24 Dicembre 2023 – IV Domenica di Avvento / BConsumisti e consumati
24 Dicembre 2023 – IV Domenica di Avvento / B
Consumisti e consumati
1) Ogni anno, la Vigilia di Natale, ci illudiamo che sarà un
Natale più intimo e spirituale. Una delusione! Anche
quest’anno la scena della baraonda consumistica si ripete,
secondo un copione già noto. Viene un senso di scoramento,
perché abbiamo la sensazione che le parole cadano nel
vuoto, meglio, in un clamore assordante e annientante. È
come gettare un sasso nel mare in tempesta: nessuno se ne accorge, meno ancora il mare. Viviamo,
infatti, in un mare che, in superficie, sembra gioiosamente tempestoso, vitalisticamente burrascoso,
romanticamente corroborante, pieno di luccichii multicolori; la gente si sposta da un punto all’altro
come le moltitudini bibliche, solo che non è mossa dalla necessità né dalla sopravvivenza né dal
desiderio di seguire la Voce divina o la Stella dell’Oriente. Viviamo storditi e catatonici, cerchiamo di
sentirci felici solo se usciamo da un negozio (anzi, da più negozi!), sovraccarichi di pacchi e
pacchettini. Quest’alienazione consumistica conduce all’alienazione religiosa! Sia chiaro: nulla
contro i consumi, solo un richiamo ai veri valori del Natale e alle vere gioie della vita. Oggi il modo
di vivere il Natale è paurosamente scaduto; immagini, simboli, tradizioni … non significano più nulla;
Natale ci appare senza messaggi. È diventato “magico!”. Se abbiamo fede, dobbiamo collegare il
Natale alla Pasqua di morte e risurrezione; se non operiamo questo collegamento, tutto diventa
fiaba, involucro poetico, crisalide sterile. Un cattivo Natale viene celebrato “secondo la carne”; un
buon Natale viene celebrato “secondo lo spirito”!
Natale! Saper riconoscere l’Inaspettato
2) Partiamo da quest’esperienza: immaginiamo un giorno di attendere una visita importante, e,
correndo alla porta al suono del campanello, ci troviamo di fronte un povero. Una delusione! I casi
saranno due: o lo mandiamo via, in fretta e in malo modo, perché l’aspettato non è lui; o lo trattiamo
con più gentilezza del solito, ma sempre in fretta, perché attendiamo un altro. Anche a noi potrebbe
capitare di aprire la porta, e di trovarci di fronte a un inaspettato, a uno sconosciuto. A Natale,
almeno due equivoci possono ingannarci:
primo equivoco: puntare sulle gioie e non sulla Gioia. La parola “natale” ha subìto una profonda
degradazione semantica; oggi la parola “natale” significa per molti cristiani clientela, regali, vacanze,
tredicesima … che sono certo significati reali ma estranei al Natale cristiano. Attenzione allora: le
piccole gioie, che si hanno o meno, sono appena un piccolo segno della grande Gioia che Dio vuole
donarci a Natale;
secondo equivoco: interpretare il Natale più come “commozione” che come “conversione”;
commuoversi significa cedere tutto finché il cuore è intenerito, e tornare poi come prima , appena
finita la fibrillazione; convertirsi, invece, significa cambiare testa, scegliere i valori del Vangelo,
mettere Dio al primo posto. Provate a radunare un po’ di adulti intorno a bambini felici, all’albero
carico di doni: non è commovente? Provate a costruire un presepio, con le belle statuine della nostra
infanzia, i laghetti e il carillon: non è commovente? Non dico che la commozione non sia buona; dico
solo che commuoversi non basta! Insomma, può bussare alla porta Uno che non stiamo attendendo,
e tuttavia potrebbe essere l’Ospite giusto! Natale è vicino! Interroghiamoci se aspettiamo le gioie o
la Gioia, se siamo capaci di riconoscere l’Inaspettato! BUONA VITA! Vieni, Signore Gesù! מרנא תא
Maranâ thâ’
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