliere il Bene e il Male, immortale, soggetta a una sola vita terrena senza possibilità di reincarnazione dopo la morte, presente da sempre nella mente di Dio come idea-progetto di amore per il singolo e per il bene di ogni vivente, ma che non preesiste al corpo ed inizia a «vivere» col nascituro.

L’anima avvolge ogni minima parte della persona, dà vita al corpo e senza essa il corpo non potrebbe sussistere. Il corpo è la forma dell’anima, in quanto il corpo fisico è visibile e permette di rendere visibile non l’anima perché è spirituale, ma la sua presenza.

L’anima è la parte più nobile della persona umana e anche quella più trascurata, infatti al corpo viene offerto ogni confort, una cura spesso esagerata, e molti arrivano all’adorazione permanente del corpo. Esso diventa un idolo a cui dedicare grande parte del tempo e viene trascurata quella parte più nobile costituita dall’anima.

Il corpo merita ogni cura necessaria, bisogna prevenire per evitare di curare, non deve però diventare un idolo.

L’anima si esprime con la parola, fa conoscere i suoi pensieri con il corpo, infatti anche il corpo parla. Il volto è lo specchio dell’anima!

Le opere che si compiono esprimono la coscienza della persona. Non si tratta solamente dello svelamento dello stato della coscienza, le opere indicano anche il rispetto dei Comandamenti, delle Leggi dello Stato italiano, della dignità che si deve portare ad ogni uomo e donna.

Il problema sorge quando a violare le Leggi sono innanzitutto quelli che devono vigilare sulla violazione commessa dagli altri.

Nella Chiesa ci sono numerosi Consacrati che trovano normale trasgredire pubblicamente i Comandamenti, per non parlare delle falsità che ripetono di continuo molti politici nelle interviste, e non si tratta di un escamotage per non perdere consensi (sarà solo in parte anche questo). Molto spesso quello che manifestano è la personificazione della contraddizione

Appare nitida la predominanza delle ideologie che soverchiano le Leggi in ogni campo della vita.

Oggi ho letto un articolo sorprendente, considerando i legami presenti anche in una parte della magistratura, tant’è, è avvenuto qualcosa di nuovo e questo agire ci piace, vorremmo fosse stato sempre presenti in tutti.

La Procura di Agrigento nelle 16 pagine in cui spiega la contraddizione nelle motivazioni del Gip nella scarcerazione della donna tedesca che stava per uccidere 5 finanzieri a Lampedusa, arriva a scrivere che «la conclusione a cui è pervenuto il Gip si ritiene contraddittoria, errata e non adeguatamente motivata».

È opportuno leggere questo breve articolo per verificare la facilità con cui le Leggi vengono interpretate, applicate secondo la propria opinione.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/liberazione-carola-errore-madornale-gip-smentita-dai-capi-1731097.html

Trascrivo l’incipit di questo articolo, lascia sbigottiti, increduli.

«La scarcerazione di Carola Rackete? Un errore madornale. L’ordinanza del giudice per le indagini preliminari, ha trasformato la capitana della Sea Watch 3 in eroina dei due mondi? Senza fondamento giuridico e basata su interpretazioni o letture sbagliate di sentenze oltre che sulle dichiarazioni della stessa capitana, indagata, prese per oro colato».

Di errori se ne sono conosciuti fin troppo negli ultimi decenni, originati dall’ideologia che viene preferita alle Leggi, dall’appartenenza politica. La sicurezza nei pensieri che arrivano alla mente, è la più potente trappola che fa sbagliare anche i migliori esperti e studiosi.

La Parola di Gesù vuole radicarsi in ognuno di noi, e in questa parabola parla del seme per fare comprendere meglio in che modo è possibile lasciarla crescere. Gesù parla di un seminatore che «uscì a seminare. Mentre seminava…».

Qui non viene indicato solo il terreno fertile, come farebbe un contadino accorto, ma Dio non fa calcoli come gli uomini e ama indistintamente tutti, semina la sua Parola in tutti i cuori, se poi non viene accolta e fatta fruttificare, non è Lui il responsabile.

Gesù nella parabola ci parla di diversi tipi di terreno e anche dei rovi che soffocano il seme.

Ognuno di noi può capire se sta accogliendo la Parola di Dio con amore e la vive oppure la rifiuta. È importante per chi vuole compiere un buon cammino spirituale, fermarsi ogni giorno e riflettere sulle opere che compie, sulla vita che conduce.

«Una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono.

Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò.

Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono.

Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Nel primo caso l’umanità si chiude in sé, prende una via larga e in questa strada infelice perde ogni comunione con Dio.

Nel secondo è superficiale, di tante cose si preoccupa tranne dell’anima e vive come in agonia.

Nel terzo è presente l’indecisione anche dinanzi ai continui richiami spirituali e si diventa spinosi, intrattabili.

Nel quarto si accoglie la Parola e i credenti conoscono la vera vita, si sentono saldamente appagati e pieni di fiducia in Dio.

Gesù vuole piantare la sua Parola nella nostra vita, noi dobbiamo lasciarla crescere con docilità e accortezza. Preghiamo sempre il Rosario!

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *