12 giugno: XI Domenica tempo ordinario (C)”Commento di don Franco Galeone”

12 giugno: XI Domenica tempo ordinario (C)
Le sono perdonati i suoi molti peccati, perché molto ha amato (Lc 7, 36)
”Commento di don Franco Galeone”
(francescogaleone@libero.it)

La domenica “della peccatrice perdonata”. Abbiamo visto domenica scorsa come la risurrezione di Gesù dà inizio ad una forma di vita nuova. Un esempio: il fariseo Paolo di Tarso era come un morto, perseguitava i cristiani; era sicuro di onorare Dio con quel suo fanatismo religioso, ma la sua anima, come il corpo di Lazzaro nel sepolcro, era avvolta nelle bende della legge, incapace di ascoltare i passi della novità che avanza. Sulla via di Damasco, all’improvviso, le bende si spezzano: da aguzzino feroce diventa un viaggiatore di speranza in tutte le parti del Mediterraneo.
La scena del Vangelo di questa domenica ci ripropone la stessa verità. Alla mensa del fariseo Simone entra una prostituta; il suo comportamento, tenendo conto del costume orientale, è davvero strano: versa olio profumato sui piedi di Gesù, li lava con le sue lacrime, li asciuga con i suoi capelli. La Peccatrice è conosciuta in paese perché esercita il mestiere più antico del mondo. E’ venuta per ringraziare chi l’ha strappata dal marciapiede; entra nella sala del banchetto come una bambina entra per la prima volta a scuola: non vede, ma sente tutti gli occhi degli uomini addosso al suo bel corpo. Parla con il pianto: il pianto è la più bella parola. Durante il pianto avrà ripensato alla sua povera vita sporcata dai maschi: ha dovuto vendere il suo corpo a quei mercenari che odiava. Ora piange ma di gioia, perché la verginità dell’anima è riscattata e ogni condanna è stracciata.
Ha compreso che la vera purezza non è questione di pelle ma di cuore, che si può avere il corpo vergine e la mente divorata da squallidi desideri, come anche un corpo insudiciato dalle voglie dei clienti e un’anima pulita e adorante. Non ha detto una parola. Scioglie le trecce, sfila le forcelle e la massa nera dei capelli copre il suo rossore, asciuga i piedi bagnati di pianto e di profumi. Oh, il dono delle lacrime! Oggi, le lacrime sono guardate con sospetto, quasi ci si vergogna di esse. Una debolezza del nostro occidente senza cuore. Eppure le lacrime hanno qualcosa di carismatico, di sacro: Il volto più bello e luminoso è il volto bagnato di lacrime (Paolo VI). Dobbiamo riscoprire la beatitudine evangelica che proclama: Beati voi che adesso piangete!
La liturgia penitenziale è finita, nessuno ha compreso, ma tutti rispettano in silenzio, tutti eccetto uno, Simone, vecchio ipocrita, che appartiene al cimitero dei sepolcri imbiancati, a quelle persone devote che, non potendo più fare il male perché vecchi, si danno alle pratiche di bene; la sua morale è la fredda osservanza di un regolamento. C’è in Simone lo sdegno, ma anche la soddisfazione: Questo Cristo è un profeta da poco. Non sa neppure chi è e che specie di donna è colei che lo tocca. Ma non ha il coraggio di esprimere ad alta voce il suo pensiero: Diceva tra sé… Gesù invece la guarda con amore. Ma attenzione: il Vangelo non è permissivo, non confonde tra bene e male: i peccatori entrano in paradiso non perché peccatori ma perché peccatori convertiti!
La legge è per la vita e non la vita per la legge. La legge è per l’uomo e non l’uomo per la legge. E’ morta nel fariseo la compassione. Gesù è accanto al fariseo a tavola, ma è infinitamente lontano da lui, perché Gesù non guarda il passato negativo, ma quell’amore che si fa largo attraverso il groviglio delle violazioni morali, e il suo miracolo sta nel suscitare le energie di vita.
Il cristianesimo è una religione di peccatori; solo i peccatori si trovano bene in chiesa. Il Cristo è venuto solo per essi, i soli capaci di comprenderlo. Siamo cristiani non perché crediamo o ci credono migliori degli altri, ma perché ci crediamo sinceramente peccatori. La gioia di sentirsi amati e perdonati! La meraviglia di scoprire che Dio è infinitamente migliore di quanto pensiamo! Dio ci ama non per le nostre virtù, ma nonostante i nostri peccati, ci ama per niente, per sempre. Se Dio dovesse far piovere solo sui giusti o fare sorgere il sole solo per gli onesti, la terra sarebbe un deserto, e tutti resteremmo al buio! Quale sollievo se tutti i cristiani, durante la messa domenicale, si riconoscessero peccatori! Quale respiro, nella generale ipocrisia che ci soffoca!
Simone, molto le è perdonato, perché molto ha amato. Capite? Cristo non la perdona perché ha molto amato gli uomini, ma perché ha molto amato Cristo. Se vogliamo sapere qualcosa sul conto di Gesù, dobbiamo rivolgersi a questa donna. Questo è il mestiere più bello del Signore: trasformare le nostre colpe in felici colpe, i nostri peccati in felici ricordi!

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *