15 gennaio – II domenica del tempo ordinario (A)Dal deserto alla cittÃ
Prima lettura: Ti renderò luce delle nazioni (Is 49,3). Seconda lettura: Grazia a voi
e pace da Dio nostro Padre (1Cor 1,1). Terza lettura: Ecco l’agnello di Dio che
toglie i peccati del mondo (Gv 1,29).
La domenica della “vocazioneâ€
- Non c’è pagina della Scrittura in cui non compaia in qualche
modo il tema della vocazione. «In principio» Dio chiama le creature
all’esistenza (Sap 11,25), chiama l’uomo alla vita e quando Adamo si allontana da lui gli chiede:
«Dove sei?» (Gn 3,9). Chiama un popolo e lo predilige fra tutti i popoli della terra (Dt 10,14);
chiama Abramo, Mosè, i profeti … e affida loro una missione da portare a compimento. Chiama
per nome anche le stelle del firmamento ed esse rispondono: «Eccoci!» e brillano di gioia per colui
che le ha create (Bar 3,34). Comprendere queste vocazioni equivale a scoprire il progetto che Dio
ha su ognuna delle sue creature e su ogni uomo. Nessuno e nulla è inutile: ogni persona, ogni
essere ha una funzione, un compito da svolgere. E la nostra vocazione? «Dio ci ha chiamati con
una vocazione santa» (2Tm 1,9). I cammini che conducono a questa mèta sono diversi per
ciascuno di noi: c’è il cammino di chi è sposato e quello di chi è celibe, c’è il percorso dei sani e dei
malati, dei vedovi, dei separati, dei fidanzati… Ciò che importa è ascoltare e scoprire dove Dio
vuole condurre ognuno.
Gesù toglie i peccati del mondo - Proviamo a fare l’analisi logica. Il soggetto è Gesù: egli è il liberatore, non la politica o la scienza
o le ideologie o l’economia. Quello da cui ci libera Gesù è il peccato, cioè il male nella sua radice,
non nelle sue sovrastrutture, ma in quella struttura profonda, che è il cuore dell’uomo. E qui, due
domande sono necessarie: a) ma noi crediamo davvero che Gesù è l’unico salvatore? b) abbiamo
dei peccati da farci perdonare? L’uomo, oggi, non appare più come un frettoloso pellegrino in
questa valle di lacrime, ma un sedentario sicuro, che progetta la vita e la storia; una nuova
missione lo affascina: la conquista graduale della terra e del cosmo; egli ha preso sul serio il
monito di Nietzsche: “Vi scongiuro, fratelli. Restate fedeli alla terra!â€. Da teocentrica, la visione
dell’uomo è diventata geocentrica, meglio, antropocentrica.
Il pentitismo è molto diverso dal pentimento! - Oggi l’uomo si presenta come Polifemo: un gigante ma cieco: all’immensa ricchezza tecnologica
corrisponde una sconfortante povertà valoriale. O come l’astuto Ulisse davanti alle Sirene: in
filigrana s’intravede il destino dell’uomo occidentale, che diventa sì padrone della natura, ma
asservendo se stesso, legato all’albero della sua stessa nave, e disperatamente smanioso di libertà ;
in questo senso va anche letta la risposta di Ulisse: a Polifemo che gli chiede chi sia, Ulisse
risponde: “Nessunoâ€; grazie a quello stratagemma Ulisse salva la vita, ma negando la propria
identità . Oggi assistiamo ad un’assoluzione generale, a un pentitismo diffuso. Nessuno è
colpevole. La colpa è dei cromosomi, dell’ambiente, del sistema, delle strutture. Anche numerosi
cristiani rifiutano il cosiddetto “armadio dei peccatiâ€, per il più confortevole lettino dello psicologo.
A pagamento! Buona vita!
Le Sante Radici – הש××¨×©×™× ×”×§×“×©×™×
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