Carissimi Gruppi di Preghiera,
in allegato il sesto esercizio del nostro cammino annuale intitolato “Curare lo zelo per il Signore”.
Con la Santa Messa della Ceneri celebrata lo scorso 14 febbraio si è intrapreso il cammino quaresimale che vi auguriamo di percorrere in preghiera e riflessione.
Vi ringraziamo, poi, di cuore per le testimonianze e le fotografie inviate in occasione della Giornata della Fedeltà.
Vi abbracciamo
CENTRO GRUPPI DI PREGHIERA DI PADRE PIO
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ESERCIZIO 6
Curare lo zelo per il Signore
Dal Vangelo secondo Matteo (7, 21-27)
Non chiunque mi dice: «Signore, Signore», entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
“La casa sulla roccia” è la parabola con cui Gesù conclude il “Discorso della montagna”; al Maestro non bastano degli ascoltatori attenti, e nemmeno delle preghiere vuote, desidera che la Parola coinvolga il credente, gli faccia percepire la novità del suo messaggio al punto da fargli ridisegnare l‟esistenza, ricostruirla dalle fondamenta. Vivere le beatitudini, scegliere una giustizia non più basata sui compromessi umani, ma aperta alla novità del Regno di Dio, significa per Gesù accogliere con determinatezza ed in modo esclusivo la volontà del Padre. Il suo è un annuncio di misericordia, quella del Padre e quella di coloro che devono essere misericordiosi come Dio; ed è quella misericordia che costruisce la casa sulla roccia, perché è fondata sul sacrificio di Cristo. La Parola illumina la nostra vita, ci fa comprendere come in ognuno di noi si sia radicata la sua immagine attraverso il battesimo e ci invita a quella vita nuova di cui parla san Paolo nella lettera ai Romani: «Fratelli, voi non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi» (Rm 8,9).
Da una lettera di Padre Pio a Raffaelina Cerase
Pietrelcina, 28 luglio 1914, Epist. II, p. 143
È incredibile la stima che san Girolamo faceva della lettura dei libri santi. A Salvina raccomanda che abbia sempre in mano libri devoti, perché questi sono un forte scudo per rigettare tutti i pensieri malvagi da cui è combattuta l’età giovanile. A san Paolino inculca la stessa cosa: «Sempre, egli dice, sia nelle tue mani il libro sacro che dia pascolo al tuo spirito con la divota lezione». A Furia vedova insinua che legga frequentemente le sacre scritture ed i libri di quei dottori, la cui dottrina è santa e sana, acciocché non abbia ad affaticarsi nello scegliere tra il loto di falsi documenti l’oro dei santi e salubri insegnamenti. A Demetriade scrive così: «Ama la lezione delle sacre scritture se vuoi essere amata dalla divina sapienza, se vuoi essere da lei custodita e posseduta. Prima ti abbellivi, soggiunge subito qui il santo dottore, in varie guise; portavi gioielli in petto, vezzi al collo, gemme preziose alle orecchie. In avvenire le sacre lezioni siano le tue gemme e le tue gioie con cui adorni di santi pensieri e di devoti affetti il tuo spirito».
Ancora un esempio preso dai Padri della Chiesa. Presumibilmente Padre Pio prende questi testi da un libro spirituale che lui consultava spesso sia per la sua via che per la direzione spirituale, Il direttorio spirituale di Giovanni Battista Scaramelli. L‟autorità di san Girolamo è indiscussa per questo si serve di alcune sue opere scritte da lui, per inculcare nella figlia spirituale una particolare attenzione alla Sacra Scrittura. Il primo testo è indirizzato a Salvina, sposata con Nebridio, nipote di una delle matrone romane, Elia Facilla, molto vicina a San Girolamo. Dopo che è rimasta vedova con due figli, il santo l‟invita a trovare conforto e fortezza nella Parola di Dio. Ma è soprattutto sulle
Aiutatevi maggiormente colla lettura dei libri santi…
pascolo all’anima e di grande avanzamento nella via della perfezione
parole di Girolamo alla giovane Demetriade che Padre Pio pone l‟accento riportando quando il santo suggerisce alla ragazza, che aveva deciso di consacrarsi a Dio. Demetriade, promessa sposa sin da giovane, rivela alla mamma e alla nonna il desiderio di prendere il velo e consacrarsi a Dio. Le due donne chiedono a diversi autori spirituali del tempo, tra cui Girolamo e Agostino delle lettere per incoraggiarla. E qui Girolamo invita la ragazza ad avere come unico ornamento la Sacra Scrittura.
Ci troviamo di fronte ad un autore, san Girolamo, più volte citato da Padre Pio proprio per il suo legame con le Scritture, che ritiene costituiscano l‟ossatura della vita spirituale.
A Raffaelina Cerase, un po‟ recalcitrante nel voler leggere questi testi, Padre Pio vuol far capire che realmente un‟anima che medita la Parola di Dio costruisce la sua casa sulla roccia.
Santa Teresa e l’ “Ecce homo”
Il termine zelo (zelos) nella Bibbia in greco traduce un concetto molto diffuso nel linguaggio dei profeti: il «ribollire dello spirito». Elia è ripieno di zelo per il Signore (1 Re, 14), Mattatia nella narrazione della vita dei Maccabei arde di zelo (1Mac 2,24); nel libro di Isaia lo zelo descrive un particolare modo di agire di Dio: «Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti».
Padre Pio che impone, quasi con forza, a Raffaelina la lettura della Parola di Dio, è realmente preso dallo zelo per il Signore e gli esempi citati degli scritti di san Girolamo, ci fanno comprendere come proprio in forza della Sacra Scrittura viene suscitato in queste persone lo zelo per il Signore.
Nella tradizione cristiana lo zelo per il Signore ha una sua connotazione particolare attraverso le diverse liturgie che celebriamo ma in modo particolare, viene alimentato con la meditazione della Passione di Gesù. Santa Teresa è una delle maestre nell‟indicare la meditazione sull‟umanità di Cristo, in particolare sulla sua passione, proprio per suscitare lo zelo per il Signore. Nella quaresima del 1554 rimane particolarmente colpita dalla vista di una statua dell‟Ecce homo, del Cristo sofferente presentato da Pilato ai Giudei, dopo la flagellazione.
Meditare la Parola è meditare l‟amore che Gesù ha mostrato per noi con il suo sacrificio. Secondo alcune testimonianze, Padre Pio diceva che l‟anima per vivere lo zelo per il Signore, dovrebbe meditare ogni giorno la sua passione.
Meditare la Passione di Gesù
C‟è una pagina della vita di Padre Pio che ci rappresenta in modo incantevole la sua umanità. Il racconto è fatto da diversi autori, mi rifaccio a un testo di padre Alessandro da Ripabottoni, è la narrazione dell‟operazione di ernia che gli fece nel 1925 il dottor Giorgio Festa. Per impedire che durante l‟operazione, approfittando che lui era addormentato il dottore potesse vedergli le stimmate (cosa proibita dalla Santa Sede) Padre Pio decise di farsi operare senza anestesia. Ad un certo punto, però, la sofferenza è tanta, Padre Alessandro riporta (probabilmente perché riferite dallo stesso dottore) le parole di Padre Pio. «Basta, dottore. Fate in fretta, fate in fretta, fate subito…». Poi esclama, come battendosi il petto: «O mio Signore, mio Dio, quale vergogna. Non sono mai riuscito ad offrirti nulla in vita mia ed ora, per questo poco che soffro, per questa inezia, in confronto alla tua passione della croce, mi lamento e mi abbandono». Ho riportato questo testo anche perché va ricordato un altro particolare: durante l‟operazione Padre Pio chiese che gli venisse posta dinanzi la reliquia della santa Croce.
In tutta la sua vita, il punto di riferimento delle sue meditazioni è stata la Passione di Nostro Signore. Sappiamo che i grandi santi suggerivano di meditare spesso la Passione di Gesù, perché proprio alla luce dell‟offerta totale di sé sulla croce, possiamo anche noi comprendere il senso della nostra offerta.
Illusione o speranza?
A Parigi, il 21 agosto 1997, in occasione della giornata mondiale della gioventù, papa Giovanni Paolo II invitò i giovani a meditare il mistero pasquale per rinvigorire la fede nel Battesimo:
Aiutatevi maggiormente colla lettura dei libri santi…
pascolo all’anima e di grande avanzamento nella via della perfezione
«manifestiamo – disse – tutto il nostro amore verso il Signore, come ha fatto Pietro che gli ha detto per tre volte sulla riva del lago, dopo la Risurrezione: «Tu sai che ti amo» (cfr Gv 21, 4-23).
La meditazione della Passione non solo per solidarietà, o per spingerci ad una commozione superficiale, ma nello spirito di Padre Pio ci proietta dentro la storia, ci interpella perché tra noi e Gesù ci sia una relazione finalmente autentica. Questo modo di relazionarsi con la vita di Gesù (oggi diremmo di interfacciarci) richiede delle scelte profonde, che ci liberino dai corti circuiti della contemplazione sterile del nostro dolore o dalla fredda contemplazione delle nostre illusioni.
Ricordiamo che la parola illusione è composta dal verbo latino ludere, l‟illusione è voler restare nel gioco che spesso ci costruiamo per non voler guardare la vita. San Girolamo, nel gesto di Demetriade di togliersi i gioielli, vede la scelta di non giocare più, e allora la invita a rivestirsi della parola, per vivere lo zelo del Signore, per essere ricca solo di lui.
Le illusioni (cioè le fughe in ogni tipo di gioco) sono spesso il tarlo della nostra esistenza, ci spingono a cercare le risposte al di fuori delle nostre responsabilità, a pensare di poter curare il dolore e le ferite con il gioco (illusioni); lo zelo per il Signore, la meditazione sulla sua Passione, ci aiuta a guardare la realtà come redenta, come cambiata dentro dalla forza di una Parola che salva.
I GRADI DELLA VITA DI PREGHIERA
M. BELDA, Guidati dallo spirito di Dio, EDUSC, Roma 2009, p. 387
Poiché la preghiera è una delle espressioni più importanti della vita spirituale, lungo la storia della spiritualità si sono avverati alcuni tentativi di schematizzare il progresso spirituale in base a diversi gradi dello sviluppo della vita della preghiera.
Uno di tali tentativi è stato fatto da Ghigo II il Certosino (+ 1188), che redatto il primo trattato sull‟orazione mentale, se così si può chiamare un opuscolo di quindici pagine composto verso il 1145, “Scala claustralium”, parla di quattro gradi della vita di preghiera: Lectio, meditatio, oratio e contemplatio:
«Un giorno, durante il lavoro manuale, mentre pensavo agli esercizi dell‟uomo spirituale, ecco che improvvisamente ho visto quattro gradini: la lectio, meditatio, l‟oratio e la contemplatio (…). La lectio è l‟applicazione dello spirito alle Sacre Scritture. La meditatio è l‟accurata investigazione di una verità nascosta con l‟aiuto della ragione. L‟oratio è la divina tensione del cuore verso Dio per allontanare il male ed ottenere il bene. La contemplatio è l‟elevazione Dio dell‟anima che è rapita dall‟assaporazione delle gioie eterne. L‟ineffabile dolcezza della vita beata, la lectio la cerca, la meditatio la trova, l‟oratio l‟implora e la contemplatio l‟assapora. E la parola stessa del Signore: “Cercate troverete”; „Bussate e vi sarà aperto” (Mt 7, 7). Cercate leggendo, troverete meditando; bussate pregando, entrerete contemplando. La lectio porta nutrimento alla bocca, la meditatio lo mastica e Io trita, l‟oratio ne acquista sapore e la contemplatio è quel sapore stesso che rallegra e ristabilisce».
PREGHIERA A SAN PIO DI MONS. LUIGI RENNA
Padre Pio,
nostro fratello e guida
voglio benedire il Signore per i tuoi doni.
In modo misterioso ti ha segnato
con le ferite della Passione
perché fossi nel mondo
testimone della sua misericordia.
Ottienimi una vera conversione,
la tua protezione per tutti coloro che mi sono cari
e, se il Signore me lo chiederà,
di saper portare la mia Croce.
Ti prego perché la forza del Vangelo
sia per ogni uomo
Aiutatevi maggiormente colla lettura dei libri santi…
pascolo all’anima e di grande avanzamento nella via della perfezione
una parola di speranza e di salvezza.
Benedici con la tua mano piagata
la Chiesa a la nostra società,
concedi a tutti gli uomini
di essere operatori di solidarietà e di pace.
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