23 aprile 2023 – III Domenica di Pasqua (A) Lo riconobbero nello spezzare il pane (Lc 24,13)
23 aprile 2023 – III Domenica di Pasqua (A)
Lo riconobbero nello spezzare il pane (Lc 24,13)
La domenica “dei discepoli di Emmausâ€
1) Gesù in cammino con i discepoli di Emmaus
simboleggia la Chiesa delle origini in cammino verso la
fede, e presenta gli elementi costitutivi della vita comunitaria, che possiamo individuare nella
liturgia della parola e dell’eucaristia. Luca vuole insegnarci che l’incontro con Gesù non avviene più
nelle sublimi teofanie, che servirebbero solo ad appagare il nostro desiderio di curiosità , ma nella
parola che lo Sconosciuto rivolge ai discepoli. Spiegando le Scritture, Gesù ci conduce alla
comprensione di quanto è avvenuto, del misterioso disegno di salvezza di Dio, in cui la croce non è
una catastrofe, ma la via necessaria per la salvezza.
2) Domenica scorsa abbiamo riflettuto sulla cena del Signore, come un incontro di uomini liberi, di
volontari e non di precettati, riuniti per fare memoria del Signore risorto. Questa domenica
riflettiamo su un altro aspetto necessario alla nostra eucaristia: lo spezzare il pane. Si tratta di una
pagina famosa, grazie anche alla musica: penso alle tante versioni del canto “Resta con noi,
Signoreâ€; penso anche alle tante pagine di letteratura scritte da F. Mauriac e da Th. Eliot. Ci
troviamo come davanti ad uno spartito in 5 atti: a) nella prima scena, due discepoli sono in
cammino verso Emmaus, un paese a circa 12 km da Gerusalemme: sono il ritratto della loro crisi
religiosa: “Noi speravamo che fosse Lui a liberare Israele!â€; b) cammin facendo i due discutono sui
fatti del giorno: di Gesù di Nazaret;ad un certo punto i due si accorgono di essere in tre; chi è il
terzo viandante che ignora tutto quanto è accaduto a Gerusalemme? “Chi è il terzo che sempre ti
cammina accanto?†si chiedeva Th. Eliot; c) questo “terzo uomo†lentamente si guadagna la
fiducia dei due, che ascoltano la spiegazione delle Scritture: “Rimani con noi!â€. Vogliono ascoltarlo
ancora; e poi, viene la notte, meglio essere in tre che in due; d) comprendono tutto, quando,
fermatisi per ristorarsi, vedono Lui benedire il pane, spezzarlo e distribuirlo loro: gli occhi si
aprono; e) il quinto ed ultimo atto descrive il ritorno veloce a Gerusalemme, altri 12 km, per
annunciare agli apostoli la bella notizia, il Vangelo: “Davvero il Signore è risorto!â€.
3) Il racconto dice che, quando Gesù si avvicinò ai due discepoli, “i loro occhi non erano capaci di
riconoscerlo†(Lc 24,16). Avevano perso l’entusiasmo e la speranza. Non hanno sopportato il
fallimento di Gesù. E il loro insieme a quello di Gesù: “Noi speravamo…†(Lc 24,21). Quando si
perde la speranza, allo stesso modo si perde la visione della realtà , che Gesù è unito a noi ed in
noi. Come si sono aperti i loro occhi (Lc 24,31)? Nel condividere la mensa, nello spezzare e
condividere il pane, nella “cena che ricrea ed innamora†(san Giovanni della Croce). Nella
convivialità . Avevano cercato in Gesù il profeta potente (Lc 24,29): credevano nel potere e hanno
trovato Gesù nell’essere umano che ha spezzato il pane con loro. La religione del potere e dello
sfoggio diventa cieca quando si tratta di vedere Gesù. L’esperienza umana della mensa condivisa
apre gli occhi per scoprire Gesù.
4) Dai Vangeli traspare che i discepoli sono tutti delusi. Nel Vangelo più antico, che è quello di
Marco, il testo termina con l’annunzio della risurrezione di Gesù alle donne, ma queste non dicono
nulla a nessuno. La stessa delusione traspare dal Vangelo di Luca con l’episodio dei discepoli di
Emmaus. Perché questa delusione per la risurrezione di Gesù? Se Gesù è morto, significa
semplicemente che hanno sbagliato messia, e c’è soltanto da attendere un nuovo messia e a
quell’epoca i messia nascevano come funghi.
2
5) Di questi discepoli soltanto di uno viene detto un nome, che è tutto un programma. Si chiama
Clèopa, che è un’abbreviazione di Cleopatros, che significa “del padre illustreâ€. Ecco, questi
discepoli sono infarciti di ambizione, di gloria, di successo. È questo il messia che loro vogliono, il
messia trionfatore. “Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele†(Lc 24,21).
Ma Gesù non è venuto a liberare Israele, Gesù è il salvatore dell’umanità . Gesù non è venuto a
restaurare il defunto regno di Davide, ma ad inaugurare il regno di Dio. E visto che i discepoli non
hanno compreso questo, Gesù per ben quaranta giorni li riunisce e parla loro di un’unica tematica:
il regno di Dio. Quando sono vicini al villaggio – il villaggio nei Vangeli è sempre simbolo di
tradizione, di incomprensione, di ottusità – Gesù “fece come se dovesse andare più lontanoâ€. Gesù
va verso il nuovo e loro invece vanno verso il vecchio.
6) È importante la località . Èmmaus era un luogo importante, perché il luogo c’era stata una
battaglia tra Giuda Maccabeo e i pagani, ed era stata vinta dagli ebrei. Era il simbolo della speranza
del Dio liberatore, con la sconfitta dei pagani e la liberazione di Israele. Ebbene, Èmmaus
richiamava tutto questo: la vittoria sui pagani e la liberazione di Israele. Quindi, visto che Gesù è
morto, e non era lui evidentemente il messia, ecco che questi discepoli se ne tornano nel luogo
che per loro è quello della rivincita e della vendetta di Dio sui pagani.
7) I due discepoli vanno a Emmaus, Gesù appare loro ma essi non lo riconoscono subito; solo ad
un certo punto si aprono i loro occhi. Gesù tiene con loro approfonditi discorsi di analisi biblica, di
critica testuale … ma il riconoscimento avviene nella fede, in un atto squisitamente religioso,
quello di “spezzare il paneâ€. Come dire che la ragione, “l’ésprit de géométrieâ€, il logos, può arrivare
sino ad una certa altezza; i “preambula fidei†sono appunto solo “preambulaâ€; occorre poi
adorare, pregare, tacere, fare un salto nella fede! Prendere o lasciare: “Volete andarvene anche
voi?†(Gv 6,67).
Le Sante Radici – ×”×§×“×©×™× ×”×©×רשי×
Per contatti: francescogaleone@libero.it
Giovedì, 4 maggio 2023, ore 18.00
Istituto Salesiano – Napoli Vomero.
Celebrazione dell’Eucaristia,
con canti in lingua ebraica.
Un’intensa e forte esperienza religiosa.
Vieni!