Questa festa di Cristo re, quando fu istituita da Pio XI, nel 1925, in pieno regime fascista, suscitò qualche obiezione: era proprio quello il momento di chiamare “re” il Cristo, mentre le vecchie monarchie scomparivano, e apparivano le nuove dittature (fascismo, nazismo, stalinismo…)? Forse la chiesa voleva impadronirsi del potere politico? 2) Il regno di Dio non è stato inaugurato con una solenne parata militare, ma con l’arresto del suo re; non è stato presentato al mondo con una solenne cerimonia, ma con una croce e un crocifisso. Gesù ha sempre rifiutato di essere fatto re. Si è dichiarato re, quando questa parola non correva nessuno rischio di essere fraintesa. Gesù si trovava solo, prigioniero, legato davanti a Pilato: “Il mio regno non è di questo mondo!”. Gesù è re perché è il solo che ci ama pienamente; è il solo che darebbe anche oggi la sua vita per noi. Gesù è re perché manifesta la sua potenza non tanto creando una volta, ma perdonando settanta volte sette! Ogni autorità deve imitare quella di Gesù; il primato del papa è un primato di funzione, di servizio, di esemplarità. Nel cristianesimo non ci sono onori ma responsabilità, non poltrone da coprire ma fratelli da ricoprire, non professionisti di carriera ma dilettanti di amore. Diceva Ignazio di Antiochia che, se primati ci devono essere, uno solo è accettabile: “il primato e la presidenza dell’amore”. Il titolo più bello con cui i papi abbiano firmato i loro documenti è “servus servorum Dei!”. Al regno di Gesù appartengono tutti gli uomini delle beatitudini!
Del regno di Gesù non è possibile nessun censimento; i suoi confini non coincidono con quelli della chiesa visibile, sono molto più vasti e sorprendenti; più che di confini, è meglio parlare di orizzonti. Di questo regno nessuno può dire chi è fuori e chi è dentro; questo regno non ha cifre, bilanci, statistiche. Gesù davanti a Pilato non aveva nessun seguito; anche per il futuro non ha previsto folle oceaniche, ma “il piccolo gregge”. Questo significa che l’importanza dei titoli, il prestigio delle opere, i numeri grossi, i capitali delle banche … tutti questi schermi sono motivo di scandalo e di rifiuto; la ricchezza è un segno troppo visibile, che non richiama l’Invisibile. Il regno di Dio rifiuta tutti quei vocaboli ricavati dal mondo militare, come battaglie per la fede, vittoria della fede, eretici avversari, nemici della fede, conquiste della fede… La mano coperta dal guanto di ferro non è la più indicata per trasmettere la carezza di Dio! La festa di Cristo re dell’universo segna la conclusione dell’anno liturgico. Domenica prossima sarà la prima domenica di Avvento, un nuovo periodo di grazia, nell’attesa del Natale. La conclusione di questo anno liturgico “B” segna la fine anche di queste riflessioni, ma per una riflessione che finisce, altre cominciano, speriamo più profonde. Grazie, intanto a chi ha avuto la pazienza e l’affetto di seguirci in quest’anno di grazia. Venga il tuo regno: תא מרנא :venga anzitutto nelle scelte quotidiane della vita! Buona vita! Le Sante Radici – הקדשים השׁרשים Per contatti: francescogaleone@libero.it
Mattia Branco
Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".