+ VANGELO (Lc 10,13-16)
Venerdì 5 ottobre 2018
XXVI Settimana del Tempo Ordinario
+Â VANGELOÂ (Lc 10,13-16)
Chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato.
+Â Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse: «Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsà ida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafà rnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato». Parola del Signore
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
I primi dodici versetti presentano l’invio dei settantadue discepoli e Gesù precisa di scrollare la polvere dalle scarpe, quando i missionari non fossero ben ricevuti. Lasciare anche la polvere nei luoghi che rifiutavano il Vangelo era più di un distacco umano.
Gesù continua a spiegare non solo la necessità di accogliere la sua Parola per scoprire la gioia della vita e trovare un equilibrio tra pensieri e opere, però in questo caso si lamenta di tre città che avevano rifiutato la sua predicazione.
Nei tre anni di vita missionaria Gesù si muove essenzialmente lungo il Mare di Galilea attorno alle città di Cafarnao, Betsaida e Corazin.
In queste città Gesù compie molti miracoli e spiega più che altrove la nuova dottrina fondata sull’amore. Era venuto per salvare l’umanità ma inizialmente doveva formare piccoli gruppi in ogni città per farli crescere nella spiritualità e poi di numero.
Dopo molti miracoli e insegnamenti in queste tre città , scoprì dolorosamente che la gente non accettava il suo messaggio che parlava di un nuovo Regno e non si convertì. La delusione del Signore fu infinita, provò un’afflizione profonda per la scelta scellerata della gente di non accettare l’invito alla conversione.
L’aspetto curioso è rappresentato dal fatto che Lo ascoltavano, vedevano i miracoli compiuti da Gesù e al contempo mostravano indifferenza.
Questo deve farci riflettere per capire se anche noi ci comportiamo allo stesso modo e probabilmente non c’è la lucidità per evidenziarlo. È un aspetto determinante della nostra Fede, non possiamo ignorare una debolezza simile.
La condanna di Gesù alle tre città ricade su quanti oggi ascoltano, partecipano a Messa e leggono libri spirituale, ma poi rimangono indifferenti agli insegnamenti del Signore, mostrando in pratica un solenne rifiuto del Vangelo.
In questo caso il cristiano si scopre solo e senza la Grazia di Dio, privo della protezione divina, vulnerabile sotto ogni aspetto.
«Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsà ida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite».
Gli abitanti di queste città non vollero convertirsi e ignorarono Dio. Quelle popolazioni non accolsero Gesù, non fecero penitenza, e senza la conversione del cuore, accompagnata dalla mortificazione, la Fede si oscura e non sa riconoscere Cristo che ci visita.
Addirittura Gesù considera migliori due città pagane come Tiro e Sidòne, avevano meno responsabilità perché avevano ricevuto meno Grazie.
In ogni momento è necessario ascoltare con prontezza e docilità le chiamate che Cristo rivolge al cuore di ciascuno, perché il fatto che la Fede non sia entrata in tutti gli uomini non è da imputare alla bontà di Dio, bensì alla disposizione di chi riceve il messaggio evangelico.
Tale resistenza alla Grazia nella Sacra Scrittura è chiamata durezza di cuore.
La vera conversione si svela quando una persona si accorge di camminare in una strada sbagliata e la lascia, per prendere quella della vita che conduce nel Cuore di Dio. Il punto è questo: non c’è la volontà in molti di lasciare la strada sbagliata e per orgoglio e appagamento continuano a percorrerla pur conoscendo che quella direzione conduce lontano da Gesù.
La vera conversione avviene solo quando c’è una presa di coscienza «esistenziale», che può avvenire in seguito all’azione persuasiva di una terza persona oppure alla considerata riflessione personale. Solo così si decide di cambiare il corso della propria vita, orientando i propri atteggiamenti e comportamenti secondo le parole di vita del Signore.
Si incontra davvero Gesù quando si seguono criteri diversi da quelli seguiti fino a quel momento. Non possono coesistere Grazia e peccato!
I cristiani devono valutare se i loro comportamenti sono simili agli abitanti delle tre città che ascoltavano gli insegnamenti di Gesù ma non li mettevano in pratica, oppure se si sforzano di essere coerenti con la loro Fede. La Fede deve essere coltivata per crescere.
Non facciamo del bene a Gesù se viviamo le sue parole, il bene lo facciamo a noi stessi e alle famiglie. Bisogna decidere se stare con Gesù o contro.