+ VANGELO (Gv 15,12-17)

Venerdì 19 maggio 2017

V Settimana di Pasqua

 

 

+ VANGELO (Gv 15,12-17)

Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

 

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Questo è il mio Comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come Io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che Io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto Me, ma Io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio Nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri». Parola del Signore

 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Il tema dell’amicizia è bello trattarlo nel momento di maggiore dimenticanza dell’importanza dell’amicizia. Il modello da cui dobbiamo muoverci è Gesù, in Lui scopriamo pienamente il vero significato della relazione tra persone che si conoscono e condividono tempo, interessi, gioie e dolori.

Gesù è l’amico che non tradisce mai, dobbiamo focalizzarlo subito anche se capisco che il discorso in questo modo si fa più impegnativo, considerando che Lui è la perfezione, però noi che Lo seguiamo vogliamo diventare migliori e somigliare a Lui per quanto riusciamo.

L’impegno inevitabile che spetta ad ognuno di noi è di conoscere la vita di Gesù, questo è il punto di partenza, senza questa determinazione non sarà mai possibile imitare il Signore in nessun modo. Non dobbiamo mirare le sue opere divine anche se accrescono in noi una grande stima verso Lui, adesso è importante inquadrare le sue parole, i suoi gesti, il modo di relazionarsi.

Lo studio che facciamo da oltre sette anni con questa newsletter giornaliera ci ha permesso di avvicinarci a Gesù e di approfondire la sua vita, un impegno che in migliaia di voi ha portato frutti meravigliosi e conosco molti parrocchiani virtuali che mi dicono e scrivono che queste letture hanno trasformato la mentalità e la vita.

Le testimonianze sul cammino di Fede intrapreso con la lettura di questa quotidiana newsletter sono commoventi e glorificano Dio.

Questo mi riempie di gioia e voglio fare sempre di più per aiutare le anime a scoprire il vero Volto di Gesù e trovare la pace che Egli promette a quanti Lo cercano con sincerità e per farlo devono liberarsi dai lacci negativi del mondo e dall’orgoglio che rende pieni di sé, convinti di poter fare da soli senza la Luce del Signore.

Tutti quelli che camminano fidandosi superbamente delle proprie capacità finiscono inevitabilmente per perdere la Fede e abbandonare la preghiera, oppure di pregare senza vera partecipazione. Essi diventano molto deboli per sostenere i pesi della vita di oggi e si smarriscono nelle illusioni di questo mondo esaltato.

È facile vedere la vera gioia presente nei cristiani che lavorano su se stessi per migliorarsi, rispetto ad altri cristiani cupi, confusi, tristi.

Verifico nel Vangelo di San Giovanni le citazioni che parlano della gioia.

“Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena” (Gv 3,29).

“Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia” (Gv 8,56).

“Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15,11).

“In verità, in verità Io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia” (Gv 16,20).

“La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo” (Gv 16,21).

“Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia” (Gv 16,22).

“Finora non avete chiesto nulla nel mio Nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena” (Gv 16,24).

“Ma ora Io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia” (Gv 17,13).

È il Vangelo della gioia che noi seguiamo, nonostante le sofferenze, le persecuzioni, le diffamazioni.

La gioia si sprigiona dal cristiano se la possiede nell’anima, se ha lottato contro le proprie debolezze, se ha rinunciato ai propri pensieri confusi perché non vengono da Dio. Questo è il vero cammino di Fede. È una gioia che scaturisce dall’amicizia intima con Gesù e da una fiducia incondizionata verso la sua Persona.

Il cristiano deve scoprire in Gesù l’amico più fidato di tutti gli esseri umani messi insieme, anche dei propri genitori, figli e parenti. Nessuno rispetta l’amicizia come Lui, nessuno ama ognuno di noi con un Amore che scaturisce dalla Santissima Trinità.

Gesù ha sempre cercato e favorito l’amicizia con tutti quelli che ha incontrato per le strade della Palestina. Si serviva sempre del dialogo per arrivare all’intimo delle anime e riempirle di Amore. Oltre a nutrire un infinito Amore per tutti gli uomini, ebbe rapporti di amicizia con singole persone: gli Apostoli, Giuseppe d’Arimatea, Nicodemo, Lazzaro e la sua famiglia.

Meditiamo su questa determinante verità: Gesù Cristo è l’amico che non tradisce mai,  l’amico che quando andiamo ad incontrarlo, a parlargli, è sempre disponibile, che ci aspetta con inalterata e calorosa accoglienza, anche se da parte nostra c’è stata freddezza e fragilità.

Scopriamo in Gesù il valore dell’amicizia.

Impegniamoci a trasformare quella che intendiamo amicizia con un grande rispetto per gli amici, un amore assolutamente sincero, senza giudicarli, senza essere egoisti ma altruisti, gioiosi delle loro gioie e affranti per le loro sofferenze. Il vero amico si riconosce nel momento del bisogno!

L’amicizia vera è disinteressata, e consiste più nel dare che nel ricevere; non cerca il proprio tornaconto ma il vantaggio per l’amico.

Il vero amico non può, nei confronti dell’amico, avere due facce: l’amicizia, per essere leale e sincera, esige rinunce, rettitudine, aiuto reciproco in servizi nobili e leciti. L’amico è forte e sincero nella misura in cui, nel rispetto della prudenza soprannaturale, pensa generosamente agli altri, con sacrificio personale.

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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