2 giugno: mai più parate militari
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DA: Tavola della pace [mailto:tavola@perlapace.it]
OGGETTO: 2 giugno: mai più parate militari
ABOLIAMOLA!
Aboliamola. Prima di archiviare questo due giugno amaro, vorrei
riproporre la domanda più scomoda: perché non aboliamo la parata
militare? Che bisogno abbiamo di mantenere in vita un rito del
genere? Davvero non c’è un altro modo per festeggiare la
Repubblica? Dopo le (giuste) polemiche e le (più incredibili)
strumentalizzazioni politiciste vale la pensa di riflettere. Il due
giugno non è la festa delle Forze Armate: è la Festa della
Repubblica. Le FFAA hanno già la loro festa il 4 novembre.
Cancellare la parata non fa dunque torto a nessuno. Tranne a quelli
che pretendono di far coincidere la Repubblica con il suo strumento
militare. Gli amanti della Costituzione sanno che la nostra
Repubblica ripudia la guerra e fonda la sua esistenza sul lavoro
(che deve essere rimesso al centro). Non ho bisogno di invocare qui
le ragioni alte e nobili (ma sempre più censurate) della pace per
contestare i fanatici delle parate militari. Mi basta ricordare che
la parata è già stata abolita negli anni ’70 e poi ancora negli
anni ’90 senza troppi problemi e lacerazioni. Il suo svolgimento o
la
sua cancellazione è sempre stato frutto di una semplice decisione
politica. Perché gridare allora allo scandalo? Quest’anno si sono
messi di traverso prima la crisi economica e poi il terremoto. Ed
è naturale che la gente punti il dito su tutto ciò che appare
come uno spreco o un vuoto rito anacronistico. Ma il problema non
è questo. La domanda che dobbiamo porci guardando al futuro è
un’altra: qual è il modo più giusto per celebrare oggi la Festa
della Repubblica? Provo ad avanzare alcune modeste proposte. Prima
proposta. La Festa della Repubblica è e deve essere la festa di
tutti gli italiani. Va celebrata insieme, senza primi della classe.
Anzi, deve essere un’occasione per riconoscere anche gli ultimi,
quelli che continuano ad essere esclusi, tenuti ai margini della
vita delle nostre comunità . Una Repubblica che si occupa
dell’ultimo dei suoi cittadini è una Repubblica sana, viva, coesa.
Seconda proposta. Deve essere una festa all’insegna della
Costituzione e della riscoperta del significato autentico dei valori
che vi sono iscritti. Quel giorno, i sindaci di tutti i Comuni
d’Italia, cuore pulsante e bistrattato del paese reale, consegnano
personalmente la Costituzione a tutti i giovani diciottenni e a
tutti i nuovi italiani a cui riconosciamo finalmente i diritti di
cittadinanza. La consegnano e la discutono per fare in modo che i
valori non siamo solo belle parole ma diventino obiettivi concreti
della politica e della comunità . Insomma, una Festa dei diritti e
delle responsabilità . Terza proposta. La Festa della Repubblica
sia aperta all’Europa e al mondo. Cominciamo con i nostri vicini,
quelli con cui condividiamo la nuova cittadinanza europea e quelli
con cui condividiamo il futuro nel Mediterraneo. Chiamiamoli a
festeggiare con noi la bellezza del nostro paese e della nostra
Costituzione ma anche la nostra volontà di fronteggiare insieme le
grandi sfide del nostro tempo. Senza esibizioni muscolari, con
l’umiltà , la dignità e il coraggio di chi sa pensare in grande.
Il prossimo 2 giugno, perché non cambiare?