+ VANGELO (Lc 9,1-6)

Mercoledì 26 settembre 2018

XXV Settimana del Tempo Ordinario

+ VANGELO (Lc 9,1-6)

Li mandò ad annunciare il Regno di Dio e a guarire gli infermi.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demoni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il Regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro». Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni. Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Ogni giorno nel mondo avvengono moltissime guarigioni anche da malattie irreversibili, quelle che la scienza osserva senza riuscire a spiegare. Non può affermare nulla perché il fenomeno è invisibile nel suo agire ma l’effetto si constata con la guarigione e il nuovo accertamento stabilisce solo la scomparsa della malattia.

Dove è finita la malattia incurabile? Non c’è più nella persona perché Gesù Onnipotente ha il dominio sulla malattia e il suo comando ha la capacità di dissolvere nel nulla tutto ciò che è materiale, potrebbe avvenire anche ad una montagna.

Sulla malattia non si può scherzare né parlarne come dono se non c’è una visione cristiana. Ho letto che una conduttrice televisiva abbastanza verbosa in passato verso la Chiesa, colpita da un tumore ha scritto un libro e ha usato il termine dono accostato al suo male.

La comprensione soprannaturale del cristiano considera che quel male serve ad espiare i peccati e a ripartire mettendo al centro Gesù Cristo, vivendo con una rinnovata Fede ed è possibile ottenere il miracolo. Non è mai un dono il tumore e non arriva mai da Dio, è comunque una grave sofferenza che diventa utile, se si accetta serenamente, per rientrare in sé e scoprire il vero senso della vita.

Per questa artista la malattia sarà servita a rientrare in sé e riflettere su tante cose, a rivedere certe convinzioni, questo è l’aspetto positivo e spero possa seguire in lei anche la conoscenza di Dio e ovviamente la completa guarigione.

La malattia non la manda Gesù, Lui invece è il Guaritore.

Quando una malattia incurabile non si supera, non è mai responsabilità di Gesù, di cosa si può accusare Lui?

Invece, è mancata una preghiera proporzionata al miracolo che si chiedeva oppure la malattia è servita a purificare l’ammalato per entrare in Paradiso, luogo che arreca la piena beatitudine, quella che rimane impossibile conoscere in questa vita.

L’ammalato che lascia la terra ed entra in Paradiso, diventa un’anima Santa e continua a vivere in una condizione, dimensione diversa rispetto al passato, ma è davvero viva e piena di felicità.

Le anime sante che hanno lasciato questa vita, sono premiate da Dio con il Paradiso e per chi crede, il Paradiso è la conquista del vero successo e si ottiene non con il denaro o con le amicizie, ma con la bontà, una vita cristiana virtuosa, la verità e la generosità.

Se i parenti delle persone che erano ammalate e poi defunte, capissero la gioia e la «giovinezza» che possiedono le anime che vivono nella gloria di Dio, forse troverebbero la pace ed aspetterebbero con gioia il tempo in cui le rivedranno in Cielo.

Tra le opere di misericordia corporale la Chiesa ha vissuto fin dall’inizio quella di visitare e far compagnia a chi soffre, alleviandone il dolore per quanto è possibile e aiutandolo a santificare il suo stato. La Santa Chiesa insegna che visitare un malato è visitare Cristo, servire chi soffre è servire lo stesso Cristo nelle membra dolenti del suo Corpo mistico.

La visita e la vicinanza agli ammalati è molto importante per diverse ragioni. Innanzitutto ce lo consiglia il Signore, è un gesto di amore e di consolazione per chi soffre. Gli ammalati «guariscono» più con un sorriso che con la vicinanza agitata per la dedizione che si deve prestare e che priva molti di divertirsi con gli amici ma senza utilità umana.

Aiutare gli ammalati con la preghiera è il compito principale dei familiari, con la loro Fede arrecano un bene inestimabile a quanti soffrono.

L’intervento di Gesù e della Vergine Maria in molti casi apparentemente non avviene e non c’è una completa guarigione, questo è il dato che verificano sia i familiari che i medici. La vera guarigione però è l’anima, di questo dobbiamo preoccuparci davvero e se c’è Fede bisogna darsi pensiero soprattutto di trasmettere la Fede in Gesù proprio a chi sta male.

Pregare insieme a chi soffre ed è innocente del suo male, perché non è scaturito da abusi di cibo o da altro, è una preghiera potente e molto gradita alla Madonna. La sofferenza non deve sciuparsi senza indirizzarla verso il fine soprannaturale.

Chi ha Fede e soffre in qualche modo, deve offrire e unire le sue sofferenze a quelle di Gesù e di Maria. Anche alle sofferenze di tutti gli ammalati che soffrono del mondo e che credono in Dio.

C’è da precisare che alle volte la malattia è causata dai diavoli, come afferma Gesù nel Vangelo e le guarigioni da Lui compiute dopo avere scacciato i diavoli. «C’era una donna che aveva da diciotto anni uno spirito che la teneva inferma; era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: “Donna, sei libera dalla tua infermità”, e le impose le mani. Subito quella si raddrizzò e glorificava Dio» (Lc 13,11-13).

Quando soffrite, pregate e non abbattetevi mai, la Fede attira di più la vicinanza di Gesù e Maria e si superano anche le profonde sofferenze.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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