24 novembre – Solennità di Cristo re (B)Il vero potere è servire! (Gv 18,33)

Il Cristo in pianto del Cenacolo Santa Chiara


  1. Questa festa di Cristo re, quando fu istituita da Pio XI, nel
    1925, in pieno regime fascista, suscitò qualche obiezione: era
    proprio quello il momento di chiamare “re” il Cristo, mentre le
    vecchie monarchie scomparivano, e apparivano le nuove
    dittature (fascismo, nazismo, stalinismo…)? Forse la chiesa
    voleva impadronirsi del potere politico?
    2) Il regno di Dio non è stato inaugurato con una solenne
    parata militare, ma con l’arresto del suo re; non è stato presentato al mondo con una solenne
    cerimonia, ma con una croce e un crocifisso. Gesù ha sempre rifiutato di essere fatto re. Si è
    dichiarato re, quando questa parola non correva nessuno rischio di essere fraintesa. Gesù si trovava
    solo, prigioniero, legato davanti a Pilato: “Il mio regno non è di questo mondo!”. Gesù è re perché è
    il solo che ci ama pienamente; è il solo che darebbe anche oggi la sua vita per noi. Gesù è re perché
    manifesta la sua potenza non tanto creando una volta, ma perdonando settanta volte sette! Ogni
    autorità deve imitare quella di Gesù; il primato del papa è un primato di funzione, di servizio, di
    esemplarità. Nel cristianesimo non ci sono onori ma responsabilità, non poltrone da coprire ma
    fratelli da ricoprire, non professionisti di carriera ma dilettanti di amore. Diceva Ignazio di Antiochia
    che, se primati ci devono essere, uno solo è accettabile: “il primato e la presidenza dell’amore”. Il
    titolo più bello con cui i papi abbiano firmato i loro documenti è “servus servorum Dei!”.
    Al regno di Gesù appartengono tutti gli uomini delle beatitudini!
  2. Del regno di Gesù non è possibile nessun censimento; i suoi confini non coincidono con quelli
    della chiesa visibile, sono molto più vasti e sorprendenti; più che di confini, è meglio parlare di
    orizzonti. Di questo regno nessuno può dire chi è fuori e chi è dentro; questo regno non ha cifre,
    bilanci, statistiche. Gesù davanti a Pilato non aveva nessun seguito; anche per il futuro non ha
    previsto folle oceaniche, ma “il piccolo gregge”. Questo significa che l’importanza dei titoli, il
    prestigio delle opere, i numeri grossi, i capitali delle banche … tutti questi schermi sono motivo di
    scandalo e di rifiuto; la ricchezza è un segno troppo visibile, che non richiama l’Invisibile. Il regno di
    Dio rifiuta tutti quei vocaboli ricavati dal mondo militare, come battaglie per la fede, vittoria della
    fede, eretici avversari, nemici della fede, conquiste della fede… La mano coperta dal guanto di ferro
    non è la più indicata per trasmettere la carezza di Dio! La festa di Cristo re dell’universo segna la
    conclusione dell’anno liturgico. Domenica prossima sarà la prima domenica di Avvento, un nuovo
    periodo di grazia, nell’attesa del Natale. La conclusione di questo anno liturgico “B” segna la fine
    anche di queste riflessioni, ma per una riflessione che finisce, altre cominciano, speriamo più
    profonde. Grazie, intanto a chi ha avuto la pazienza e l’affetto di seguirci in quest’anno di grazia.
    Venga il tuo regno: תא מרנא :venga anzitutto nelle scelte quotidiane della vita! Buona vita!
    Le Sante Radici – הקדשים השׁרשים
    Per contatti: francescogaleone@libero.it

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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