+ VANGELO (Lc 19,45-48)
Venerdì 23 novembre 2018
XXXIII Settimana del Tempo Ordinario
+Â VANGELOÂ (Lc 19,45-48)
Avete fatto della casa di Dio un covo di ladri.
+Â Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, entrato nel Tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia Casa sarà casa di preghieraâ€. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Ogni giorno insegnava nel Tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo. Parola del Signore
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
L’indignazione di Gesù scaturisce dalla deplorevole condizione in cui era stato ridotto il Tempio. Non era più il luogo dell’incontro con Dio ma del commercio, e per commercio viene inserito anche l’aspetto spirituale.
Non compravano e vendevano solamente animali, attrezzi e oggetti vari, avevano innanzitutto messo in vendita la loro fede e l’intelletto oscurato non percepiva più la rovina in cui erano caduti. Questo è l’uomo di ogni tempo che si allontana da Dio.
Allo scopo di facilitare l’adempimento di questo comando a coloro che venivano da lontano, s’era provveduto ad allestire negli atri del Tempio un servizio di compravendita di animali per i sacrifici, e che finì per essere un vero e proprio mercato di bestiame.
L’usanza all’inizio poteva anche essere tollerabile e perfino opportuna, senza il controllo di sé si arrivò ad una degenerazione talmente grave al punto che l’intento religioso originario era ormai posposto al profitto economico dei commercianti, che forse erano gli stessi servitori del Tempio.
Il Tempio assomigliava ormai più a una fiera di bestiame che a un luogo d’incontro con Dio.
La riflessione sul passo del Vangelo di oggi è doverosa per quanti sono stati chiamati con una vocazione speciale a servire Dio e a vivere con il cuore distaccato da tutto ciò che è profano e frivolo. Il cuore che non vibra più per Gesù è indurito ed è facile cadere in una delle tante tentazioni che i diavoli escogitano con insistenza soprattutto contro i Ministri sacri.
È umano peccare, è anche fin troppo umano scivolare sempre più lontano da Gesù quando si vive senza Fede. Gli ebrei che commerciavano dentro il Tempio erano convinti di adorare Dio, incapaci di specchiarsi con la coscienza e scoprire che andavano verso un’altra strada.
Il confronto con quanto avviene oggi nella Chiesa è facile da commentare, d’altronde c’è un’ampia esposizione mediatica di quanti cercano come vampiri il sangue altrui per fare audience. Gli scandali commessi dagli uomini di Chiesa attirano più curiosità e sono anche la devastazione della Fede di molti cattolici incerti o tiepidi.
Con la reazione di Gesù nel Tempio, Egli ci ha mostrato l’ira di Dio verso quanti rovinano le cose sacre o ne fanno un utilizzo profano.
Dio è geloso del nostro amore, nell’Antico Testamento quando Dio doveva darsi un Nome, in un’occasione ha usato il termine «Geloso». Questo definisce qualcosa dell’essenza di Dio. «Tu non adorerai altro dio, perché il Signore, che si chiama il Geloso, è un Dio geloso» (Es 34,14).
Il Signore oggi chiede con un’implorazione toccante ai suoi Ministri, distratti e immersi nella mondanità , di ritornare all’originaria vocazione e di osservare fedelmente la sua Parola. Solo la rinnovata Fede in Gesù Cristo potrà permettere la riattivazione del cammino spirituale che rimane sempre opposto alla mentalità del mondo.
Il Sacerdote è chiamato ad una scelta soprannaturale che si abbraccia solo per Fede. Non deve essere una scelta opportunistica.
Gesù mosso dallo zelo per la Casa del Padre suo, da una pietà che nasceva dal profondo del suo Cuore, non poté sopportare quel deplorevole spettacolo e scacciò tutti di lì, con i loro banchi e i loro animali.
Non solo Gesù sottolinea con forza l’utilizzo del Tempio, oggi invita i Sacerdoti a restare nelle Chiese per adorarlo e ascoltare i fedeli.