+ VANGELO (Lc 6,20-26)
Mercoledì 7 settembre 2016
XXIII Settimana del Tempo Ordinario
+ VANGELO (Lc 6,20-26)
Beati i poveri. Guai a voi, ricchi.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, alzà ti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il Regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’Uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel Cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti». Parola del Signore
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Il Vangelo di Luca presenza solo 4 Beatitudini e aggiunge, rispetto a Matteo, 4 guai. Dopo le parole di speranza Gesù inquadra anche le condanne che subiranno i cattivi e spiega la gravità dei loro comportanti riassumendoli in poche battute.
La meditazione che vi consiglio di fare riguarda il contenuto dei 4 guai. Rileggeteli con calma e approfondite più che potete.
Di sicuro ciò che lascia sorpresi è l’ultima affermazione: “Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voiâ€.
Questo non approva che è buono quando riceviamo accuse o cattive parole, ma questo però indica che è un gravissimo errore cercare facili consensi affermando parole apprezzate dai modernisti.
Siamo sul filo della questione che rimane preferibile spiegare in una catechesi prolungata, perché spiegarla in uno scritto è impegnativo e richiede tanto tempo quanto è necessario per scriverci un libro. Bisogna utilizzare anche parole precise per inquadrare perfettamente il significato che intende Gesù.
È nostro interesse che gli altri parlino bene di noi, ma non dobbiamo svendere la nostra Fede e la nostra dignità percomprare le lodi!
Questa frase è sufficiente per spiegare l’ultimo guai che il Signore ha messo in conto.
Potrei anche chiudere qui questo commento e lasciarvi il tempo per approfondire con meticolosa ricerca in quale condizione ci troviamo, se siamo caduti o meno nella trappola della vanità di ricevere adulazioni, anche a costo di svendere la nostra Fede.
È un tema molto interessante e non si tratta solo della Fede, ho scritto che intende anche la nostra vita sociale. In tanti modi si può cercare di attirare complimenti, sono però atteggiamenti che svendono la propria dignità e si utilizzano metodi alternativi per dare agli altri un’ottima impressione di sé.
È chiaro che questo deve rimanere un proposito importante per tutti noi, non solo per la Fede, questo riguarda la persona in sé. Sempre si deve cercare di agire con assoluta retta intenzione, nella piena onestà , nella verità cristallina, senza cercare di ricevere complimenti a tutti i costi. Non per suscitare buone parole nei nostri confronti.
Il nostro santo agire non può seguire la logica di ricevere applausi da tutti: questo è impossibile. O consensi anche da parte degli anticlericali, e così tradiamo Gesù per andare d’accordo con chi odia Gesù. Un cattolico non può agire così.
Di sicuro rimane impossibile andare d’accordo con quanti hanno idee diverse o una fede diversa. Chi sta nella verità deve necessariamente schierarsi con una o con l’altra parte. L’esempio concreto lo abbiamo con Gesù e sono state aspre le lotte verbali con quanti non accettavano i suoi insegnamenti.
Ecco la domanda: possono gli atei e gli anticlericali lodare e parlare bene della Fede di un vero cattolico? No. Non riescono a farlo!
Sono così opposti le concezioni di vita degli atei che per accettare la Fede di un cattolico devono anch’essi prima diventare cattolici.
Devono prima convertirsi, come avvenne a Bruno Cornacchiola nella grotta delle Tre Fontane a Roma. Egli si era dato con furore alla propaganda anticattolica, gettando il ridicolo sulla Chiesa e sui dogmi mariani, specialmente quello dell’Immacolata Concezione. Per qualche anno perseguitò così la Chiesa, finché giunse per lui il momento della conversione.
Avvenne il 12 aprile 1947 quando vide la Madonna e sentì dirsi: “Sono Colei che Sono nella Trinità Divina. Sono la Vergine della Rivelazione. Tu mi perseguiti, ora basta! Rientra nell’Ovile Santo, Corte Celeste in terra. Il giuramento di un Dio è e rimane eterno ed immutabileâ€.
L’Ovile Santo è solo ed esclusivamente la Chiesa Cattolica, rientrare in Esso indicava la separazione dalla perdizione presente nel mondo.
Esiste con troppa chiarezza un’opposizione a Gesù e quanti seguiamo il Signore riceviamo inevitabilmente accuse fantasiose e stupide.
Se invece riceviamo consensi dagli atei e parlano bene di noi quando spieghiamo il Vangelo autentico, vuol dire che tradiamo il Vangelo.
È impossibile che gli atei e gli anticlericali allo stesso tempo accolgano il Vangelo storico e rimangano nelle posizioni di avversità a Gesù!
Per i Sacerdoti e per ogni cattolico è gravissimo cercare di piacere a tutti andando contro la Fede e i valori morali.
Per andare d’accordo con gli atei bisogna rinnegare tutto, per farsi accettare dagli immorali si devono esprimere parole convenienti a loro, per ricevere applausi dai modernisti bisogna affermare che il Vangelo si può cambiare e che nulla è definitivo…
“Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voiâ€.
Per “tutti gli uominiâ€, intende i seguaci del Vangelo e gli oppositori del Vangelo.
Non potrà mai esserci un vero profeta capace di far conciliare i cristiani che seguono Gesù, con gli anticlericali che odiano Gesù.
“Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profetiâ€.
Con un po’ di buon senso si capisce che sono tesi impossibili e chi cerca di restare con un piede in due staffe, sbaglia e fa sbagliare.